Assedio di Roma (537-538): differenze tra le versioni
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[[File:Celio - le mura tra porta san Sebastiano e porta Ardeatina 2004.JPG|thumb|upright=1.4|Le [[mura aureliane]], da Porta san Sebastiano a Porta Ardeatina.]]
L'assedio di Roma fu una delle battaglie più importanti della prima fase della guerra gotica, ed è la parte che conosciamo meglio, grazie all'opera scritta dal consigliere giuridico di [[Belisario]], [[Procopio di Cesarea|Procopio]]. Questa battaglia sancisce la straordinaria bravura del [[generalissimo (grado)|generalissimo]] Belisario, che con poche truppe sconfiggerà gli ostrogoti, usando la superiore tecnologia dell'[[Impero bizantino]], in confronto a quella degli ostrogoti che non avevano le capacità di combattere a disposizione dei bizantini. Belisario a Roma usò la sua tattica prediletta, che consisteva nella cosiddetta "guerra di logoramento", cioè nell'evitare il più possibile lo scontro in campo aperto con il nemico, ma nel continuare a infastidirlo con scaramucce eseguite quasi interamente da arcieri a cavallo. Una tecnica che in questo frangente si rivelò ottima, visto che gli ostrogoti avevano solo arcieri appiedati e non riuscivano ad addestrare truppe che sapessero montare a cavallo e scoccare frecce mentre galoppavano; quindi gli arcieri ostrogoti non potevano mai rispondere al
Fu totalmente colpa degli ostrogoti, se il loro assedio fallì, vista la loro incapacità di condurlo, nonostante la loro superiorità numerica. Quest'ultima, tuttavia, veniva annullata dai [[catafratto|catafratti]] bizantini quando scendevano in campo; il blocco navale fatto dagli ostrogoti e un tentativo di costruzione di una flotta furono poi vanificati del tutto dalla potentissima [[Marina bizantina]], che affondò la piccola flotta ostrogota e riuscì a portare i viveri a Roma.
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