Pena pecuniaria: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m rb
Riga 5:
 
== Fondamento ==
La previsione di pene pecuniarie è frequente negli ordinamenti contemporanei come alternativa alla [[pena detentiva]], anche se può essere comminata in aggiunta a pene di tale genere. In certi ordinamenti analoghe sanzioni possono essere inflitte anche dall'[[amministrazione pubblica|autorità amministrativa]] (è il caso dđĐssadelle in[[sanzione unitàamministrativa|sanzioni monetarieamministrative ma inpecuniarie]] dell''giorni''ordinamento (o ''unità''italiano) e l'importo da pagare è determinato moltiplicando i giorni (o le unità) inflitti per il reddito medio giornaliero del condannato. Analoghe considerazioni hanno indotto certi ordinamenti, tra cui quello italiano, ad abbandonare o, quantomeno, attenuare la regola secondo la quale, in caso di mancato pagamento della pena pecuniaria, la stessa si converte in pena detentiva, in ragione di un giorno di vATELLAPROGKLVJSDKNV DVMC detenzione per un dato importo.
 
ciao vvrrreg
Le pene pecuniarie si differenziano dalla ''[[confisca (diritto penale)|confisca]]'' perché questa non ha ad oggetto una somma di denaro ma beni specifici, la cui proprietà è acquisita dalla pubblica amministrazione. Si differenziano, inoltre, dal ''[[risarcimento]] per equivalente'' perché questo è pagato a chi ha subito il danno e finalizzato a reintegrare il medesimo, mentre la pena pecuniaria è finalizzata, come tutte le pene, all'afflizione del trasgressore ed è pagata alla pubblica amministrazione.
Altri ordinamenti usano, invece, il termine ''multa'' (come in [[Spagna]], [[Portogallo]] ed altri paesi di [[lingua spagnola]] e [[lingua portoghese|portoghese]]) o ''ammenda'' (come in [[Francia]], [[Belgio]] ed altri paesi [[francofonia|francofoni]]) per designare la pena pecuniaria in generale. Del resto anche in Italia il ''termine multa, nel linguaggio corrente, viene impropriamente utilizzato per designare una generica sanzione pecuniaria, penale o amministrativa.''
 
Le pene pecuniarie presentano il problema della diversa incidenza secondo la ricchezza del condannato, attenuando il loro effetto afflittivo al crescere della stessa. Per ovviare a questo problema, vari ordinamenti attribuiscono al giudice il potere di adeguare l'importo da pagare al [[reddito]] del condannato. Un sistema più sofisticato è quello delle quote giornaliere, adottato da alcuni ordinamenti ([[Germania]], [[Svezia]], [[Danimarca]], [[Finlandia]], [[Svizzera]], [[Messico]] ecc.): la pena non è espressa in unità monetarie ma in ''giorni'' (o ''unità'') e l'importo da pagare è determinato moltiplicando i giorni (o le unità) inflitti per il reddito medio giornaliero del condannato. Analoghe considerazioni hanno indotto certi ordinamenti, tra cui quello italiano, ad abbandonare o, quantomeno, attenuare la regola secondo la quale, in caso di mancato pagamento della pena pecuniaria, la stessa si converte in pena detentiva, in ragione di un giorno di detenzione per un dato importo.
 
Altri ordinamenti usano, invece, il termine ''multa'' (come in [[Spagna]], [[Portogallo]] ed altri paesi di [[lingua spagnola]] e [[lingua portoghese|portoghese]]) o ''ammenda'' (come in [[Francia]], [[Belgio]] ed altri paesi [[francofonia|francofoni]]) per designare la pena pecuniaria in generale. Del resto anche in Italia il ''termine multa, nel linguaggio corrente, viene impropriamente utilizzato per designare una generica sanzione pecuniaria, penale o amministrativa.''
 
==Voci correlate==