Shari'a: differenze tra le versioni
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In quello pragmatico, il [[fiqh]], ovvero la [[Giurisprudenza|scienza giurisprudenziale]] islamica interpretata secondo la legge sacra, rappresenta lo sforzo concreto esercitato per identificare la Legge di Dio; in tal senso, la letteratura legale prodotta dai [[giuristi]] (''faqīh''; pl. ''fuqahāʾ'') costituisce opera di [[fiqh]], non di sharīʿa.
Va sottolineato il tentativo, praticato in alcuni paesi a maggioranza islamica ([[Iran]] e [[Arabia Saudita]]), di intendere la shari'a non già quale codice di leggi comportamentali o consuetudinarie, bensì quali norme di [[diritto positivo]]; peraltro, la stessa shari'a distingue le norme riguardanti il culto e gli obblighi rituali da quelle di natura più giuridica.▼
== Fonti della sharī‘a ==
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== Natura della sharī‘a ==
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Sebbene in alcuni stati a maggioranza musulmana la sharī‘a venga considerata come una fonte di diritto positivo, nell'Islam delle origini e per molti studiosi attuali (tra i quali Tariq Ramadan) essa è più propriamente un codice di comportamento etico che dovrebbe essere privo di potere coercitivo.▼
▲Sebbene in alcuni stati a maggioranza musulmana la sharī‘a venga considerata come una fonte di diritto positivo, nell'Islam delle origini e per molti studiosi attuali (tra i quali Tariq Ramadan) essa è più propriamente un codice di comportamento etico che dovrebbe essere privo di potere coercitivo.
L'islam riconosce l'Antico e il Nuovo Testamento della Bibbia come testi religiosi sacri, secondi per importanza al Corano che chiarisce e completa la Rivelazione di Allah ai profeti. Le fonti normative del Corano prevalgono pertanto su tutta la tradizione biblica precedente.
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