Somalia: differenze tra le versioni

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</ref> mentre altri furono probabilmente seppelliti nelle fondamenta delle costruzioni del programma umanitario italiano per la Somalia.
Secondo un'inchiesta uno di questi gruppi criminali era costituito da alcuni italiani tra i quali [[Giancarlo Marocchino]], trasportatore e uomo di fiducia dell'esercito italiano a Mogadiscio, [[Guido Garelli]], [[Ezio Scaglione]], ex console onorario della Somalia, e dall'allora presidente somalo [[Ali Mahdi Mohamed]], oltre che come complici vari industriali del [[Nord Italia]]. La giornalista italiana [[Ilaria Alpi]] e l'operatore di ripresa [[Miran Hrovatin]] furono probabilmente uccisi a Mogadiscio perché stavano redigendo un servizio su tali attività. Poche ore prima dell'omicidio effettuarono, a Bosaso, un'intervista a uno dei capi del gruppo armato al comando della Shifco, azienda somala alla quale lo stato italiano aveva donato dei pescherecci i quali furono usati molto probabilmente anche per il trasporto dei rifiuti oltre che, secondo un'inchiesta del 2003 dell'[[Onu]], per il traffico d'armi tra [[Monzer al-Kassar]] e delle milizie somale, armi che sarebbero state pagate con permessi per scaricare i rifiuti tossici. Al-Kassar sarebbe infatti stato in contatto con [[Nickolas Bizzio]], imprenditore italo-americano ora risiedenteresidente a [[Lugano]], il quale si sarebbe occupato della facciata legale di un traffico di rifiuti verso il Mozambico e di andare a cercare i [[rifiuti tossici]] stabilendo contatti con gli [[Stati Uniti]].<ref>{{YouTube
|autore = Paul Moreira
|titolo = Toxic Somalia