Abbazia di San Colombano: differenze tra le versioni

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[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Bobbio, 1978) - BEIC 6349366.jpg|thumb|Il chiostro con i portici davanti all'antico refettorio]]
[[File:San Colombano.jpg|thumb|Immagine di San Colombano della vetrata della cripta dell'Abbazia di Bobbio]]
Il monaco fondatore del cenobio di Bobbio morì in questo borgo, ma la sua eredità giunse in mani degne, a partire da [[Attala abate|Sant'Attala]] ([[615]]-[[627]]) e [[Bertulfo di Bobbio|San Bertulfo]] (627-[[640]]). Entrambi furono grandi per santità ed erudizione, ed entrambi ereditarono lo spirito apostolico di Colombano. E ci fu davvero bisogno di queste figure per contrastare l'[[arianesimo]], che divenne temibile con il re ariano [[Rotari]] ([[636]]-[[652]]). [[Arioaldo]], l'immediato predecessore di Rotari, che divenne cattolico, prima della sua conversione, fece uccidere Bladulfo, un monaco di Bobbio, perché non lo aveva salutato in quanto ariano. Si narra che Attala riportò Bladulfo in vita e liberò Arioaldo da una [[Esorcismo|possessione diabolica]], il castigo per il suo crimine, e che questo duplice [[miracolo]] fece [[conversione religiosa|convertire]] Arioaldo. Nel [[628]], quando Bertulfo si recò in [[pellegrinaggio]] a [[Roma]], [[papa Onorio I]] esentò Bobbio dalla giurisdizione episcopale, rendendo l'abbazia immediatamente soggetta alla [[Santa Sede]] (''nullius dioeceseos''). Con il successivo [[abate]], [[Bobuleno di Bobbio|Bobuleno]], fu introdotta la [[Regola benedettina]]. In un primo momento la sua osservanza fu facoltativa ma, con il passare del tempo, essa superò la più austera regola che era stata in uso fino a quel momento, così Bobbio entrò a far parte della Congregazione di Monte Cassino. Nel [[643]], su richiesta di Rotari e della regina [[Gundeperga]], [[papa Teodoro I]] concesse all'[[Abate mitrato|abate]] di Bobbio l'uso della [[mitra (copricapo)|mitra]] e degli altri simboli pontificali. Si è anche affermato che, già nel VII secolo, Bobbio avesse un [[vescovo]] chiamato Pietro Aldo, ma, secondo vari eminenti studiosi, tra i quali [[Ferdinando Ughelli]] e [[Pius Bonifacius Gams]], la Sede di Bobbio non fu fondata prima di altri quattro secoli, tuttavia una ricerca di fine Ottocento ha dimostrato che il nome del suo primo vescovo era veramente Pietro Aldo (Savio, 158).
 
La regola monastica stabilita da san Colombano fu approvata da un concilio a [[Mâcon]] nel [[627]], ma venne in seguito affiancata da quella mista [[Ordine benedettino|benedettina]], più moderata, a partire dal [[643]] sotto l'[[abate]], [[Bobuleno di Bobbio|Bobuleno]]: infatti monaci benedettini furono ospitati a Bobbio nel [[Chiesa di San Paolo (Bobbio)|Monastero di San Paolo di Mezzano]] e poi negli altri monasteri colombaniani italiani ed europei. Successivamente per mitigare l'austera regola venne definitivamente scelta per la vita cenobitica quella mista colombaniana-benedettina, pur rimanendo inalterati l'ordine e la parte di regola dedita allo studio alla scienza e all'insegnamento.
Molti monasteri colombaniani esteri già di regola mista dovettero all'inizio del [[IX secolo]] come altri riformarsi alla regola generale monastica benedettina dopo la riforma di [[Benedetto d'Aniane]] voluta dall'imperatore [[Ludovico il Pio]] in seguito fra il IX ed il X secolo perdettero la loro indipendenza e vennero sottoposti all'autorità dei vescovi locali.
Successivamente ciò avverrà progressivamente anche in Italia: a [[Bobbio]] l'ordine di San Colombano opererà fino allo scioglimento da parte del [[papa Niccolò V]] il 30 settembre del [[1448]], e dopo tale data subentreranno anche lì i monaci [[benedettini]] della Congregazione di Santa Giustina di [[Padova]]; anche se dopo il processo di Cremona del [[1200]] l'autorità abbaziale dovrà dipendere dal vescovo di Bobbio e non rimanere autonoma.
 
Sempre nel 643, su richiesta di Rotari e della regina [[Gundeperga]], [[papa Teodoro I]] concesse all'[[Abate mitrato|abate]] di Bobbio l'uso della [[mitra (copricapo)|mitra]] e degli altri simboli pontificali. Si è anche affermato che, già nel VII secolo, Bobbio avesse un [[vescovo]] chiamato Pietro Aldo, ma, secondo vari eminenti studiosi, tra i quali [[Ferdinando Ughelli]] e [[Pius Bonifacius Gams]], la Sede di Bobbio non fu fondata prima di altri quattro secoli, tuttavia una ricerca di fine Ottocento ha dimostrato che il nome del suo primo vescovo era veramente Pietro Aldo (Savio, 158).
 
Dal VII secolo in poi, in mezzo a diffuse turbolenze e ignoranza, Bobbio rimase una casa di pietà e di cultura. Grazie agli sforzi dei discepoli di Colombano, un numero sempre crescente di Longobardi fu ricevuto in seno alla Chiesa. Tuttavia, nella prima metà del VII secolo, la grande regione compresa tra [[Torino]], [[Verona]], [[Genova]] e [[Milano]] si trovava in una situazione di alta irreligiosità, dove riaffioravano anche fenomeni di [[idolatria]]. In realtà la situazione si protrasse fino al regno dell'usurpatore [[Grimoaldo]] ([[662]]-[[671]]), egli stesso un convertito, quando la maggior parte della popolazione si convertì al cattolicesimo. Da quel momento l'arianesimo scomparve dall'occidente. Gli storici dell'abbazia considerano come una delle sue principali glorie la parte di rilievo che ebbe nella parte finale della lotta a questa [[eresia]]. Il nipote di Teodolinda, [[Ariperto I]] ([[653]]-[[661]]), restituì a Bobbio tutte le terre che erano appartenute al Patrimonio di San Pietro. [[Ariperto II]] ([[702]]-[[712]]), nel [[707]], confermò la restituzione a [[papa Giovanni VII]]. Tuttavia i Longobardi presto si reimpossessarono delle terre ma, nel [[756]], [[Astolfo (re)|Astolfo]] ([[749]]-[[756]]) fu costretto da [[Pipino il Breve]] ad abbandonare le terre di pertinenza di Bobbio. In seguito, verso la fine del [[IX secolo]], l'abate Agilulfo ([[883]]-[[896]]) decise di spostare l'intero complesso cenobitico più a valle, iniziando la costruzione di un nuovo monastero. Nel [[1153]], [[Federico Barbarossa]] confermò attraverso due diversi documenti vari diritti e beni all'abbazia. Così accadde che agli abati, per secoli, furono riconosciuti grandi poteri temporali.
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Nell'anno [[1014]] l'imperatore [[Enrico II il Santo|Enrico II]], in occasione della sua incoronazione a [[Roma]], ottenne da [[papa Benedetto VIII]] l'erezione di Bobbio a sede vescovile. Pietroaldo, il primo vescovo, era stato abate di Bobbio dal [[999]] e molti dei suoi successori vissero per lungo tempo nell'abbazia nella quale molti di loro erano già stati monaci. Secondo l'Ughelli ed altri, nel [[1133]] Bobbio divenne [[Diocesi suffraganea|sede suffraganea]] di [[Arcidiocesi di Genova|Genova]]; il Savio, per la prima volta, trovò menzione di questa subordinazione in una [[bolla pontificia]] di [[papa Alessandro III]] datata 19 aprile [[1161]]. Di tanto in tanto sorsero controversie tra il vescovo ed i monaci perciò, nel [[1199]], [[papa Innocenzo III]] pubblicò due bolle in cui restituiva all'abbazia poteri spirituali e temporali ma, al contempo, autorizzava il vescovo a deporre un abate se questi non gli avesse obbedito.
 
La comunità originaria dei monaci dell'[[Ordine di San Colombano|colombaniani]] venne sciolta a Bobbio da [[papa Niccolò V]] il 30 settembre del [[1448]], successivamente subentrarono i monaci [[Ordine di San Benedetto|benedettini]] della Congregazione di Santa Giustina di Padova.
 
Nel [[1803]] i soldati francesi tolsero ai monaci l'abbazia e la chiesa di San Colombano; ciò che resta dell'abbazia è ora utilizzato come scuola comunale e la chiesa dove riposano le reliquie dei santi Colombano, Attala, Bertulfo, Cumiano ed altri è diventata una chiesa parrocchiale, servita dal clero secolare. Gli [[Altare|altari]] ed i [[Sarcofago|sarcofagi]] siti nella [[cripta]] presentano bellissimi ornamenti tipici dell'arte irlandese