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{{Edificio civile
| nome edificio = Palazzo della Civiltà Italiana
| immagine = Roma EUR Palazzo Civiltà Italiana fronte.jpg
| didascalia = Il fronte del Palazzo da viale della Civiltà del Lavoro
| paese = ITA
| divamm1 = [[Lazio]]
| indirizzo = Quadrato della Concordia
| città = Roma
| periodo costruzione = 1939-53
| stato =
| stato completamento = <!-- di default è "in uso" -->
}}
Il '''palazzo della Civiltà Italiana''' — chiamato talora anche '''della Civiltà del Lavoro''' — è un [[monumento|edificio monumentale]] che si trova a [[Roma]] nel moderno quartiere dell’[[Europa (Roma)|EUR]].
Concepito fin dal 1936 e progettato nel 1937, la sua costruzione iniziò nel luglio 1938 e fu inaugurato, benché incompleto, nel 1940; i lavori si interruppero nel 1943 per poi essere ultimati nel [[secondo dopoguerra in Italia|dopoguerra]].
 
L’edificio è a pianta quadrata e si presenta come un parallelepipedo a quattro facce uguali, con struttura in [[calcestruzzo armato|cemento armato]] e copertura interamente in [[travertino]]; presenta 54 archi per facciata (9 in linea e 6 in colonna) e in ragione di ciò ricevette lo pseudonimo di ''Colosseo quadrato''.
 
È dichiarato dal [[Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo|MIBAC]] edificio di interesse culturale ex d.lgs. 42/2004, ed è quindi vincolato a usi espositivi e museali; da luglio 2013 e fino a tutto il 2028 è concesso in affitto al gruppo di alta moda [[Fendi]]<ref name="Fendi">{{Cita news | url = http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/07/18/news/cos_il_colosseo_quadrato_sar_la_vetrina_della_moda-63205525/ | titolo = Il Colosseo quadrato al gruppo Fendi-Arnault. A Roma l’ultimo colpo del re del lusso francese | pubblicazione = [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 18 luglio 2013 | accesso = 21 agosto 2017}}</ref><ref name="Fendi Vogue">{{cita news | lingua = en | url = http://www.vogue.co.uk/news/2013/07/18/fendi-moves-headquarters-to-palazzo-della-civilta-italiano-in-rome | titolo = Fendi Relocates To A Roman Palace | data = 18 luglio 2013 | autore = Sarah Karmali | accesso = 18 luglio 2013 | pubblicazione = [[Vogue (periodico)|Vogue UK]] | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170409143321/http://www.vogue.co.uk/article/fendi-moves-headquarters-to-palazzo-della-civilta-italiano-in-rome }}</ref>.
 
== Cenni storici ==
La storia del Palazzo è legata strettamente a quella dell’[[EUR]].
Infatti, dopo l’assegnazione a [[Roma]] (da poco capitale di un [[Impero d'Etiopia|impero]]) dell’[[Esposizione universale]] del 1942, il governo italiano intese cogliere l’occasione per celebrare in tale data il [[Storia del fascismo italiano|ventennale del regime fascista]]<ref name="Rossi134">{{cita | Rossi | pag. 134}}.</ref> e per sviluppare, contemporaneamente, l’urbanizzazione della città lungo l’asse viario che portava al mare<ref name="Rossi134" />.
 
Del dicembre 1936 è la legge che istituì l’Esposizione Universale di Roma, e del gennaio 1937 sono i primi inviti e bandi di concorso per l’ideazione degli edifici dell’istituendo quartiere della mostra, che prese il nome di «EUR 42» dall’acronimo dell’Esposizione e dall’anno di istituzione<ref name="Rossi135">{{Cita | Rossi | pag. 135}}.</ref>.
 
L’ente nato per vagliare i progetti architettonici dell’EUR 42 già ad aprile 1937 aveva deliberato i primi piani<ref name="Rossi135" />; per i palazzi più importanti furono banditi specifici concorsi tra giugno e ottobre di quello stesso anno: il [[Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi]], l’esedra di Piazza Imperiale (oggi piazza delle Nazioni Unite), il Museo delle Comunicazioni (oggi [[Archivio Centrale dello Stato]]), la [[Basilica dei Santi Pietro e Paolo (Roma)|basilica dei santi Pietro e Paolo]]<ref name="Rossi135" /> e il Palazzo della Civiltà Italiana (un ulteriore concorso per la realizzazione del Palazzo dell’Acqua e della Luce fu bandito un anno e mezzo più tardi ma il progetto non ebbe realizzazione)<ref name="Rossi135" />.
 
[[File:E42 in costruzione.jpg|upright=1.4|thumb|Una fase della costruzione del Palazzo nel 1940|left]]
La commissione esaminatrice — presieduta da [[Marcello Piacentini]] — promosse il progetto di [[Giovanni Guerrini (pittore)|Giovanni Guerrini]], [[Ernesto Lapadula]] e Mario Romano, ideatori di un palazzo di forma sostanzialmente cubica che presentava quattro facciate caratterizzate dalla presenza di archi<ref name="Rossi140">{{cita | Rossi | pag. 140}}.</ref>, in ragione di 77 per facciata (11 in lunghezza e 7 in altezza)<ref name="Rivista Architettura">{{Cita pubblicazione | titolo = Concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana | rivista = Architettura. Rivista del Sindacato nazionale fascista architetti | numero = 12 | editore = Treves | città = Milano | data = dicembre 1938 | pp = 849-64 | url = http://www.archidiap.com/beta/assets/uploads/2015/06/ARCHITETTURA-rivista-del-sindacato-nazionale-fascista-architetti-dicembre-1938-pp.-849-864.pdf | accesso = 20 giugno 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150620211403/http://www.archidiap.com/beta/assets/uploads/2015/06/ARCHITETTURA-rivista-del-sindacato-nazionale-fascista-architetti-dicembre-1938-pp.-849-864.pdf | dataarchivio = 20 giugno 2015 }}</ref>; nella successiva realizzazione pratica del progetto gli archi furono diminuiti a 54 (9 in lunghezza e 6 in altezza).
Il palazzo, i cui lavori presero inizio nel luglio del 1938<ref>{{cita news | url = http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0002/articleid,1127_01_1939_0093_0002_22550948/ | titolo = Il Duce nei quartieri della “E.42” | data = 19 aprile 1939 | accesso = 4 giugno 2011 | pubblicazione = [[La Stampa]]}}</ref>, assunse la forma di un [[parallelepipedo]] a base quadrata che sulle quattro testate riporta, scolpita sul travertino che lo ricopre, la dicitura in stampatello su tre righe: «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori».
Alto 60 metri<ref name="scheda">{{Cita web | sito = eurspa.it | url = http://www.eurspa.it/it/la-citta-nella-citta/patrimonio/edifici-storici/palazzo-civilta-italiana | titolo = Palazzo della Civiltà Italiana | accesso = 21 agosto 2017 | editore = [[EUR (azienda)|Roma Eur]] | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170821120842/http://www.eurspa.it/it/la-citta-nella-citta/patrimonio/edifici-storici/palazzo-civilta-italiana | dataarchivio = 21 agosto 2017 }}</ref>, con una base di 53 metri, esso poggia su un basamento a gradini la cui altezza massima, sul fronte che guarda la ferrovia Roma — Ostia, è di 18 metri<ref name="scheda" />, mentre invece dal lato di viale della Civiltà del Lavoro l’ingresso è praticamente a livello della strada.
 
Negli archi del piano terreno si trovano 28 statue (6 per le facciate verso viale della Civiltà del Lavoro e la scalinata, e 8 nelle altre due facciate), ciascuna di esse allegorica delle virtù del popolo italiano<ref name="guida">{{cita | Guida istituti | pagg. 39-41}}.</ref>: in senso orario a partire dalla prima a sinistra del fronte su viale della Civiltà del Lavoro figurano le allegorie dell’[[eroe|eroismo]], della [[musica]], l’[[artigianato]], il genio politico, l’ordine sociale, il [[lavoro]], l’[[agricoltura]], la [[filosofia]], il [[commercio]], l’[[industria]], l’[[archeologia]], l’[[astronomia]], la [[storia]], il genio inventivo, l’[[architettura]], il diritto, il primato della navigazione, la scultura, la [[matematica]], il genio del teatro, la [[chimica]], la [[stampa]], la [[medicina]], la [[geografia]], la [[fisica]], il genio della poesia, la [[pittura]] e il genio militare<ref name="guida" />.
Ai quattro angoli del basamento si trovano altrettanti monumenti equestri raffiguranti i [[Dioscuri]], opera di [[Publio Morbiducci]] e Alberto Felci<ref name="guida" />; la coppia di monumenti sul lato sudorientale guarda verso viale della Civiltà del Lavoro, quella sul lato nordoccidentale spazia verso la città dal lato aperto della collina su cui sorge l’edificio.
Tutto il complesso si trova, dal punto di vista toponomastico, in un’area chiamata Quadrato della Concordia.
 
[[File:Roma - Viale Civiltà del Lavoro e palazzo Civiltà Italiana in notturna.jpg|upright=1.4|right|thumb|Vista notturna del Palazzo]]
Sorge all’estremo nord-occidentale dell’asse prospettico (odierno viale della Civiltà del Lavoro) che, incrociando la Via Imperiale (oggi [[via Cristoforo Colombo (Roma)|via Cristoforo Colombo]]), termina, sul lato opposto, nella piazza che ospita il [[Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi]] (e il cui nome attuale è piazza John Fitzgerald Kennedy).
Realizzato a partire dal 1938, fu inaugurato, ancora incompleto, nel 1940.
La struttura (non visibile) è di [[calcestruzzo armato|cemento armato]], indispensabile per realizzare grossi volumi<ref name="Casciato">{{Cita|Casciato}}.</ref>; gli [[Arco (architettura)|archi]] delle facciate sono a tutto sesto e la struttura esterna è ricoperta interamente in [[travertino]], secondo una scelta non casuale che, in effetti, intendeva richiamare i valori di [[Impero romano|romanità]] a cui il regime si ispirava<ref name="Casciato" />.
 
[[File:Palacivilta22.jpg|thumb|upright=1.2|Portico laterale (1982)|left]]
Dal punto di vista architettonico il Palazzo è visto come un esempio di compromissione con il [[fascismo|regime]]: conservatore nell’impianto, esso aderisce quasi completamente allo schema formale imposto dallo spirito ideologico, di stampo monumentalistico, che si era oramai delineato in Italia dopo quindici anni di fascismo<ref name="Rossi136">{{Cita | Rossi | pag. 136}}.</ref>; la stessa scelta del [[travertino]], oltre a rispondere alle citate esigenze di ritorno alla tradizione dell’[[Impero romano]], serviva a soddisfare i ''desiderata'' [[autarchia|autarchici]] del regime, il quale voleva mostrare autosufficienza economica e capacità di realizzare un edificio di tali dimensioni utilizzando solamente la pietra<ref name="Rossi136" />, essendo l’uso del [[ferro]] e del [[cemento]] reso difficile dalla loro scarsa disponibilità derivante dalle sanzioni imposte all’[[Italia]] a seguito della [[guerra d'Etiopia]]<ref name="Rossi134" />.
 
I lavori sul Palazzo furono interrotti definitivamente nel 1943 ed esso, come il resto delle costruzioni fino ad allora realizzate (tra cui la Basilica, il Palazzo dei Congressi e l’esedra che oggi ospita le sedi dell’[[Istituto nazionale della previdenza sociale|INPS]] e dell’[[INA Assitalia|INA]]), servì dapprima come accampamento per le truppe [[germania nazista|tedesche]], poi alleate e infine, nell’immediato dopoguerra, come rifugio di sfollati<ref name="Rossi137">{{Cita | Rossi | pag. 137}}.</ref>.
A tal riguardo, il Palazzo fu anche teatro di una battaglia avvenuta il 9 settembre 1943 subito dopo l’[[Armistizio di Cassibile|Armistizio]]: sulla scalinata verso il Tevere avvenne uno scontro tra paracadutisti tedeschi, attestati nei pressi del vecchio ponte della Magliana, e soldati italiani, impegnati nel tentativo di rallentare ai primi l’avanzata verso il centro di Roma; nella battaglia rimase ucciso un artigliere italiano, poi decorato alla memoria<ref>{{Cita libro | editore = Associazione fra i Romani | città = Roma | anno = 1968 | titolo = Albo d’oro dei caduti nella difesa di Roma del settembre 1943 | pagina = 68}}</ref>.
Solo nel 1951, con la nascita dell’[[EUR (azienda)|Ente EUR]] (il quartiere mantenne l’acronimo ma fu ribattezzato “Europa”), fu possibile riprendere i lavori di completamento del quartiere, visto come nuovo polo di aggregazione degli uffici della [[Roma|Capitale]]<ref name="Rossi137" />; il Palazzo della Civiltà Italiana ospitò nel 1953 l’Esposizione Internazionale dell’Agricoltura<ref name="Casciato" /><ref>{{Cita web | url = http://www.europeana.eu/resolve/record/2051914/data_euscreenXL_IL5000026187 | titolo = Serata di gala all’E.A. 53 | accesso = 4 dicembre 2015 | sito = europeana.eu | editore = [[Europeana]] }}</ref> e a seguire fu utilizzato come sede della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro e per altri usi ministeriali<ref name="Casciato" />.
Con il tempo l’edificio si guadagnò anche il soprannome ironico di ''Palazzo groviera'' dai [[roma]]ni, per via della forma delle sue facciate<ref>{{cita news | url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/07/18/la-metafisica-di-palazzo-groviera.html | titolo = La metafisica di Palazzo Groviera | autore = Filippo Ceccarelli | pubblicazione = la Repubblica | data = 18 luglio 2013 | accesso = 6 dicembre 2013}}</ref>.
 
A metà degli [[anni 1980|anni ottanta]] l’Ente EUR riprese la piena gestione del Palazzo, che tuttavia rimase sostanzialmente inutilizzato salvo iniziative sporadiche<ref name="Casciato" />.
Nel 2006 un progetto del [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|ministero per i Beni e le Attività Culturali]] ne previde il restauro: oggetto degli interventi furono le facciate e il piano terreno, gli infissi e i terrazzi<ref name="EUR">{{Cita web | url = http://www.romaeur.it/La-Societa/Patrimonio/Palazzo-della-Civilta-Italiana | titolo = Palazzo della Civiltà Italiana | accesso = 1º aprile 2011 | editore = Roma Eur | sito = romaeur.it | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110402102050/http://www.romaeur.it/La-Societa/Patrimonio/Palazzo-della-Civilta-Italiana | dataarchivio = 2 aprile 2011 }}</ref>; i lavori, sotto la direzione dell’architetto Paolo Marconi<ref>{{Cita pubblicazione | titolo = Il progetto di restauro conservativo del Palazzo della Civiltà Italiana | autore = Paolo Marconi | rivista = MdiR — Monumenti di Roma | numero = 1 | editore = BetaGamma | città = Viterbo | data = febbraio 2004 | pp = 89-101 | ISSN = 1722-8840 }}</ref>, iniziarono nel 2008 e si conclusero il 15 dicembre 2010<ref name="EUR" />.
 
Il 18 luglio 2013 un accordo tra l’[[EUR (azienda)|EUR]] e il gruppo [[Fendi]] concesse a quest’ultimo il Palazzo in affitto per 15 anni fino a tutto il 2028<ref name="Fendi" /><ref name="Fendi Vogue" />; nel rispetto del vincolo a destinazione museale, stante la sua natura di edificio di interesse culturale<ref name="EUR" />, il gruppo annunciò la realizzazione al piano terreno di un’area destinata a esposizione aperta al pubblico per «celebrare la creatività e l’artigianalità del genio italiano»<ref name="Fendi" />.
 
Nel 2017 l’artista russo Pokras Lampas (Arsenij Pyženkov) dipinse sul tetto dell’edificio una [[calligrafia]] in giallo su sfondo nero raffigurante numerose parole aventi la lettera “F” per iniziale, nel quadro della campagna commerciale di Fendi ''F is For…''<ref name="Vogue Pokras">{{Cita news | titolo = Il graffito-poesia sul tetto del quartier generale Fendi | autore = Lella Scalia | data = 3 agosto 2017 | pubblicazione = Vogue Italia | url = https://www.vogue.it/news/vogue-arte/2017/08/03/graffito-poesia-sul-tetto-del-quartier-generale-fendi | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170805003926/http://www.vogue.it/news/vogue-arte/2017/08/03/graffito-poesia-sul-tetto-del-quartier-generale-fendi/ | accesso = 15 maggio 2019}}</ref>.
Si tratta della più estesa opera di calligrafia realizzata in Italia<ref name="Vogue Pokras" />.
 
== Cultura di massa ==
Per la sua particolare architettura e il suo richiamo alle forme monumentali della [[Roma (città antica)|Roma antica]], il Palazzo della Civiltà Italiana — come, del resto, anche altri luoghi dell’[[Europa (Roma)|EUR]] — è stato spesso l’ambientazione, oppure lo sfondo, di produzioni cinematografiche, televisive e spot [[pubblicità|pubblicitari]].