Manipolazione dell'informazione: differenze tra le versioni

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Benché i [[giornalisti]] siano i primi gestori del materiale informativo, non sempre è ad essi che può ascriversi l'origine o la responsabilità consapevole dei casi di manipolazione del mezzo di comunicazione di massa.
 
Il flusso informativo, talvolta, ha origine presso organizzazioni complesse (organi politici o di governo, aziende private, istituti scientifici) dotate di una competenza specifica e, pertanto, di non immediata verifica<ref>Il professor [[Vincenzo Zeno-Zencovich]], in proposito, si scaglia contro «le cosiddette "[[Sala stampa|sale stampa]]" in [[Questura]]. Naturalmente in ciò non vi è nessun astio o pregiudizio nei confronti delle forze dell'ordine che in una situazione di generale inefficienza svolgono al meglio, e spesso con grandi sacrifici personali, il loro dovere. Ma il loro compito, appunto, è quello di mantenere, in senso lato, l'[[ordine]], non di fare l'informazione: a ciascuno il suo. (…) Gli scambi fra [[giornalista]] e "informatore" sono all'ordine del giorno in tutta la [[stampa]] "libera", e non solo in cronaca nera, ma essi sono particolarmente perniciosi in questo settore in quanto incidono sulla correttezza dell'informazione attorno a temi che suscitano grande "allarme sociale". Sappiamo che nelle grandi e medie città vi sono molti episodi di [[criminalità]]: una informazione onesta consente ai cittadini di esigere ed ottenere che chi è preposto all'[[ordine pubblico]] assuma le adeguate misure. (…) Scacciati i giornalisti dagli uffici di polizia, questa imparerà a comunicare per iscritto - assumendosene quindi la responsabilità - le operazioni compiute, fornendo gli indispensabili elementi di riscontro. Il cronista, fatta la tara (…), tolti un po’ di aggettivi e verificate per quanto può le notizie, stenderà un pezzo che conterrà ben distinti la versione della Questura e gli accertamenti svolti dall'articolista.» (V. Zeno-Zencovich, [http://www.giur.uniroma3.it/materiale/docenti/zeno/materiale/2012/alcune%20ragioni%20per%20sopprimere%20la%20%20%20%20%20%20%20%20%20%20%20libert%20di%20stampa.pdf ''Alcune ragioni per sopprimere la libertà di stampa''], Laterza, 1995, pp. 26-31).</ref>. Spesso si tratta di organizzazioni dotate di ''[[spin doctor]]s'', autorizzati a relazionarsi direttamente con la [[stampa]].
 
Benché anche queste organizzazioni possano essere autonomamente soggette ad obblighi di terzietà o di imparzialità (è il caso delle amministrazioni pubbliche), le loro attività di divulgazione di informazioni non sono sottoposte al codice deontologico del giornalista: ecco perché attività manipolatorie hanno talvolta origine al di fuori dell'organo di stampa. Questo se ne potrebbe fare tramite per cattiva [[Giornalista professionista|professionalità]] dei suoi esponenti o per timori della sua dirigenza nei confronti di potentati politici od economici in grado di influenzare la proprietà della testata giornalistica.