Terraferma (film): differenze tra le versioni

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In estate, i giovanissimi visitatori Maura, Stefano e Marco arrivano col traghetto e affittano la casa di Filippo e Giulietta che vanno ad abitare in garage. Nel frattempo la barca è di nuovo pronta per partire, riparata da Ernesto, che durante la lavorazione ha rischiato un [[infarto]]. Egli però è un uomo all'antica, scettico nei confronti del progresso e nelle scoperte mediche, ragion per cui, sentendosi male di nuovo, si rifiuta di abbandonare l'isola, sua patria amata. Qualche giorno dopo l'arrivo dei tre ragazzi, Ernesto e Filippo, pescando in mare, incontrano una zattera strapiena di migranti africani. Chiamano la [[Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera|Guardia costiera]] che li avvisa di restare nelle vicinanze della zattera, ma di non prendere nessuno a bordo. Ernesto, in ossequio alla legge del mare, raccoglie alcuni migranti che stanno nuotando verso la barca, e quando sbarcano la maggioranza delle persone salvate può dileguarsi nella cittadina grazie alla protezione della notte.
 
Una donna incinta e suo figlio vengono portati da Ernesto nella propria casa, e nella stessa notte lei mette al mondo una bambina. Ernesto è compassionevole e offre alla donna la possibilità di restarnerestare da loro per alcuni giorni. Il giorno dopo la Guardia di Finanza inizia la ricerca dei rifugiati e confisca la barca di Ernesto, perché è senza la licenza per il trasporto di turisti, ma non trova fortunatamente i rifugiati migranti nella casa. Giulietta, irritatissima, vuole che Sara e i suoi bambini partano, ma Ernesto li protegge e li tiene in casa ancora per un po', rifiutandosi di obbedire alla spietata legge della Finanza. Col tempo anche in Giulietta cresce la simpatia per Sara, che come lei desidera niente di più che una vita migliore, scappando nel [[Nord Italia]], dove lavora suo marito, emigrato anni prima. Sara infatti rivela che ha iniziato il suo viaggio dal [[corno d'Africa]], è successivamente scesa sulla zattera in [[Libia]] e sta adesso cercando d'arrivare a [[Torino]], dove risiede il coniuge.
 
Una sera Filippo porta Maura al porto di [[Linosa]], dove ruba una piccola barca e la prende per un bagno. Quando accende la [[lampara]] posta ad un lato della barca per illuminare l'acqua per Maura, che si tuffa leggermente brilla in mare, vede che nuovamente un gruppo di migranti africani si sta avvicinando. Maura torna a bordo e Filippo è costretto a usare il timone per difendersi contro tutti i migranti che tentano di salire a bordo; successivamente accende il motore dell'imbarcazione e parte. La situazione nell'isola lentamente si sta facendo insostenibile, e pare che gli abitanti siano abbandonati a loro stessi, giacché le forze dell'ordine, in ossequio alla legge, devono impedire di accogliere i migranti, costretti a morire in mare. Infatti Nino, che sta organizzando una gita in barca sulla spiaggia per i turisti, vede una scia di morti annegati, che vengono accolti dai Carabinieri, che sono costretti ad adagiare i cadaveri sulla spiaggia, soccorrendo come meglio possono i sopravvissuti.