Gabriele Giolito de' Ferrari: differenze tra le versioni

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Celebre è la sua [[marca tipografica]], raffigurante - con numerose varianti - una [[fenice]] che fuoriesce dalle fiamme che si sprigionano da una sfera alata (rielaborazione dello stemma paterno, in cui la fenice spiccava il volo tra lingue di fuoco), con il [[motto]] "De la mia morte eterna vita i(o) vivo", la scritta sul cartiglio "Semper eadem" e le iniziali "G.G.F".<ref>{{Cita web|url=http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/imain.htm|titolo=EDIT 16 - ICCU|sito=edit16.iccu.sbn.it|accesso=2017-11-25}}</ref>
 
La sua politica editoriale fu fortemente orientata alla diffusione delle opere in [[lingua volgare]]. Famosa è la sua edizione del [[1555]] de ''[[Divina commedia|La Divina Comedia]]'' di [[Dante Alighieri]], a cura di [[Ludovico Dolce]], nel titolo della quale appare per la prima volta l'attributo ''Divina''. Tra il 1541 e il 15081578 Giolito stampò 1109 edizioni: 527 titoli originali e 492 ristampe<ref name="Gandi"/>.
 
Fu il primo stampatore a dar vita a una [[collana editoriale]], la «Collana historica», curata da [[Tommaso Porcacchi]] dal [[1563]] al [[1585]], comprendente in dodici "anelli" e "gioie" le opere volgarizzate di altrettanti storici greci (l'ultimo autore, [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]], fu pubblicato dopo la sua morte). Il progetto di una sottocollana di storici latini, pure volgarizzati, non fu mai realizzato, anche se alcuni volgarizzamenti erano già pronti manoscritti per la stampa.<ref>S. Bongi, ''Annali di Gabriel Giolito de' Ferrari da Trino di Monferrato stampatore in Venezia descritti ed illustrati'', vol. I, Roma, 1890, pp. XXXVIII.</ref>