Banca: differenze tra le versioni

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Per la quasi interezza del Medioevo la [[Repubblica di Venezia]] aveva il monopolio dei commerci tra Oriente e Occidente. La zona di Rialto era la quintessenza del commercio e i banchi fungevano da supporto finanziando con vere e proprie attività di [[merchant banking]] i trasporti delle merci oltre a quelli di cambiavalute e custodi.<ref>http://www.insula.it/images/pdf/resource/quadernipdf/Q07-02.pdf</ref>
 
Nonostante Venezia sia una delle 3 città più popolate e una della più ricche al mondo l'attività di merchant banking comporta rischi commerciali elevati. Si sussegguono così diverse chiusure ed aperture bancarie. Nonostante questo la Serenissima continua a fronteggiare grosse spese militari durante le guerre [[Guerre turco-veneziane]] e con gli altri stati.<ref>Storia di Venezia Musatti Filippi Editore pp 295-296</ref>
 
Altresì importante era l’azione dei banchieri privati a [[Firenze]] poiché avevano nelle loro mani il controllo di una vasta rete di interessi, che coinvolgeva buona parte della società fiorentina di quel tempo e in primo luogo il Popolo. A mettere in rilievo la loro funzione sarà proprio il continuo progresso delle tecniche commerciali come ad esempio il permesso dato al viaggiatore di versare, al momento della partenza, una somma di denaro che sfrutterà una volta giunto nel punto d’arrivo. La riuscita finanziaria delle compagnie fiorentine era legata alla connessione politica. Nel XIII secolo, la città lacerata dalle continue lotte tra [[Guelfi e ghibellini|ghibellini]] e [[Guelfi e ghibellini|guelfi]] vide trionfare questi ultimi. È nella stessa Firenze che furono esiliate grandi famiglie di banchieri proprio a causa delle lotte citate precedentemente. Dopo un fallimento delle banche e del comune di Firenze stesso nel 1345, la ripresa degli affari avverrà per merito della famiglia di [[Commercio|commercianti]] [[Medici]]. Infatti sono questi uomini d’affari a formare dei clan che cercavano di distruggersi l’un l’altro<ref>{{Cita libro|titolo=Ivan Cloulas, Lorenzo il Magnifico, Salerno editrice s.r.l, Roma, 1986 , pp. 16-23}}</ref>.