Giudizio universale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 10:
Secondo i teologi alessandrini del III secolo [[Clemente]] e [[Origene]] e i loro numerosi sostenitori la misericordia di Dio deve prevalere e condurre a una riconciliazione universale ([[apocatastasi]]). Questa dottrina fu sempre sperata nella storia della Chiesa e della teologia, in quanto "la teologia non possiede alcuna conoscenza, né alcuna competenza per decidere sulle possibilità che Dio ha di mutare positivamente le libere decisioni delle sue creature senza distruggerne la libertà".<ref>Herbert Vorgrimler, ''Nuovo Dizionario Teologico'', Centro Editoriale Dehoniano, Bologna 2004, p. 66.</ref> La riprende anche il teologo cattolico [[Hans Urs von Balthasar]], che sottolinea come ad ella sembrano aderire alcuni fra i più famosi teologi cattolici, fra cui anche lo stesso [[Papa Benedetto XVI]].<ref>Hans Urs von Balthasar, ''[http://books.google.it/books?id=FhnlAAAACAAJ Sperare per tutti. Con l'aggiunta di "Breve discorso sull'inferno"; in appendice: "Apocatastasi"]'', Milano, Jaca Book, 1997. ISBN 88-163-0323-9; ISBN 978-88-16-30323-2.</ref>
 
 
== Il problema dello stato intermedio ==
La dottrina del giudizio finale solleva il problema dello stato delle anime fra il momento della loro morte e la seconda venuta di Cristo. La questione presenta problemi filosofici sia di antropologia (può sussistere l'anima senza il corpo?) sia di [[ontologia del tempo]]<ref>Per il recente dibattito su questo tema, rinnovato dalla scoperta della [[teoria della relatività]], si veda ad esempio: Dennis Diek (ed.), ''The ontology of Spacetime'', Philosophy and Foundations of Physics Vol. 1, Elsevier 2006.</ref> (Il tempo, inteso come flusso omogeneo, esiste oggettivamente oppure con la morte la persona raggiunge istantaneamente la "fine dei tempi"?). Questi problemi non hanno ancora trovato una soluzione da tutti condivisa. La dottrina che non esista alcuno stato intermedio perché alla morte ogni persona raggiunge il giudizio universale è ritenuta la più verosimile da [[Karl Rahner]], teologo cattolico e perito conciliare durante il [[Concilio Vaticano II]].<ref>Karl Rahner, ''Teologia dall'esperienza dello Spirito'', Paoline, Milano 1976</ref>