Restauro della Pietà di Michelangelo: differenze tra le versioni

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m →‎Storia: il passato prossimo era incoerente col passato remoto usato poco più avanti. Il passato remoto è molto più consono all'oggetto e al contesto, storico, di questo racconto.
→‎Storia: +cn, meno frase siperflua di colore e poco enciclopedica
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== Storia ==
 
Un Vigile del Fuoco in divisa, in visita a San Pietro, bloccò l'autore del folle gesto; dopo avere allontanato la folla, per prima cosa si provvide a recuperare, nella stessa cappella dove è custodita la ''Pietà'' michelangiolesca, tutti i frammenti di marmo sparsi in terra. {{cn|Alcuni, incautamente prelevati come ''souvenir'' da una persona che si trovava all'interno della basilica, tornarono indietro dagli USA, nei mesi successivi, accompagnati da una lettera di scuse.}}
Seguì una lunga e paziente catalogazione, per dimensione, dalla più grande alla più minuta, di ogni scheggia, che in tutto erano una cinquantina. Bisognava accostare tra loro i frammenti di quel mosaico impazzito. Il compito di eseguire il lungo e complicato restauro fu affidato da [[Deoclecio Redig de Campos]], allora direttore generale dei [[Musei Vaticani]], a [[Vittorio Federici]], che dirigeva i Gabinetti Ricerche Scientifiche degli stessi Musei. Per buona sorte, si poté ricorrere a un calco in gesso della ''Pietà'', eseguito nel 1944 da [[Francesco Mercadali]] e conservato nel Museo Storico Artistico di San Pietro.
 
=== Riportare l'opera alla primitiva purezza? ===