Visconte: differenze tra le versioni

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Facendo riferimento all'ordinamento del 1943, il titolo di visconte segue quello di [[conte]] e precede quello di [[barone]].<ref>Ordinamento dello Stato Nobiliare Italiano, R.D. 7 giugno 1943 n.651 - Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno del 24 luglio 1943</ref>
 
Nell'araldica italiana e spagnola, la [[Corona (araldica)|corona]] di visconte è rappresentata da un cerchio d'oro cimato da cinque punte (3 visibili) sostenenti una perla, alternate da quattro piccole perle (due visibili) o da punte d'oro. Vi sono però altre fogge più o meno tollerate per la corona araldica di visconte.<ref>[http://www.roccioso.it/araldica/gentilizia/coronevisconte.htm Roccioso. Araldica gentilizia, Corone di Visconte<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Il predicato nobiliare delle famiglie ducali, è oggi tutelato dalla repubblica italiana, ai sensi del secondo comma della XIV disposizione costituzionale, che infatti recita: <<nowiki><i predicati esistenti prima del 28 ottobre 1922 fanno parte del nome>>. Il predicato nobiliare è il luogo geografico sul quale un casato esercitava anticamente i propri diritti feudali, che oggi l'ordinamento italiano riconosce e tutela come parte del </nowiki>[[cognome]], e come tale passa a tutta la discendenza, non solo a chi detiene il titolo.
 
Esempi:
 
* [[Luchino Visconti|Luchino Visconti di Modrone]] - il predicato è "di Modrone"
* [[Camillo Benso di Cavour]] - il predicato è "di Cavour"
 
Infatti il non riconoscimento dei titoli nobiliari, come sancito dal secondo comma della XIV disposizione transitoria dell'attuale costituzione italiana, si riferisce al fatto che essendo i titoli nobiliari di sovrana prerogativa, cioè concessi o revocati unicamente da un sovrano regnante su un trono (come era infatti sancito dal Regio Decreto n. 651 del 7.06.1943 dell'ultimo statuto fondamentale del regno d'Italia); facoltà dunque non nel potere del Presidente della Repubblica Italiana, per la sua stessa natura di capo di uno stato repubblicano, che non può quindi creare nuovi titoli nobiliari, non va però inteso come proibizione o disconoscimento degli antichi titoli nobiliari italiani di origine feudale, come appunto dimostra infatti il successivo passaggio costituzionale, per il quale i predicati feudali esistenti prima del 28 ottobre 1922 (instaurazione del regime fascista) fanno parte del cognome, e sono quindi tutelati dall'attuale ordinamento repubblicano, come patrimonio storico di una casata. Ne consegue che tutt'oggi le famiglie che hanno goduto di un titolo nobiliare con predicato feudale, hanno il diritto di esibire alla magistratura competente, in contraddittorio con l'attuale ufficio araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri<sup>[''[[Aiuto:Chiarezza|non chiaro]]'']</sup>, i documenti storici che ne comprovino l'uso, chiedendo quindi all'attuale ordinamento giuridico l'aggiunta del loro predicato feudale al cognome, azione giuridica che prende infatti il nome di ''cognomizzazione del predicato''.
 
== Note ==