Campobasso: differenze tra le versioni

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* ''[[Palazzo della Banca d'Italia (Campobasso)|Palazzo della Banca d'Italia]]'': L'edificio della Banca d'Italia venne inaugurato nel [[1925]]; la sua costruzione comportò l'abbattimento di molte case, compresa quella del Vecchio Dazio.
L'elegante palazzo è a tre piani. La facciata laterale offre una visione architettonica più scenografica: infatti, essendo leggermente arcuata, sembra quasi voler accogliere l'austero monumento a [[Gabriele Pepe]].
* ''[[Palazzo Mazzarotta]]'': Il palazzo risale al [[XVI secolo]] come sede di una confraternita religiosa e solo nel [[XVIII secolo]] diviene residenza della famiglia nobiliare napoletana dei Mazzarotta, le cui origini risalgono all'epoca aragonese. Un ramo di tale famiglia si trasferì infatti a Campobasso e si stabilì nel palazzo, dove è ancora visibile lo stemma con il delfino sul mare ondoso, variante dell'originale in cui era presente un serpente.. La parte interna ospita il [[Museo Sannitico di Campobasso|Museo Sannitico]].
[[File:Campobasso Palazzo mazzarotta.jpg|thumb|Palazzo Mazzarotta, sede del Museo Sannitico, visto da vico Pizzoferrato|alt=]]
* ''[[Palazzo Cannavina]]'': La sua edificazione va collocata tra il XVII e il XVIII secolo<ref name="amicomol">{{Cita web|url = http://www.amicomol.com/PalazzidelMolise.html|titolo = I Palazzi della Provincia di Campobasso|autore = Franco Nicola|sito = www.amicomol.com|accesso = 9 settembre 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150909124435/http://www.amicomol.com/PalazzidelMolise.html|dataarchivio = 9 settembre 2015|urlmorto = no}}</ref>, fu poi ampiamente rimaneggiato nel corso del XIX secolo. Lo stabile appartenne prima ai [[Carafa]], duchi di Jelsi e feudatari di Campobasso, poi, non avendo questi eredi<ref name="amicomol"/>, passò ai baroni di Campobasso che lo tennero in proprietà fino al 1742<ref name="amicomol"/> . Fu bene demaniale fino al 1783<ref name="amicomol"/>, quando venne acquistato dalla famiglia Salottolo<ref name="amicomol"/>; passò infine alla famiglia Cannavina, il cui nome è rimasto all'edificio<ref name="amicomol"/>. Nel 2011 gli arredamenti e il palazzo sono stati messi in vendita dagli eredi.