Domenico Paladino: differenze tra le versioni

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Inizia nel 1982 ad esporre per la Galleria Waddington di Londra, rapporto consolidato negli anni, tuttora esistente.
 
Sempre al 1982 risalgono i viaggi in Sud America, in Brasile per l'esattezza, dove ha occasione di studiare e di conoscere la cultura locale, le etnie e le civiltà intrise di animismo primitivo che lo porteranno a riflessioni e ad emozioni uniche che inevitabilmente convoglieranno nei simboli, negli oggetti, e nei colori dei lavori di quegli anni (come quello presentato per la [http://www.goricoll.it/index.php?file=opere&id_cell_opera=52 Collezione Gori] alla [http://www.goricoll.it/ Fattoria di Celle] a Santomato di Pistoia). Paladino infatti afferma che “l'arte non è cosa di superficie, non è cosa sociologica, non è tempesta poetica. L'arte è un lento procedere intorno al linguaggio dei segni”.<ref>{{cita libro | autore= John Sallis|autore2 =Danilo Eccher| titolo= Paladino: una monografia| anno= 2001| editore= Charta| città= Milano }}</ref>
L'inizio degli anni ottanta è costellato di numerosi viaggi, soprattutto negli Stati Uniti dove nel 1983 allestisce la sua prima personale presso la Galleria Sperone Westwater di New York e dove tiene a Los Angeles presso il New Port Harbour Art Museum una personale. Sempre nel 1983 presenta Giardino Chiuso a Modena, alla Galleria Mazzoli, nella mostra omonima. Oltre a personali nelle gallerie di Stoccolma, Monaco, New York, Roma, Toronto, partecipa a importanti collettive, come quella dedicata alla Transavanguardia alla Sala de Exposiciones de la Caja de Pensiones di Madrid e, alla [[Tate Gallery]] di Londra, alla rassegna "New Art at the Tate Gallery 1983". Questo è anche l'anno della realizzazione, assieme all'architetto Roberto Serino, del complesso abitativo di Paduli, dove realizza la sua abitazione e i suoi studi, progetto di grande impatto ambientale, con segni della sua arte sparsi in tutto il vasto territorio collinare a fare da collante alle varie quinte architettoniche. {{citazione necessaria|Il lavoro di Paladino vede l’inserimento costante di un dialogo intenso e privilegiato tra pittura monocromatica e scultura pseudo figurativa, che vede il suo apice nelle installazioni dalle grandi dimensioni, dove sulle tele vengono inseriti oggetti che lo porteranno a realizzazioni in tre dimensioni.}}