Donatello: differenze tra le versioni

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{{citazione|Donato fiorentino, detto Donatello, scultore da esser numerato tra li antichi, mirabile cierto in compositione el in varietà, pronto et con grande vivacità nello ordine, e nel situare le fiure, le quali tutte paiono in moto. Fu grande imitatore degli antichi, et di prospettive: fecie moltissime opere in Firenze, et altrove.
 
([[Libro di Antonio Billi]])}}<ref> C. de Fabriczy, ''Il Libro di Antonio Billi e le sue copie nella Biblioteca Nazionale di Firenze''
in ''«Archivio storico italiano fondato da G. P. Vieusseux e continuato a cura della R. deputazione di storia patria per le provincie della Toscana e dell’Umbria.''Quinta serie. Tomo VII, Anno 1891. In Firenze, presso G. P. Vieusseux, coi tipi di M. Cellini e C., 1891, Codice Petrei, p.21.</ref> }}
 
Nacque a [[Firenze]] nel [[1386]], figlio di Niccolò di Betto Bardi, cardatore di lana non imparentato con la famiglia comitale dei [[Bardi (famiglia)|Bardi]]. La sua era una famiglia modesta: il padre, irrequieto, condusse una vita tumultuosa, avendo partecipato prima alla [[rivolta dei Ciompi]] del [[1378]] e poi ad altre azioni contro [[Firenze]], che lo portarono a essere condannato a morte e poi perdonato con il condono della pena; un carattere molto diverso da quel suo figliolo così minuto, signorile, elegante e delicato tanto da essere vezzeggiato con il nome di Donatello. Secondo il [[Vasari]], il giovane venne educato nella casa di [[Roberto Martelli]].La prima menzione documentata risale al [[1401]], quando a [[Pistoia]] venne segnalato per il fatto poco onorevole di aver picchiato un tedesco di nome Anichinus Pieri, procurandogli ferite piuttosto serie. Ne seguì una condanna che in caso di reiterazione recidiva avrebbe portato a una salata multa in denaro. Non si conoscono altri episodi di violenza che lo coinvolsero, anche se in numerosi aneddoti dei biografi è tramandato un temperamento piuttosto passionale. La presenza in Pistoia potrebbe essere legata ai lavori del giovane [[Filippo Brunelleschi]] e della bottega di [[Lunardo di Mazzeo]] e [[Piero di Giovanni da Pistoia]] per l'[[altare di San Jacopo]], magari nel ruolo di garzone-apprendista.Una formazione come orafo, allora molto comune per chi voleva intraprendere una qualsiasi carriera artistica, è suffragata solo da prove indiziarie come questa e non è sicura. Dal [[1402]], fino al [[1404]], fu a [[Roma]] con Brunelleschi, più anziano di lui di circa dieci anni, per studiare "l'antico". Tra i due si andava instaurando un intenso rapporto di amicizia ed il soggiorno romano fu cruciale per le vicende artistiche di entrambi. Essi poterono osservare i copiosi resti antichi, copiarli e studiarli per trarre ispirazione. Il [[Vasari]] racconta come i due vagassero nella città spopolata alla ricerca di "pezzi di capitelli, colonne, cornici e basamenti di edifizii", arrivando a scavare quando li vedevano affiorare dal terreno. Le dicerie iniziarono presto a circolare e la coppia veniva chiamata per dileggio "quella del tesoro", poiché si pensava che scavassero alla ricerca di tesori sepolti, e in effetti in qualche occasione rinvennero materiali preziosi, come qualche cameo o pietra dura intagliata o, addirittura, una brocca piena di medaglie.[[File:North Doors of the Florence Baptistry, upper.JPG|thumb|La porta nord del [[Battistero di Firenze]]]]