Al Re Umberto: differenze tra le versioni
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Pur avendo avuto, in gioventù, simpatie per il movimento [[anarco-socialismo|anarco-socialista]], [[Giovanni Pascoli]] rimase molto scosso e amareggiato alla notizia della morte del Re, ucciso da un appartenente agli ambienti [[anarchici]] italiani, l'emigrato [[Gaetano Bresci]], gli stessi da cui era provenuto, due anni prima, anche l'assassino dell'imperatrice austrongarica [[Elisabetta di Baviera|Elisabetta detta ''Sissi'']] e ancora l'assassino del premier spagnolo [[Antonio Canovas del Castillo]] e quello del presidente francese [[Marie-François Sadi Carnot]].
Il sovrano [[Umberto I di Savoia|Umberto]], soprannominato il «Re buono» per l'attivismo dimostrato nel soccorrere la popolazione di [[Napoli]] colpita dal [[colera]] nel 1884,<ref>[http://www.lastampa.it/2016/07/29/cultura/anni-fa-lattentato-a-umberto-i-di-savoia-lanarchico-rubacuori-che-uccise-il-re-buono-7mN3Q019j9P5NyE7rq8mIM/pagina.html L'attentato a Umberto I di Savoia, il "re buono"].</ref> era peraltro già sopravvissuto
In occasione di quel fallito attentato, il giovane poeta Giovanni Pascoli, allora simpatizzante anarchico, avrebbe scritto un sonetto proprio inneggiante all'attentatore, dal presunto titolo ''Ode a Passannante'', che sarebbe
La paternità del componimento è tuttavia oggetto di controversie, dato che sia la sorella [[Maria Pascoli|Maria]], sia lo studioso [[Piero Bianconi]], hanno negato che Pascoli l'avesse scritto.<ref>Bianconi la definì «la più celebre e citata delle poesie inesistenti della letteratura italiana». Cfr. {{cita libro|autore=Piero Bianconi|titolo=Pascoli|p=26|editore=Morcelliana|anno=1935}}</ref> Malgrado la mancanza di fonti tangibili circa l'esistenza dell'ode, Gian Battista Lolli, vecchio segretario della federazione socialista di [[Bologna]] e amico del Pascoli, attribuì al poeta la realizzazione della lirica, dichiarando di averne assistito a una lettura da parte sua durante una manifestazione socialista.<ref>{{cita libro|autore=Giuseppe Galzerano|titolo=Giovanni Passannante|p=272|editore=Casalvelino Scalo|anno=2004}}</ref>
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Come gli altri componimenti delle ''Odi e Inni'', ''Al Re Umberto'' tratta di avvenimenti dell'attualità che il poeta considerava di portata nazionale,<ref>{{cita libro|autore=Romano Luperini|autore2=Daniela Brogi|titolo=Letteratura e identità nazionale nel Novecento|p=45|editore=Manni Editori|anno=2004}}</ref> affrontandoli nell'ottica di una [[solidarietà]] sociale e ideale, rivendicando una [[libertà di pensiero]] priva di legami con i [[partito|partiti]] e con le appartenenze politiche.<ref>{{cita libro|autore=G. Luigi Ruggio|titolo=Giovanni Pascoli|p=202|editore=Simonelli|anno=2010}}</ref>
La prima delle 12 [[strofe]] in totale in cui è strutturato l'inno,
<poem>:«In piedi, sei morto, tra i suoni
:dell'inno a cui bene si muore:
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L'inno poi presenta strofe sul tipico tema pascoliano del [[problema del male]], irrisolto.
Pascoli, infine, incita l'[[Italia]] ad andare dove la chiama il suo «[[fato]]», come il «Re forte» è andato alla ricerca del suo Ideale, di un «perno» nell'
<poem>:«Va, memore Italia, tra i primi
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