Unipolarismo: differenze tra le versioni

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Per '''unipolarismo''' si intende il prevalere di una sola potenza nell'equilibrio delle forze mondiali. Nella [[storia contemporanea]] questo fenomeno si è verificato alla fine della [[Guerra fredda]], con il susseguente crollo dell'[[Unione Sovietica]] e il dominio degli [[Stati Uniti]] che ha messo fine alla condizione di [[bipolarismo]] preesistente.
Per '''unipolarismo''' si intende il prevalere di una sola potenza nell'equilibrio delle forze mondiali.
 
Per '''unipolarismo''' si intende il prevalere di una sola potenza nell'equilibrio delle forze mondiali. Nella [[storia contemporanea]] questo fenomeno si è verificato alla fine della [[Guerra fredda]], con il susseguente crollo dell'[[Unione Sovietica]] e il susseguente dominio di fatto degli [[Stati Uniti]], che ha messo fine alla condizione di [[bipolarismo]] preesistente.
 
==Storia==
Nel periodo compreso tra il [[1989]] (caduta del [[muro di Berlino]]) e il [[1991]] (dissoluzione dell'[[URSS]]) si chiuse un'epoca storica che aveva caratterizzato l'ultima parte del [[Novecento]] ed era stata chiamata [[Guerra Fredda]], ovvero la contrapposizione tra il blocco sovietico[[soviet]]ico e quello americano.
 
Il mondo sembrava avviato verso una nuova era di pace e di ordine, caratterizzata dal modello di vita occidentale. Questo nuovo ordine aveva al centro l'unica [[superpotenza]] rimasta, gli [[USA]], che attraverso il suo sistema di alleanze (in primo luogo la [[NATO]] ma anche l'[[ONU]], il [[Fondo Monetario Internazionale]], la [[Banca Mondiale]] etc...) sembrava in grado di garantire una sorta di "governo planetario".
 
Già nell'agosto del 1991, qualche mese dopo la conclusione della [[seconda guerra del Golfo]], gli Stati Uniti cercarono di tracciare le linee di un nuovo ordine internazionale adeguato ad un mondo ormai diventato unipolare. Questo tentativo confluì, nel [[1992]], in un documento intitolato ''[[Defence Planning Guidance]]'', in cui si affermava, tra le altre cose, che le potenze industriali dovranno mettere da parte il classico principio vestfalianowestfaliano della non ingerenza negli affari interni degli Stati sovrani: ''esse dovranno esercitare e legittimare di fatto un loro diritto-dovere di "ingerenza umanitaria" in tutti i casi in cui giudicheranno necessario intervenire per risolvere situazioni di crisi interne a singoli Stati.'' In questo quadro strategico la seconda guerra del Golfo viene interpretata come "il crogiolo del nuovo ordine mondiale".
 
La seconda guerra del Golfo, in effetti, fu il primo esempio di "guerra globale" all'inizio della nuova era prefigurata dalla superpotenza americana. Scoppiò in seguito all'invasione iraqena del [[Kuwait]] nell'agosto 1990 e fu la più imponente spedizione militare mai avvenuta fino a quel momento: vi parteciparono 27 Paesi alleati e nei 42 giorni della cosiddetta "tempesta nel deserto" (''[[desert storm]]'') venne utilizzata una quantità di esplosivo maggiore a quella usata dagli alleati nell'intera [[Seconda Guerra Mondiale]].