Maria Vingiani: differenze tra le versioni

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Partecipa con passione alla competizione politica, candidandosi alle elezioni comunali nella lista della Democrazia Cristiana, ottiene l’assessorato alle Belle Arti che le consente di allacciare vivaci rapporti con i paesi dell’est europeo (allora «oltre cortina»). Riesce, mediante gli scambi culturali, a «mettere in contatto credenti e chiese di varie confessioni <nowiki>[…]</nowiki> e a recapitare personalmente, con rischio talora “al limite dell’incidente diplomatico”, messaggi privati del patriarca Roncalli ai suoi fratelli vescovi in difficoltà ([[Josef Beran|J. Beran]] e [[Stefan Wyszyński|S.K.Wyszynski]])»<ref>Ivi, pp. 173-174; cf. T. Breza, ''La porta di bronzo'', Feltrinelli, Milano 1962, p.438</ref>.
 
Incontra lo storico ebreo francese [[Jules Isaac]], promotore della riconciliazione e del dialogo tra ebrei e cristiani<ref>[https://www.saenotizie.it/Convegni/Intervento%20Maria%20Vingiani%20su%20Jules%20Isaac.pdf intervento di Maria Vingiani su Jules Isaac, 1983 - XXI Sessione di formazione ecumenica del SAE]</ref>.
 
== Gli anni del Concilio ==