Sociologia della musica: differenze tra le versioni

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==Contaminazione della disciplina==
A partire dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] la sociologia della musica si è contaminata con altre discipline come l'[[antropologia]], l'[[etnomusicologia]], la [[storia della musica]], gli studi sulle [[sottocultura|sottoculture]] e la [[sociologia dell'arte]], confluendo nell'ambito interdisciplinare dei [[popular music studies]] (cfr. R. Middleton, ''Popular Music'', Feltrinelli, 1990).
 
''Prendiamo l'apparente ostilità di Adorno , la sua giusta critica alle idee primitive di coloro che credevano che gli uomini ascoltassero veramente la musica secondo categorie come 'classica' o 'leggera' (populär), e che dunque identificavano il simbolo verbale adoperato con l'oggetto. A tal proposito è giusto cogliere l'occasione per sottolineare che spesso si attribuisce alle espressioni 'sociologia teoretica' e 'sociologia empirica della musica' un significato reale; peraltro il nostro modo di intendere il concetto di musica nella stratificazione sociale si basa sulla consapevolezza che sotto il profilo squisitamente teoretico-conoscitivo risulta falsa la rigida frattura sociologica. L'unità dialettica di teoria ed empiria, sociologicamente parlando -ma anche per gli altri ambiti scientifici-, appare condizione essenziale della sua esistenza come scienza''<ref>[[Gildo De Stefano]], ''Trecento anni di jazz''</ref>
 
==Bibliografia==