Toro di Falaride: differenze tra le versioni
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et propter uitam uiuendi perdere causas.
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Il filosofo greco [[Plotino]] ne fa menzione nelle ''[[Enneadi]]'' (I 13): «[...] ma egli [il saggio, ''ndr''] ha sempre con sé e per sé il massimo oggetto della scienza, <il Bene>, più che non creda colui che dice <d'esser felice> fosse anche nel toro di Falaride: la quale condizione è vano dirla piacevole, anche se lo si dica più volte».
Più di recente lo scrittore [[Gesualdo Bufalino]], nel suo romanzo ''Argo il cieco'', descrive con queste parole l'estate del 1951 a Modica, in Sicilia: "Sotto il sole il paese parve infocarsi come il toro di Falaride, ce ne volevano di granite per impietosire l'estate...".
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