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=== Leonding,Dubbi Viennasu eGalileo MonacoGalilei ===
{{vedi anche|dipinti di Adolf Hitler}}
Alois Hitler morì il 3 gennaio 1903 per un'emorragia polmonare, forse provocata dalla [[tubercolosi]]. Aveva sempre avversato la tendenza artistica del figlio, anche con modi molto bruschi, come ebbe a ricordare Hitler in persona in diverse occasioni.<ref>''Adolf Hitler ed Eva Braun'', Mondadori, 1979.</ref> Mentre alla Volkschule (corrispondente all'incirca alla [[scuola elementare]] italiana)del sobborgo di [[Fishlman]] Hitler si era rivelato uno studente diligente per tutti i cinque anni di frequenza, non ne volle invece sapere di continuare gli studi, ma venne costretto ugualmente dal padre a iscriversi alla Realschule di Linz, né avrebbe potuto rifiutarsi, pena l'evasione dall'obbligo scolastico, introdotto in Austria nel 1869.<ref name="ReferenceC">{{Cita|Davidson 1977|p. 13}}.</ref> Tuttavia frequentò l'istituto tecnico "Linz Realschule" con pessimo profitto: subì una bocciatura al primo anno (1901) e una seconda al terzo (1904) in francese, dovendo affrontare gli esami di riparazione a settembre sia nel 1904 che nel 1905 e venendo respinto definitivamente nel febbraio 1905 in tedesco, francese, matematica e stenografia.<ref name="autogenerato1" />
 
Nell'ottobre del 1904 gli venne rifiutata l'iscrizione alla sua scuola di Linz per cattiva condotta e venne indirizzato a [[Steyr]], una cittadina lontana 25&nbsp;km, ma anche qui il rendimento era talmente scarso da non permettergli il conseguimento del diploma di scuola superiore, con gran dolore della madre.<ref name="autogenerato1" /> Terminata la scuola dell'obbligo nel settembre 1905, venne ritrovato privo di sensi a causa di un'ubriacatura, cosa che indusse il futuro dittatore ad avversare l'alcool per il resto dei suoi giorni.<ref>Joachim C. Fest, ''Hitler, una carriera'', Rizzoli, 1978, (BUR).</ref> L'ubriacatura venne descritta dal futuro dittatore come una sorta di "goliardata di fine anno scolastico" in un'osteria locale, bisboccia durante la quale "erroneamente" scambiò – a suo dire – la pagella per la carta igienica.<ref name="ReferenceC" />
 
Nel 1904 durante la catechesi per la [[Confermazione|cresima]] Hitler per un paio di mesi meditò di farsi prete, essendo molto affascinato dalle celebrazioni religiose e dall'organizzazione gerarchica della Chiesa cattolica.<ref name="Pino Rauti 1966">{{cita|Rauti 1966|titolo=L'immane conflitto}}.</ref> Hitler era un bambino intelligente, ma umorale e fu bocciato due volte agli esami per ottenere l'ammissione all'educazione superiore a [[Linz]].<ref>{{en}}[http://www.historyplace.com/worldwar2/riseofhitler/art.htm The Rise of Adolf Hitler] su ''The history place'']</ref> A proposito del [[cristianesimo]] Hitler, che amava particolarmente lo studio della storia, rifiutava l'ascendenza ebrea di [[Gesù|Gesù Cristo]], sposando la tesi dello scrittore romano anticristiano [[Celso (filosofo)|Celso]], secondo il quale il [[Messia]] sarebbe nato da una relazione adulterina di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] con un legionario romano di origine germanica, tal Panthera; aveva illustrato a [[Joseph Goebbels]] come il titolo di "Sommo Pontefice" portato dal [[Papa]] era appartenuto in precedenza agli imperatori romani e che la divisione amministrativa territoriale della chiesa in diocesi riprendeva letteralmente la sistemazione territoriale dell'[[impero romano]] di [[Diocleziano]] e di [[Costantino]].<ref name="Pino Rauti 1966" />
 
Hitler trascorse due anni da nullafacente,<ref>Successivamente nel ''Mein Kampf'' avrebbe descritto quegli anni come «i giorni più felici della mia vita; mi sembrarono quasi un sogno»; Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', Bompiani, Milano, 1934.</ref> girovagando per Linz assieme a un amico, anch'egli con velleità artistiche, tale [[August Kubizek]], sempre molto pungolato dalla madre affinché trovasse un lavoro. {{citazione necessaria|In questo periodo Hitler confidò all'amico d'essersi infatuato di una ragazza bionda di nome Stephanie.}} Nella primavera del [[1906]] Hitler partì alla volta di Vienna una prima volta per ritirare il bando d'ammissione all'[[Accademia di belle arti di Vienna|Accademia delle Belle Arti]] e per esercitarsi a dipingere soggetti umani e opere architettoniche (i temi dell'esame di ammissione).<ref>[https://www.telegraph.co.uk/culture/culturepicturegalleries/7512045/Adolf-Hitler-art-to-be-auctioned.html Alcuni presunti disegni di Adolf Hitler]</ref> La madre, dal carattere mite e remissivo, accondiscese alle richieste del figlio di iscriversi all'Accademia, finanziandogli il viaggio e il soggiorno, ma Hitler venne respinto una prima volta (ottobre 1907) all'esame di ammissione, risultando insufficiente alla prova di disegno e una seconda e definitiva volta l'anno successivo quando non riuscì nemmeno ad essere ammesso a sostenere l'esame preliminare per "scarsa attitudine." Dopo la prima bocciatura Hitler ottenne un colloquio col rettore dell'Accademia per conoscere i motivi per cui era stato respinto: gli venne detto che non era stato giudicato capace di raffigurare il corpo umano, ma che era abbastanza abile nel disegnare edifici, ragion per cui lo si consigliava d'iscriversi alla facoltà di architettura, il che era impossibile dal momento che il futuro dittatore era in possesso della sola licenza elementare.<ref>{{cita|Infield 1974|pp. 11,23}}.</ref>
 
Il 14 gennaio 1907 venne diagnosticato alla madre, già da alcuni mesi incapace di dormire per i prolungati dolori al petto, un carcinoma mammario ulcerato in stadio avanzato e subì una [[mastectomia radicale]] una settimana dopo; l'intervento chirurgico risultò, tuttavia, del tutto inutile, a causa della diagnosi tardiva. Per tutto il 1907 Hitler si prese cura della madre e dell'appartamento in cui vivevano. Klara morì all'età di 47 anni all'alba del 21 dicembre 1907 ("Il Natale peggiore di tutta la mia vita" ebbe ad affermare Hitler a [[Benito Mussolini|Mussolini]] durante l'ultima visita che il dittatore italiano fece al Führer nel [[1944]] alla "[[Tana del Lupo]]"). Il medico che curò invano la madre di Hitler era ebreo, tale Eduard Bloch, e non soffrì alcuna persecuzione durante tutto il regime hitleriano. Hitler gli espresse tutta la sua gratitudine per aver tentato invano di salvargli la madre: «Sappia che non lo dimenticherò mai!».<ref>[http://www.historyplace.com/worldwar2/riseofhitler/mother.htm The Rise of Hitler - Dec. 21, 1907 Hitler's Mother Dies <!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> All'età di 19 anni Adolf rimase così orfano. Sua madre riposa tuttora in una tomba del cimitero di Leonding, dove era stata tumulata la mattina del 23 dicembre 1907, accanto a quelle del marito e di uno dei figli morto in tenera età; Hitler, tuttavia, andò a visitare il cimitero soltanto dopo l'annessione dell'Austria alla Germania nel 1938. Ben presto a fine dicembre lasciò la sua casa per Vienna, dove aveva vaghe speranze di diventare un artista. Aveva diritto a una pensione da orfano, che integrava lavorando come illustratore. Aveva un certo talento artistico e spesso elaborava dipinti di case e grandi palazzi.
 
Perse la sua pensione nel 1910, ma per allora aveva ereditato qualche soldo da una zia. Secondo quanto asserito da sua cognata in un'intervista del [[1930]] al ''[[Daily Mail]]'' – il che però non trova ulteriori conferme,<ref name="Eugene Davidson 1977" /> Hitler nel novembre 1912 si trasferì a [[Liverpool]], dove il fratellastro Alois nel frattempo aveva conseguito una cospicua fortuna grazie all'apertura di due ristoranti. La vicenda che riguardò questo suo spostamento in [[Inghilterra]] è alquanto curiosa: infatti, il fratello Alois attendeva la sorella [[Angela Hitler|Angela]], alla quale aveva donato il biglietto e non ad Adolf, con il quale era peraltro in pessimi rapporti. Il periodo di soggiorno in Inghilterra fu per Hitler un tremendo e monotono esilio; egli infatti si confinò nell'appartamento del fratello approfittando della sua lauta generosità. Nell'aprile del 1913, incoraggiato da Alois e dalla moglie, stanchi della sua invadente presenza tornò a Vienna, nella capitale austriaca, ove ritrovò improvvisamente l'estro artistico perduto a Liverpool.
 
Fu a Vienna, dove visse tra il febbraio 1908 e il maggio 1913, che Hitler iniziò ad avvicinarsi all'[[antisemitismo]], un'ossessione che avrebbe dominato la sua vita e sarebbe divenuta la chiave di molte delle sue azioni successive.<ref>{{cita|Bullock 1962}}</ref> Vienna aveva una grossa comunità ebraica, comprendente molti [[Ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] dell'Europa orientale. Hitler in seguito ricordò il suo disgusto nell'incontrare gli ebrei viennesi.<ref name="autogenerato1" /> In quegli anni venne stampata una rivista zeppa di teorie e tesi antisemite dal nome di "[[Ostara]]", che pure Hitler risulta leggesse la sera nel dormitorio comunale, come testimoniarono alcuni suoi compagni di camera.<ref name="autogenerato2">{{cita|Fest 2005}}.</ref> A quest'epoca risale la sua iscrizione alla "[[Lega antisemita]]" di [[Adolf Lanz]] e ai primi mesi del 1909 la partecipazione alle riunioni iniziatiche di tale associazione.<ref>{{cita|Galli 2005|pp. 113-114}}.</ref>
 
A Vienna l'antisemitismo si era sviluppato dalle sue origini religiose in una dottrina politica, promosso da pubblicisti come [[Adolf Lanz|Lanz von Liebenfels]], i cui libelli venivano letti da Hitler, e da politici come [[Karl Lueger]], borgomastro di Vienna, o [[Georg von Schönerer]], che contribuì agli aspetti [[Razzismo|razziali]] dell'antisemitismo. Da loro Hitler acquisì il credo nella superiorità della [[razza ariana]], che formò le basi delle sue idee politiche. Hitler arrivò a credere che gli ebrei fossero i nemici naturali degli "ariani" e fossero anche in qualche modo responsabili per la sua povertà e incapacità di ottenere il successo che credeva di meritare. Il rapporto di Hitler con il [[Questione ebraica|problema ebraico]] e la sua genesi in questi anni è comunque piuttosto controverso; infatti testimonianze di [[Reinhold Hanisch]] sottolineano come Hitler tenesse rapporti di amicizia e dialogo con alcuni ebrei.
 
I soldi ereditati dalla zia ben presto terminarono e per diversi anni Hitler visse in una relativa oscurità; non si trovò mai in condizioni di reale indigenza, anche se dormiva in ostelli per soli uomini. Durante il tempo libero assisteva spesso all'opera nelle sale da concerto di Vienna, prediligendo i temi della [[mitologia norrena]] di [[Richard Wagner]]. Tra il 1909 e il 1910 Hitler venne sfrattato per morosità per due volte. Nel biennio 1911-1913 Hitler si adattò a dormire al dormitorio pubblico di [[Meidling]], il Männerheim ("Pensionato popolare per uomini") nelle vicinanze della stazione ferroviaria, dove giunse nel dicembre 1910, e a mangiare alla mensa del Convento dei Fratelli della Carità.
[[File:Adolf Hitler - Hofbräuhaus.jpg|thumb|Adolf Hitler, ''München Hofbräuhaus'', acquerello. Firmato in basso a destra]]
Guadagnava un qualche spicciolo vendendo acquerelli da lui stesso dipinti ed era a tal punto emaciato che un passante ebreo, che vendeva vestiti usati e che probabilmente gli era riconoscente per aver dipinto alcuni cartelloni pubblicitari per il suo negozio, si tolse il cappotto e glielo regalò.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/15/Uno_straccione_nome_Adolf_co_0_980715764.shtml "Corriere della Sera" del 15 luglio 1998]</ref> A detta di alcuni suoi compagni di dormitorio, gran parte degli acquirenti dei cartelloni di Hitler erano ebrei. In quegli anni il suo più caro amico fu un [[Cecoslovacchia|ceco]], il già citato Reinhold Hanisch, fino a quando non litigarono sulla spartizione dei compensi e Hitler lo denunciò per furto, facendolo condannare nell'agosto 1910 ad otto giorni di carcere, dopo i quali Hanisch continuò a falsificare acquerelli. Nel 1936 venne condannato dalla corte di Vienna per frode e morì l'anno seguente in carcere, probabilmente a causa di un attacco cardiaco.
 
Come ebbe a scrivere nel ''Mein Kampf'',<ref name=Kampf>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', Bompiani, Milano, 1934.</ref> e come fu riconosciuto da chi lo conobbe nel periodo viennese, egli si dedicava instancabilmente alla lettura, a cui dedicava molte ore del giorno e della notte. Ciò, unito alle dure esperienze esistenziali, gli avrebbe fatto definire la capitale austriaca come "[...] la più seria e profonda scuola della mia vita [...]. Non mi toccò di aggiungere poi gran cosa a quello che avevo accumulato allora".<ref name=Kampf/> Il 16 maggio 1913 l'imperial regio tribunale distrettuale di Linz dispose il versamento di una cospicua somma derivante dall'eredità paterna che ammontava a 819 Corone e 98 [[Heller]] e il 24 maggio, assieme all'amico [[Rudolf Häusler]] si recò al distretto di polizia della capitale per comunicare la partenza dalla capitale austriaca pur non indicando la meta.
 
Il 25 maggio [[1913]] Hitler si spostò a Monaco di Baviera, nel quartiere di [[Schwabing]]. La fuga da Vienna avvenne per evitare di prestare servizio militare nell'esercito austro-ungarico, dal momento che, come ebbe a scrivere nel suo ''[[Mein Kampf]]'', "quel crogiuolo di popoli inferiori mi aborriva: volevo togliermi di dosso la polvere viennese e mai avrei militato nell'esercito imperiale (austroungarico)". Lo fece per un motivo: sfuggire alle varie notifiche che gli inviavano a casa, per la leva militare (come Mussolini, del resto, faceva in quegli anni). Non riuscì però a sfuggire alla polizia, che ne chiese e ottenne l'estradizione. Risulta invece totalmente priva di fondamento la notizia riportata in alcune biografie che il futuro dittatore abbia trascorso l'estate e l'autunno del 1913 presso alcuni parenti in [[Gran Bretagna]].
 
Nel gennaio del 1914, bloccato dalla polizia prussiana in Baviera e riconsegnato a quella austriaca, dovette presentarsi al distretto militare di [[Salisburgo]] per la visita di leva. I medici militari lo giudicarono inidoneo senza neppur visitarlo il 5 febbraio e lo mandarono a casa "riformato", inabile perfino al servizio ausiliario, perché "gracile nel fisico, denutrito e mal ridotto nell'intero aspetto da sembrare tisico". Invece di essere contento, quel rifiuto fu per Hitler una ferita all'orgoglio. Hitler decise di rinunciare alla cittadinanza austriaca e, non avendo ottenuto quella tedesca, divenne [[Apolidia|apolide]]. Hitler visse in una soffitta sita al numero 34 di Schellesserheimerstrasse, presso un sarto che spesso veniva pagato anche in notevole ritardo circa il mensile d'affitto, ma col quale il futuro dittatore manterrà sempre un ottimo rapporto.<ref name="Eugene Davidson 1977">{{Cita|Davidson 1977}}.</ref> Curiosamente, al ritorno dalla [[Svizzera]], il futuro capo dell'[[Unione Sovietica]] [[Lenin]] aveva alloggiato al numero civico 106 della medesima via, quaranta metri più avanti.<ref>P. B. Boschesi, ''Hitler e il Nazismo verso la guerra'', Mondadori, 1981.</ref>
 
=== La genesi dell'antisemitismo durante gli anni giovanili ===
 
L'antisemitismo di Hitler risale quasi certamente ai tempi della frequentazione della [[Realschule]] di Linz, dove gran parte del corpo insegnante e degli studenti erano pangermanisti, ultranazionalisti e xenofobi.<ref>Eugene Davidson, ''L'ascesa di Adolf Hitler'', Newton & Compton, 2000, pp. 16-18; ISBN 88-8289-457-6.</ref>. Tra i compagni di studi del giovane Hitler c'era anche il futuro filosofo [[Ludwig Wittgenstein]], appartenente ad una facoltosa famiglia ebraica della città. Secondo la storica [[Kimberley Cornish]] Hitler, come altri, provava ostilità e invidia verso di lui, rafforzate dal luogo comune sugli ebrei capitalisti e usurai<ref name="Cornish">https://www.informagiovani-italia.com/hitler_e_wittgenstein_a_linz.htm</ref>. Fu lo stesso dittatore nel Mein Kampf ad affermare che il suo odio per gli ebrei sarebbe nato già durante gli anni scolastici, a causa della frequentazione di uno studente ebreo di cui non fece il nome: « uno di cui non ci fidavamo »<ref name="Cornish"/>. Sebbene lo stesso padre di Hitler non facesse mistero della sua xenofobia, in primis verso slavi, musulmani ed ebrei,<ref name="autogenerato1"/> l'ambiente scolastico fu determinante per la genesi dell'antisemitismo del futuro Führer, in quanto là circolavano senza censure le idee di [[Georg von Schönerer]]. Egli era un fanatico della "purezza della razza germanica", sostenitore di un'Austria etnicamente purificata dalle componenti non germaniche della popolazione, repubblicana e unita territorialmente all'[[impero tedesco]] e alla regione dei [[Sudeti]].<ref name="autogenerato1"/> Schönerer fu tra l'altro il primo ad utilizzare il saluto che diverrà quello d'ordinanza della Germania nazista, "Heil!", a propugnare il ritorno al [[paganesimo]] precristiano, ad identificare gli ebrei quali rei della [[speculazione]] internazionale, a giustificare i [[pogrom]] (uccisioni di massa) degli ebrei russi di [[Odessa]], [[Mahilëŭ|Mogilev]] e Kisinev (attuale [[Chișinău]]) e a definire gli ebrei "Todfeind" ("nemici mortali").<ref name="autogenerato1"/> Seguace di Schönerer era pure l'unico professore che aveva un certo ascendente sul giovane Hitler, tal [[Leopold Poetsch]], insegnante di storia (l'unica materia, assieme all'educazione fisica e al disegno, in cui Hitler eccelleva), assiduo lettore del mensile antisemita illustrato ''[[Der Scherer]]'', pubblicato ad [[Innsbruck]].<ref name="autogenerato1" />
 
Negli anni viennesi, Hitler era un assiduo lettore di ''[[Ostara (confraternita)|Ostara]]'', rivista a carattere antisemita, anticristiana e antistorica, che esce per la prima volta nel 1905 nell'allora [[impero austro-ungarico]], con una tiratura provvisoria di 100.000 copie, edita da [[Adolf Lanz|Jorg Lanz von Liebenfels]], un ex-monaco cistercense del [[Heligenkreuz|monastero della Santa Croce]] di Vienna. La rivista, che traeva il nome dalla dea germanica della fecondità e dell'abbondanza, le cui celebrazioni cadevano durante i mesi primaverili e che venne inglobata nella [[Pasqua]] cristiana, già conteneva alcuni programmi del futuro nazismo, quali la contrapposizione tra la razza germanica (''razza eletta'') e le razze inferiori, la riduzione in schiavitù di queste ultime e la loro messa al bando o tramite deportazione coatta in remote località quali [[Siberia]], [[Mongolia]] e [[Madagascar]], oppure mediante la semplice eliminazione fisica attraverso la purificazione col fuoco (testualmente: ''[[Olocausto]]''), la selezione razziale mediante l'[[eugenetica]] e la procreazione favorita di nascituri della razza eletta ([[Progetto Lebensborn|''Progetto Lebensborn'']]).<ref name="ReferenceA">{{cita|Feund 2006|p. 43}}.</ref> La tipografia della rivista era ubicata nel castello austriaco di [[Burg Werfestein]], a picco sul [[Danubio]], presso [[Wernstein am Inn]], nell'[[Austria Superiore]].
 
Proprio in tale sede, nel dicembre del 1907 venne per la prima volta issato un vessillo contenente una [[svastica]] rossa in campo giallo-oro, attorniata da fiordalisi.<ref>{{cita|Castelli 2006|p. 14}}.</ref> Il fondatore del futuro giornale del partito nazista, il ''Völkischer Beobatcher'', risulterà abbonato annualmente alla rivista ''Ostara - Rundschau''.<ref name="ReferenceA"/> Nonostante questo, Hitler chiuse ''motu proprio'' la tipografia quando, nel [[1938]] invase l'Austria.<ref name="autogenerato1"/> Al termine della [[seconda guerra mondiale]], von Liebenfels si vanterà, in un'intervista, di diversi fatti, ovvero che anche Lenin avrebbe apprezzato i suoi scritti, così come sua dichiarò la formula del saluto nazista "Sieg Heil!" ("Salute alla vittoria!").<ref name="autogenerato1"/> Tuttavia la teoria di Von Liebenfels derivava da quella del tedesco [[Guido von List]], che svolgeva un'attiva propaganda antisemita per mezzo di [[Alfred Schuler]], il cui territorio d'azione era incentrato sul quartiere di [[Schwabing]], a Monaco di Baviera, il "quartiere degli artisti", ove risiedevano in quegli anni sia Lenin che Hitler.<ref name="ReferenceA"/>
 
Nel 1951, tre anni prima di morire, Von Liebenfels concedette un'intervista al giornalista [[Wilfried Daim]], in cui affermava di rammentare una visita del giovane Hitler del 1909 nella sede ove si pubblicava ''Ostara''. Rammentava che Hitler era talmente indigente da non potersi permettere di acquistare i numeri arretrati della rivista, che gli furono donati assieme ad alcuni spiccioli per il biglietto di ritorno sull'autobus.<ref>Wilfried Daim, ''Der Mann, der Hitler, die Idee gab'', München, 1958.</ref> Hitler stesso, in un passaggio del suo ''Mein Kampf'' riconosce che "[...] la documentazione durante gli anni viennesi su quegli opuscoli (Ostara) ha gettato fondamenta di granito per la mia personale visione del mondo". Nel periodo in cui Hitler giunse a Monaco, in tutta la Germania si contavano diverse associazioni più o meno segrete che inneggiavano alla purezza della razza germanica. Le più rappresentative erano:
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* Armanenschaft ([[Lega degli Armani]])
* Bund für persönliche Religion ([[Lega pro religione personale]])
* Deutschbund ([[Lega tedesca]])
* Deutsche Erneuerungsgemeinde ([[Comunità tedesca di rinnovamento]])
* Deutschgläubige Bewegung ([[Movimento dei credenti tedeschi]])
* Deutsche Monistenbund ([[Lega tedesca dei Monisti]])
* Freie Gemeinde vom deutschen Leben ([[Libera comunità di vita tedesca]])
* Germanenbund (Lega germanica)
* Germanenorden ([[Ordine germanico]])
* Jungborn ([[Fonte di giovinezza]])
* Jungdeutscher Orden ([[Ordine dei giovani tedeschi]]){{Colonne spezza}}
* [[Lichtfreunde]] ([[Amici della luce]])
* [[Lumen Klub]] ([[Club dei Lumi]])
* Neutempler ([[Nuovi Templari]])
* Thule Gesellschaft ([[Società Thule]])
* Wodan Gesellschaft ([[Società di Odino]])
* Wodan Hammer ([[Martello d'Odino]])
* Heilig Graal Reitern ([[Cavalieri del Santo Graal]])
* Nibelunghenbrüdern ([[Fratelli dei Nibelunghi]])
* Deutschedarlehen Orden ([[Ordine della fede tedesca]])
* Parsifalbund ([[Lega di Parsifal]])
* Bezauberndaugenringe Begleitern ([[Compagni dell'anello magico]])
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Gran parte di queste società fioriscono in Baviera tra il 1890 e il 1930 e hanno come programma, oltre al pangermanesimo, un antisemitismo più o meno esplicito e un carattere elitario esoterico.<ref>Marco Castelli, ''La svastica nelle tenebre - Nazismo Magico'', 2006, Ed. "Il Foglio", pp. 9-10; ISBN 88-7606-053-7.</ref><ref>{{cita|Feund 2006|pp. 24-26}}.</ref> Il simbolo adottato da una di queste, la Thule Gesellschaft, evidenziava un [[Gladio (arma)|gladio]] romano sovrapposto ad una svastica. Alcuni dei futuri alti gerarchi nazisti provenivano dalle file di questa associazione e anche l'ideatore dell'emblema, un dentista, tal [[Friedrich Krohn]], ne era affiliato e conosceva personalmente Hitler, essendo divenuto il ''[[Gauleiter]]'' della città bavarese di [[Rosenheim]].<ref>{{cita|Feund 2006|pp. 88-89}}.</ref> Lo stesso simbolo del partito nazista, la svastica, era noto ad Hitler fin dalla giovinezza: frequentando la scuola annessa al monastero benedettino della città austriaca di [[Lambach (Austria)|Lambach]], nel periodo tra il 1897 e il 1898, aveva potuto vedere che in diversi punti del monastero era presente la croce uncinata anziché quella romana.<ref>{{cita|Feund 2006|pp. 90-91}}.</ref>