Poro (divinità): differenze tra le versioni

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La somiglianza con la [[teogonia (Esiodo)|teogonia]] esiodea, seppur legittima per alcuni aspetti, quali la nascita di principi secondo uno schema genetico, se ne distanzia per il carattere astratto e irriducibile all'antropoformizzazione, elemento che l'avvicina invece alla speculazione dei pensatori ionici quali [[Talete]] e [[Anassimene di Mileto|Anassimene]]<ref>Charles Segal, ''La lirica corale arcaica'', in Letteratura Greca, Cambridge University Press, 1985</ref>.
 
Nel ''[[Simposio]]'' di [[Platone]], Poro, figlio di [[Metide]], è la personificazione dell'[[ingegno]], dell'espediente. È avido di sapienza e ricco di risorse. È inteso quindi anche come abbondanza, ricchezza, risorsa; in contrasto con Penia la miseria.
 
Secondo il mito, il giorno in cui nacque [[Afrodite]] gli dèi diedero una festa in suo onore. Poro bevve molto nettare e completamente ebbro andò a stendersi nel giardino di [[Zeus]]. Dopo il banchetto, [[Penia (mitologia)|Penìa]] (la povertà) venne a mendicare alla festa e vedendo Poro, di cui era innamorata, ebbro e addormentato, ne approfittò per giacere con lui nella speranza di restare incinta. Penia restò effettivamente incinta e da questa unione nacque [[Eros]].