Federalismo in Italia: differenze tra le versioni

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Non mancarono, in precedenza, fervide opposizioni e resistenze nei confronti dell'appena proclamato Regno d'Italia, a partire da Cattaneo, [[Giuseppe Ferrari (filosofo)|Ferrari]] e altri federalisti. L'azione del partito federalista-autonomista fu però di scarso rilievo, prima a causa soprattutto della pregiudiziale [[Monarchismo|antimonarchica]] e poi a causa della generale resistenza alle idee dell´autonomia, sia nelle file dei governi che dei nuovi movimenti politici sorti alla fine del [[XIX secolo]].
 
Tra gli oppositori del federalismo e dell´autonomismo troviamo ex autonomisti come [[Francesco Crispi]] e più avanti [[Giovanni Giolitti]] e [[Filippo Turati]]. Invece, tra gli esponenti del federalismo citiamo [[Arcangelo Ghisleri]], [[Ettore Ciccotti]], [[socialista]] attivo tra [[1898]] e [[1904]] (che sostenne la necessità di organizzare il Paese sul modello della [[Svizzera]]), [[Gaetano Salvemini]], repubblicano federalista, poi militante del [[Partito Socialista Italiano]] (dal quale uscì in contrasto con Turati, accusato di aver preferito dare priorità all'"aristocrazia operaia" del Nord, per fondare il giornale federalista ''[[L'Unità (rivista)|L'Unità]]'').<ref>[[Zeffiro Ciuffoletti]], pp. 84-99.</ref>
 
Paradossalmente con l'italianizzazione della società, prima frammentata nelle varie peculiarità regionali, aumentò anche l'[[Statalismo|antistatalismo]], il bisogno di autonomia, di maggior rappresentanza per le istanze locali, quelle provenienti "dal basso"<ref>[[Zeffiro Ciuffoletti]], p. 82.</ref>.