Via Francesco Cilea: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 6:
Alla fine della strada, all'incrocio di largo Martuscelli (denominato così perché si apre dinanzi al parco di [[Villa Ricciardi]], che ospita l'[[Istituto per Ciechi "Domenico Martuscelli"]]), l'antica ''via del Vomero'' risulta divisa in due parti, di cui la parte maggiore è la parallela e la parte minore (corso Europa) conduce a piazza Santo Stefano, confine del quartiere Vomero, da cui si snodano le strade verso gli altri quartieri; da largo Martuscelli si snoda anche via San Domenico (antico sentiero, asfaltato solo negli [[anni 1960|anni sessanta]], per secoli chiamato semplicemente "''strada che porta a [[Soccavo]]''"<ref>Antonio La Gala, ''Il Vomero e l'Arenella''.</ref>), che dapprima era una strada senza uscita (proseguiva soltanto con un tratto sterrato in aperta campagna), ma poi successivamente collegata al quartiere Soccavo all'inizio di via Epomeo, grazie anche alla contestuale realizzazione del raccordo con l'uscita ''Vomero'' della [[Autostrada A56|Tangenziale di Napoli]], il cui casello in uscita ed entrata su via Cilea la aveva già resa a suo tempo importantissima per i collegamenti cittadini. Recentemente, inoltre, proprio all'altezza dell'ingresso della Tangenziale, su Via Cilea è stata realizzata una semirotonda allo scopo di snellire il flusso del traffico e consentirne l'entrata da ambo i sensi di marcia.
 
A differenza di altre vie principali del Vomero, costruite nel periodo anteriore alla guerra e circondate da architetture umbertine o [[Art Nouveau|liberty]], via Cilea si contraddistingue per un'architettura moderna tipica degli anni della [[speculazione edilizia|speculazione]], composta di palazzi tanto alti da sembrare spesso sproporzionati alla strada, la quale, correndo sul crinale della collina, appare in alcuni tratti come "sospesa nel vuoto", e questo perché (le strutturefondamenta portantie le strutture sottostanti dei fabbricati ivi realizzati, infatti,- che sono praticamente "a vista" e costruite su terreni con fortissima pendenza - fanno sembrare sembranogli quasistessi una sorta di enormi "palafitte"). Le costruzioni selvagge e il notevole traffico veicolare hanno contribuito a rendere questa strada particolarmente fragile e soggetta a cedimenti.
 
Via Cilea è stata definita la strada più rappresentativa della nuova urbanistica del Vomero:<ref>Peter Gunn, ''Napoli - Un palinsesto'', 1961.</ref>