Messina: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Zorro55 (discussione | contributi)
Correzioni SOS in corso
Nessun oggetto della modifica
Riga 35:
'''Messina''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[mesˈsiːna]}} {{Link audio|It-Messina.ogg|<small>ascolta</small>}}; ''Missina'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]<ref name="ReferenceA">{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 392}}</ref>; Μεσσήνη/Μεσσήνα in [[Minoranza linguistica greca d'Italia#Distribuzione geografica|greco]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:230282}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> [[capoluogo]] dell'[[città metropolitana di Messina|omonima città metropolitana]] in [[Sicilia]], nonché tredicesimo comune italiano e terza [[Capoluogo#Capoluogo di regione|città non capoluogo di regione]] più popolosa d'Italia.
 
Sorge nei pressi dell'estrema punta nordorientale della Sicilia ([[Capo Peloro]]) sullo ''[[Stretto di Messina|Strettostretto]]'' che ne porta il nome. Il suo [[porto di Messina|porto]], scalo dei [[Traghettamento nello stretto di Messina|traghetti per il Continentecontinente]], è il primo<ref name="assoporti.it">{{cita web|url=http://www.assoporti.it/sites/www.assoporti.it/files/statistiche/Movimenti_portuali_2016_14apr17.pdf|titolo=Movimenti portuali italiani|urlmorto=sì}}</ref> in Italia per numero di passeggeri in transito e decimo<ref name="risposteturismo.it">{{cita web|url=http://www.risposteturismo.it/Public/RisposteTurismo(2017)_SpecialeCrociere.pdf|titolo=Traffico crocieristico al 2016|accesso=21 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822093507/http://www.risposteturismo.it/Public/RisposteTurismo(2017)_SpecialeCrociere.pdf|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref> per traffico crocieristico.
 
Colonia greca antica della Sicilia fondata con il nome di ''[[Zancle]]'' e poi ''[[Messana]]'', Messina raggiunse l'apice della sua grandezza fra il tardo medioevoMedioevo e la metà del XVII secolo, quando contendeva a [[Palermo]] il ruolo di capitale siciliana. Messa a ferro e fuoco nel [[1678]] dopo una storica [[Rivolta antispagnola di Messina|rivolta antispagnola]] che comportò l'annientamento della sua classe dirigente, venne gravemente danneggiata da un [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|terremoto nel 1783]]. Fu [[Assedio di Messina del 1848|assediata nel 1848]], durante la [[rivoluzione siciliana del 1848]] contro Ferdinando II di Borbone, subendo gravi danni. Nel [[1908]] un [[Terremoto di Messina del 1908|disastroso terremoto]] distrusse la città quasi per intero, provocando la morte di circa metà della popolazione. Ricostruita a partire dal [[1912]]<ref>{{cita web|url=https://ingvterremoti.wordpress.com/2015/12/28/i-terremoti-del-900-la-catastrofe-sismica-del-28-dicembre-1908/|titolo=La catastrofe sismica del 28 dicembre 1908|accesso=21 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822055757/https://ingvterremoti.wordpress.com/2015/12/28/i-terremoti-del-900-la-catastrofe-sismica-del-28-dicembre-1908/|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>, spesso in [[Art Nouveau|stile libertyLiberty]], la città moderna si presenta con una maglia ordinata e regolare con vie ampie e rettilinee in direzione nord-sud.
 
È importante e storica [[Università degli Studi di Messina|sede universitaria]] (la locale ''Studiorum Universitas'' fu fondata nel [[1548]] da [[Sant'Ignazio di Loyola]])<ref name="Università degli Studi di Messina">{{Cita web |url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=197&Itemid=548 |titolo=Università degli Studi di Messina |accesso=21 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822055812/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=197&Itemid=548 |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>.
 
== Geografia fisica ==
{{Immagine grande|Messina Strait.jpg|1100px|Veduta panoramica di Messina e dello Strettostretto}}
 
=== Territorio ===
Riga 48:
[[File:Stretto antico.jpg|thumb|Lo stretto di Messina visto dal Santuario di Montalto]]
 
Situata nell'angolo nord est della [[Sicilia]], sulla sponda occidentale dello [[Strettostretto di Messina]] ([[Mar Ionio]])— altitudine 3 metri [[s.l.m.]]<ref name="Geografia di Messina">{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/083/048/clima.html|sito=www.comuni-italiani.it|titolo=Geografia di Messina|data=22 agosto 2017|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://archive.is/20160722235624/http://www.acrmessina.club/news/173792464390/comunicato-stampa-n-33-del-20-07-2016|dataarchivio=22 luglio 2016|urlmorto=no}}</ref>— ha una superficie comunale di {{M|213.75|u=km²}}.
 
A {{M|96|u=km}} da [[Catania]]<ref>{{Cita web |url=http://distanzechilometriche.net/messina-catania/ |titolo=Distanza Messina-Catania |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822182232/https://distanzechilometriche.net/messina-catania/ |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref> e {{M|223|u=km}} da [[Palermo]]<ref>{{Cita web |url=http://distanzechilometriche.net/percorso.php?da=Messina&a=Palermo+PA%2C+Italia&mezzo=auto |titolo=Distanza Messina-Palermo |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822182304/https://distanzechilometriche.net/percorso.php?da=Messina&a=Palermo+PA%2C+Italia&mezzo=auto |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>, stretta tra le coste ionica e tirrenica ede i [[monti Peloritani]], si affaccia con il suo grande [[Porto di Messina|porto]] naturale (militare e commerciale), chiuso dalla [[penisola|penisoletta]] a forma di falce di [[Penisola di San Raineri|San Raineri]], di fronte a [[Villa San Giovanni]] e poco più a Nordnord rispetto a [[Reggio Calabria]]. [[Capo Peloro]], nella zona nord della città, è invece dirimpettaio adi [[Scilla (Italia)|Scilla]]. In queste acque è localizzato il mito di Scilla e Cariddi<ref>{{cita web|url=http://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/scilla_cariddi/|titolo=Mito di Scilla e Cariddi|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822215305/http://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/scilla_cariddi/|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>, i cui gorghi sono paragonati alla pena delle anime dell'inferno che girano in tondo e si urtano in eterno ("qui la gente riddi").
 
{{Citazione|Come fa l'onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s'intoppa, / così convien che qui la gente riddi.|[[Dante Alighieri]], ''Divina commedia'', VII canto dell'Inferno<ref>{{Cita web |url=http://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-vii.html |titolo=Divina commedia, VII canto dell'Inferno |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822182741/http://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-vii.html |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>}}
 
Dal livello del mare, all'interno dello stesso Comunecomune, è possibile salire sino a {{formatnum:1128}} metri s.l.m.<ref name="Geografia di Messina"/>, tramite i [[Collina|colli]] che sovrastano la città, al [[monte Dinnammare]] (dal latino "bimaris", due mari). Da qui la vista spazia sui due mari della città, lonio (sullo Strettostretto di Messina) e il Tirreno. A est, è possibile vedere l'intera città di Messina sottostante, mentre al di là del mare la Calabria dal suo punto più meridionale sino a [[Capo Vaticano]], in [[provincia di Vibo Valentia]]. A sud, l'imponente vista dell'[[Etna]]. A nord ovest, le [[isole Eolie]] e la costa tirrenica con Capo [[Milazzo]], Capo [[Tindari]] e Capo Calavà di [[Gioiosa Marea]]<ref name="Geografia di Messina"/>.
 
La città si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dello Strettostretto senza soluzione di continuità da [[Giampilieri Marina]] a [[Capo Peloro]] per 32 km<ref name="Territorio di Messina">{{cita web|url=http://srvwebced.comune.messina.it/territorio_popolazione/inizioterritorio.php|sito=www.comune.messina.it|titolo=Territorio di Messina|data=22 agosto 2017|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://archive.is/20160722235624/http://www.acrmessina.club/news/173792464390/comunicato-stampa-n-33-del-20-07-2016|dataarchivio=22 luglio 2016|urlmorto=no}}</ref> nella fascia jonica. La fascia tirrenica, di {{M|24|u=km}},<ref name="Territorio di Messina"/> si estende da [[Capo Peloro]] a Ponte Gallo. L'area urbana centrale, che può essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San Filippo — oggi coperti dal piano stradale, — è lunga circa {{M|12|u=km}}, con scarsa propensione verso [[ovest]] dovuta ai contrafforti collinari dei Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio reticolato urbano geometrico in detta direzione. L'estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte occidentale della città una certa pendenza, superata con scalinate e attraversata dalla panoramica circonvallazione a monte. Sono presenti numerose "intrusioni urbane" verso l'interno collinare in corrispondenza delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a inglobare come quartieri alcuni dei più antichi casali del territorio cittadino (i cosiddetti "Villaggi", che sono 48)<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=NbZADgAAQBAJ&pg=PT95&lpg=PT95&dq=48+villaggi+messina&source=bl&ots=qRqsd0uA08&sig=1GLiiTu3fVwVXdpdzrqSlNkG57A&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjOgsSX2-rVAhVEtRoKHRPRBDIQ6AEIWzAJ#v=onepage&q=48%20villaggi%20messina&f=false |titolo=L'alluvione di Messina |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822181528/https://books.google.it/books?id=NbZADgAAQBAJ&pg=PT95&lpg=PT95&dq=48+villaggi+messina&source=bl&ots=qRqsd0uA08&sig=1GLiiTu3fVwVXdpdzrqSlNkG57A&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjOgsSX2-rVAhVEtRoKHRPRBDIQ6AEIWzAJ#v=onepage&q=48%20villaggi%20messina&f=false |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>.
 
Messina è al centro di una zona agricola, con la produzione di [[agrumi]]<ref name="greenplanet.net">{{cita web|url=http://www.greenplanet.net/cresce-la-produzione-di-agrumi-bio-sicilia|titolo=Cresce la produzione di agrumi Bio in Sicilia|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822215436/http://www.greenplanet.net/cresce-la-produzione-di-agrumi-bio-sicilia|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref> (tra cui il [[limone]], l'[[arancio]], il [[Citrus reticulata|mandarino]] e il [[mandarancio]] o [[citrus × clementina|clementina]]), frutta, ortaggi, del vino D.O.C. [[Faro (vino)|Faro]]<ref>{{cita web|url=http://www.stradedeivini.it/disciplinare.asp?Titolo=FARO+Doc&Regione=Sicilia|titolo=Vino Faro DOC|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822174824/http://www.stradedeivini.it/disciplinare.asp?Titolo=FARO+Doc&Regione=Sicilia|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref> e della Birrabirra (DOC 15 e Birra dello Stretto) dal [[2016]]<ref>{{cita web|url=http://www.tempostretto.it/news/attesa-finita-domani-arrivano-birre-birrificio-messina-asta-beneficenza-prime-due-bottiglie.html|titolo=Birrificio Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822174858/http://www.tempostretto.it/news/attesa-finita-domani-arrivano-birre-birrificio-messina-asta-beneficenza-prime-due-bottiglie.html|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>. La città è [[Università degli studi di Messina|sede universitaria]] dal [[1548]]<ref name="Università degli Studi di Messina"/>, dell'[[Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela|Arcidiocesi Protometropolitana di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela]] e dell'[[Archimandritato del Santissimo Salvatore]] e di un'antica [[Fiera Internazionale di Messina]] svoltasi fino al [[2013]]<ref>{{cita web|url=http://www.lecodelsud.it/apertura-fiera-di-messina-poca-messinesita-e-tanta-noia|titolo=Fiera di Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160818003004/http://www.lecodelsud.it/apertura-fiera-di-messina-poca-messinesita-e-tanta-noia|dataarchivio=18 agosto 2016|urlmorto=no}}</ref>. Il [[porto]] era sede di un antico [[Arsenale militare marittimo di Messina|Arsenale]] militare ed è tuttora sede dei [[cantiere|cantieri]] navali [[Rodriquez Cantieri Navali|Rodriquez]] (ora [[Intermarine]]) e Palumbo<ref>{{Cita web |url=http://www.strettoweb.com/2017/03/messina-al-cantiere-palumbo-il-restyling-delle-nave-sharden-della-tirrenia/527675/ |titolo=A Messina, il restyling della nave Sharden della Tirrenia |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822181413/http://www.strettoweb.com/2017/03/messina-al-cantiere-palumbo-il-restyling-delle-nave-sharden-della-tirrenia/527675/ |dataarchivio=22 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>.
 
=== Clima ===
Riga 64:
Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen]], la città fa parte della fascia climatica Csa, un clima caldo e molto secco in estate e mite e piovoso nel semestre invernale. Detto anche [[clima mediterraneo]], con [[escursione termica|escursioni termiche]] decisamente contenute in ogni stagione.
 
L'[[inverno]], breve, presenta rari episodi di freddo che in sparuti casi può portare anche la neve nell'entroterra della città. L'ultimo episodio nevoso si è verificato il 7 gennaio [[2017]]<ref>{{cita web|url=http://www.gazzettadelsud.it/gallery/messina/227351/messina-i-colli-ricoperti-di-neve-foto.html|titolo=Messina e i colli ricoperti di neve|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822215254/http://www.gazzettadelsud.it/gallery/messina/227351/messina-i-colli-ricoperti-di-neve-foto.html|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>, precedutapreceduto dall'evento del 30 gennaio [[1999]]<ref>{{cita web|url=http://www.meteoweb.eu/2012/01/eccezionali-immagini-della-nevicata-del-30-gennaio-1999-a-messina-grazie-alle-foto-di-un-nostro-lettore/107378/|titolo=Le foto della nevicata di Messina del 30 gennaio 1999|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170822175809/http://www.meteoweb.eu/2012/01/eccezionali-immagini-della-nevicata-del-30-gennaio-1999-a-messina-grazie-alle-foto-di-un-nostro-lettore/107378/|dataarchivio=22 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>.
 
L'[[estate]], calda, grazie alle brezze marine non è particolarmente afosa. Infatti il valore medio di umidità tende ada essere più basso durante le ore più calde della giornata<ref name="clima.meteoam.it">{{Cita web |url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(420)Messina.pdf |titolo=420.xls |accesso=6 settembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722042606/http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(420)Messina.pdf |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlmorto=no }}</ref>. Inoltre la presenza del mare tende a contenere i valori massimi di temperatura; soltanto in presenza di venti meridionali (durante le maggiori ondate di calore) si raggiungono i {{M|40|u=°C}}, e in questi casi i tassi di umidità divengono molto alti arrivando oltre l'80%.
 
Le precipitazioni sono consistenti e infatti Messina è, tra i comuni medio-grandi isolani, la città costiera più piovosa della Sicilia. Una media pluviometrica annuale di {{M|846.9|u=mm}}<ref name="clima.meteoam.it"/> che pone la città dello stretto oltre le medie italiane. Le precipitazioni sono concentrate prevalentemente tra l'[[autunno]] e l'inverno ma nella stagione estiva non mancano alcuni temporali.
Riga 222:
{{Correggere|storia|giugno 2019}}
{{vedi anche|Storia di Messina}}
[[File:stretto di messina incisione.jpg|thumb|Lo Strettostretto di Messina in un'antica incisione.]]
[[File:Tarì.jpg|thumb|''Tarì'' d'argento di [[Ferdinando il Cattolico]], [[re di Spagna]] e [[Sicilia]] ([[1479]]-[[1516]]) coniato nella [[Zecca (moneta)|zecca]] di Messina]]
 
{{Citazione|Messina, nobile capitale della Sicilia|antico motto della città<ref>{{cita web|url=http://vmaison.it/la-storia-di-messina/|titolo=La storia di Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823024221/http://vmaison.it/la-storia-di-messina/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>|Messana nobilis Siciliae caput|lingua=la}}
 
Messina fu originariamente fondata da coloni Cumani e da [[Calcidesi]] dopo il [[750 a.C.]] (anno di fondazione della stessa [[Cuma]]), tuttavia non mancano studiosi anche contemporanei che si affidano alla cronologia (non del tutto affidabile) avanzata da [[Eusebio di Cesarea]], il quale ne suggerisce l'erezione nel [[757 a.C.]]<ref>{{Cita web |url=http://gazzetta.arkekairos.org/da-zancle-a-messina-2016-attraverso-la-storia-di-una-citta-sconosciuta/ |titolo=Messina, storia di una città sconosciuta |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823021240/http://gazzetta.arkekairos.org/da-zancle-a-messina-2016-attraverso-la-storia-di-una-citta-sconosciuta/ |dataarchivio=23 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>. Sulla base di questa discussa fondazione risulterebbe antecedente alla apoikia di [[Naxos]] e pertanto sarebbe, contrariamente a quanto asserito dalla pluralità delle fonti antiche, la prima colonia greca in Sicilia. Fondata con il nome di [[Zancle]] (dal [[lingua greca|greco]] Ζὰγκλης, che riprende un termine [[Siculi|siculo]] che significa "falce", perché la [[penisola di San Raineri]], porto naturale della città, somiglia ada una falce). Assunse il nome di Messene<ref name="Storia di Messina">{{cita web|url=https://florinpiscitello.wordpress.com/2015/06/07/zanclemessina/|sito=www.florinpiscitello.wordpress.com|titolo=Storia di Messina|data=22 agosto 2017|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://archive.is/20160722235624/http://www.acrmessina.club/news/173792464390/comunicato-stampa-n-33-del-20-07-2016|dataarchivio=22 luglio 2016|urlmorto=sì}}</ref> quando [[Anassilao di Reggio]], intorno al [[491 a.C.]], la conquista ai danni dei Milesii, dei Samii, e dall'esercito di [[Ippocrate di Gela]]<ref name="Storia di Messina"/>, e la ripopola con, tra gli altri, elementi provenienti dalla [[Messenia]]. I [[Civiltà romana|Romani]] la conquistarono nel [[264 a.C.]] e nel [[241 a.C.]] la ribattezzarono Messana, dopo la vittoria nella [[Primaprima guerra Punica]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilovemessina.it/la-dominazione-romana-messana/|titolo=La dominazione romana a Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823023926/http://www.ilovemessina.it/la-dominazione-romana-messana/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref> e dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] fu prima in possesso dei [[Bizantini]] che la ribattezzarono Messina<ref>{{cita web|url=http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-bizantina/|titolo=I bizantini a Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823022740/http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-bizantina/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>, dagli [[arabiArabi]] che la conquistarono nell'[[843|843 d.C.]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-araba/|titolo=Gli Arabi a Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823021500/http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-araba/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>. Nel [[1061]] venne conquistata dai [[Normanni]], con l'aiuto di [[Ruggero I d'Altavilla]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-normanna/|titolo=I Normanni a Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823024654/http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-normanna/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>.
 
Sotto i [[Storia della Sicilia sveva|dominî svevo]]-[[Storia della Sicilia angioina|angioino]]-[[Storia della Sicilia aragonese|aragonese]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-sveva/|titolo=Dominazione sveva a Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823024719/http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-sveva/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-degli-angioini/ |titolo=Copia archiviata |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823024641/http://www.ilovemessina.it/messina-durante-la-dominazione-degli-angioini/ |dataarchivio=23 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>, Messina raggiunse grande prosperità, divenendo [[lista di capitali storiche|capitale]] del [[Regno di Sicilia]] assieme a [[Palermo]]. La città, col suo fiorente porto fu anche legata alla [[lega anseatica]]<ref name="Walford">{{Cita pubblicazione |autore = Cornelius Walford |titolo = An Outline History of the Hanseatic League, More Particularly in Its Bearings upon English Commerce |p = 98 |url = http://www.cultus.hk/hist/readingsBaltic/History%20of%20the%20Hanseatic%20League.pdf |citazione = The following cities were also connected with the League, but did not have representation in the Diet, nor responsibility: (…) [[Marsiglia|Marseilles]], Messina, [[Napoli|Naples]] |accesso = 30 ottobre 2015 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151208160158/http://www.cultus.hk/hist/readingsBaltic/History%20of%20the%20Hanseatic%20League.pdf |dataarchivio = 8 dicembre 2015 |urlmorto = no }}</ref>.
Riga 240:
{{vedi anche|Terremoto del 1908}}
{{Correggere|storia|febbraio 2018}}
Nel [[1908]] la città subì un' altro [[terremoto di Messina del 1908|terribile terremoto]] e in seguito, quelle deii bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]]. Una pagina significativa dell'amicizia fra la città ede il popolo russo è legata al tragico terremoto del 1908. I primi soccorritori giunti a Messina furono proprio i marinai della flotta imperiale russa, che si trovava nel porto di [[Augusta (Italia)|Augusta]] per delle esercitazioni.<ref>{{cita web|url=http://www.globalgeografia.com/italia/terremoto_stretto1908_cap9.htm|titolo=Terremoto di Messina del 1908|accesso=25 novembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100103135841/http://globalgeografia.com/italia/terremoto_stretto1908_cap9.htm|dataarchivio=3 gennaio 2010|urlmorto=no}}</ref> Il terremoto di Messina è considerato uno degli eventi più catastrofici del [[XX secolo]]. Si verificò alle ore 05:21 del 28 dicembre 1908 e in 37 "lunghissimi" secondi danneggiò gravemente la città la zona causando migliaia di vittime. Nella nuvola di polvere che oscurò il cielo, sotto una pioggia torrenziale ede al buio, i sopravvissuti inebetiti e semivestiti non riuscirono a realizzarerendersi conto immediatamente ldell'accaduto. Alcuni si diressero verso il mare, altri rimasero nei pressi delle loro abitazioni nel generoso tentativo di portare soccorso a familiari ede amici. Qui furono colti dalle esplosioni e dagli incendi causati dal gas che si sprigionò dalle tubature interrotte. Tra voragini e montagne di macerie gli incendi si estesero, andarono in fiamme case, edifici e palazzi ubicati nella zona di via Cavour, via Cardines, via della Riviera, corso dei Mille, via Monastero Sant'Agostino. Ai danni provocati dalle scosse sismiche ede a quello degli incendi si aggiunsero quelli causati dal [[maremoto]], di impressionante violenza, che si riversò sulle zone costiere di tutto lo Strettostretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle località della costa orientale della Sicilia, da {{M|6|u=m}} a {{M|12|u=m}} di altezza. Lo [[Maremoto|tsunami]] in questo caso provocò molte vittime, fra i sopravvissuti che si erano ammassati sulla riva del mare, alla ricerca di un'ingannevole protezione. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al già tragico evento altra distruzione e morte. Onde gigantesche raggiunsero il litorale distruggendo quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli ede incendi furono trascinate al largo affogando miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l'una con l'altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del [[Faro di Messina|Faro]] situato a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La furia delle onde spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono [[Pellaro]], [[Lazzaro (Motta San Giovanni)|Lazzaro]] e [[Gallico (Reggio Calabria)|Gallico]] sulle coste calabresi; [[Briga Marina|Briga]] e [[Paradiso (Messina)|Paradiso]], [[Sant'Alessio Siculo|Sant'Alessio]] e le altre località fino a [[Riposto]] sulle coste siciliane. Gravissimo fu il numero delle vittime: Messina, che all'epoca contava circa {{formatnum:140000}} abitanti, ne perse circa {{formatnum:70000}}<ref name="comunemessina.gov.it">{{cita web|url=http://www.comunemessina.gov.it/turismo/alla-scoperta-di-messina-la-storia/|titolo=Storia di Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823031224/http://www.comunemessina.gov.it/turismo/alla-scoperta-di-messina-la-storia/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>. Messina era, a quell'epoca, uno dei più importanti porti del mondo. Il ministro [[Giuseppe Natoli]], riportò Messina ai fasti del passato, appena eletto deputato di Messina al neocostituito [[Parlamento siciliano]] fece la mozione (31 marzo 1848) per restituire a Messina il [[Porto franco (economia)|porto franco]] soppresso sessant'anni prima dai [[Borbone di Napoli|Borboni]]; la proposta fu approvata all'unanimità (dalla storia di Messina sul portale [http://www.granmirci.it/storia5.htm Gran Mirci]).
[[File:Giganti di Messina (Mata e Grifone) - Messina (Sicily) - Italy - 15 Aug. 2009 - (3).jpg|miniatura|300x300px|I giganti Mata e Grifone di cui narrano varie leggende relative alla città, vengono portati in giro per Messina durante la seconda settimana di agosto.]]
 
Riga 247:
 
=== Alluvione del 2009 ===
La sera del 1° ottobre [[2009]] la città di Messina in particolare nella frazione di [[Giampilieri Marina|Giampilieri]], assieme al comune limitrofo di [[Scaletta Zanclea]], è stata colpita da una [[Alluvione di Messina del 2009|terribile alluvione]] dalle conseguenze drammatiche: centinaia di edifici gravemente danneggiati o distrutti, danni importanti alle infrastrutture (strade, ponti, ferrovie) e un pesante tributo di vite umane: 37 morti, quasi 100 feriti e 6 dispersi.
 
=== Simboli ===
{{Vedi anche|Stemma di Messina}}
Lo stemma ede il gonfalone della città di Messina hanno conformazione indicata nel decreto di riconoscimento del 1º maggio [[1942]] ede adeguato al successivo D.L.decreto legislativo luogotenenziale 26 ottobre [[1944|1944,]] n. 313. Lo stemma della città di Messina è araldicamente così descritto: «Scudo a testa di cavallo, di rosso alla croce d'oro, circondato da due tralci di vite al naturale fruttati d'oro, timbrato dalla corona di città »<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.messina.it/il-comune/statuto-del-comune/documenti/3statutotitoloi-disposizioni-generalicapo-iii.pdf |titolo=Stemma e gonfalone della città di Messina |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823021421/http://www.comune.messina.it/il-comune/statuto-del-comune/documenti/3statutotitoloi-disposizioni-generalicapo-iii.pdf |dataarchivio=23 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>.
.
[[File:Messina-Gonfalone.png|upright=0.5|thumb|Il Gonfalone della Città di Messina]]
=== Origini del nome ===
Line 258 ⟶ 257:
* ''Messene'' (Μεσσήνη), nome che fu dato alla città in età greca da [[Anassila]], tiranno di [[Reggio Calabria|Reggio]], quando vi insediò dei profughi provenienti dalla [[Messenia]] agli inizi del [[V secolo a.C.]];
* ''Messana'', in età [[impero romano|romana]];
Infine Messina, dall'età [[Impero bizantino|bizantina]] ada oggi.
 
=== Onorificenze ===
Line 288 ⟶ 287:
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Nel corso dei secoli vari eventi distruttivi, sia adper opera umana chesia naturali, hanno devastato la città, che oggi presenta un aspetto moderno, frutto soprattutto delle ultime ricostruzioni dopo il [[terremoto del 1908]] ede i bombardamenti dal 1940 al 1943<ref name="comunemessina.gov.it"/>. Molte delle opere d'arte e degli edifici realizzati nei secoli sono andati perduti, ma la città conserva ancora esempi monumentali di assoluta rilevanza.
 
=== Architetture religiose ===
{{vedi anche|Chiese di Messina}}
[[File:Foto Duomo Messina september 09.jpg|thumb|Il [[Duomo di Messina]]]]
*[[File:La vara, coi tiratori e gli astanti, nei pressi della fontana del Nettuno.JPG|miniatura|300x300px|La Vara della Madonna dell'[[Assunzione di Maria|Assunta]] portata per le vie della città a [[ferragostoFerragosto]]]][[File:Fontana del Nettuno in Messina(Giovan Angelo Montorsoli)1.jpg|miniatura|laLa fontana del [[Nettuno (divinità)|Nettuno]] di fronte alla passeggiata a mare]][[Duomo di Messina|Basilica Cattedrale Protometropolitana]], dedicata a [[Santa Maria Assunta]], bizantina, ricostruita alla fine del [[XII secolo]] e con numerosi altri rifacimenti. Conserva numerose opere d'arte. La sua fondazione è antecedente all'invasione araba, fu profanato dai [[musulmani]] e riconsacrato nel 1192 alla presenza dell'arcivescovo [[Berzio]], dell'imperatore [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] e della moglie [[Costanza d'Altavilla]]. Lo splendido tetto ligneo, con rare raffigurazioni astronomiche, fu distrutto nel 1254 da un incendio divampato durante i funerali di [[Corrado IV]] di Svevia, figlio di [[Federico II di Svevia]]. Dal 1300 si susseguirono alcune modifiche sostanziali, che se da una parte arricchirono la cattedrale con i mosaici delle absidi, il portale e la facciata, dall'altro snaturarono l'originario aspetto normanno. Danneggiato nel prospetto dai terremoti del 1638 e del 1783, fu invece quasi interamente distrutto dal sisma del 1908, che lasciò in piedi la sola parte absidale, rimettendo tuttavia in luce molti elementi della costruzione normanna. La ricostruzione degli anni venti ripristinò l'aspetto originario e recuperò parte delle opere d'arte e dei mosaici. Un altro duro colpo alla millenaria struttura venne inferto dai bombardamenti della [[Seconda guerra mondiale]] che distrussero parte dell'interno. L'edificio attuale, che si è voluto il più possibile vicino all'originale, mantiene all'esterno parti pregevoli. Sul prospetto il portale in stile gotico ede i bassorilievi, sulla parte destra, le finestre quattrocentesche ede un portale attribuito a [[Polidoro da Caravaggio]]. All'interno del Duomo di Messina, tripartito da una doppia fila di 13 colonne, si possono ammirare i mosaici, alcuni monumenti funebri, tra cui quello di [[Guidotto de Tabiatis]], arcivescovo di Messina nel XIV secolo, ede alcune statue di santi, pregevole il [[San Giovanni Battista]] di [[Antonello Gagini]] del 1525. Inoltre è più che degno di nota l'[[Organo (strumento musicale)|organo]] al suo interno: il secondo più grande d'[[Italia]] (il primo è quello del [[Duomo di Milano]]), e il terzo in [[Europa]], con 5 tastiere, 170 registri, {{formatnum:16000}} canne distribuite nei due lati del transetto, dietro l'altare, sulla porta maggiore e sull'arco trionfale. È opera della ditta [[Tamburini]] di [[Crema (Italia)|Crema]] del [[1948]]. Il [[campanile]], alto 90 metri e con una base di circa 10 metri, ha all'esterno il più grande ede il più complesso [[orologio]] meccanico ede astronomico del mondo, realizzato da una ditta di [[Strasburgo]], fratelli Ungerer: inaugurato nel [[1933]], tutti i giorni a mezzogiorno le varie statue si muovono in modo spettacolare al suono dell'Ave Maria di Schubert. Le figure del campanile ricordano la [[Guerra del Vespro]] del 1282: Il Leone in cima rappresenta il Popolo Siciliano vittorioso su Carlo d'Angiò e l'esercito guelfo inviato dal papa contro la Sicilia; Dina e Clarenza rappresentano le donne di Messina che aiutarono gli uomini a difendere la città; il galletto in mezzo alle due statue femminili rappresenta l'esercito franco-papale; la chiesa che scompare ricorda il Colle della Caperrina, luogo della battaglia del 6 e 8 agosto 1282, ultimo tentativo di Carlo d'Angiò di entrare in città dalle colline a ovest. Ancora chiusa al pubblico la cripta. È stata aperta nelle giornate del [[Fondo Ambiente Italiano|FAI]], ma necessita ancora del restauro della pavimentazione normanna e dell'illuminazione, cui sta lavorando la Soprintendenza, in cerca del finanziamento.<ref>{{cita web|url=http://www.messinarte.it/duomo-di-messina/|titolo=Duomo di Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823072806/http://www.messinarte.it/duomo-di-messina/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* [[Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani]], il primo nome di questa chiesa fu quello di S. Maria di Castellamare ede alcuni storici sostengono che la chiesa fu fondata nel [[XII secolo]] sulle rovine di un antico tempio di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]. Un crollo avvenuto nel XIII secolo ne arretrò la facciata di 12 metri. In età aragonese fu cappella reale e sul finire del Quattrocento fu ceduta a cortigiani e ricchi mercanti catalani da [[Pietro d'Aragona]], da qui il nome di ''Santissima Annunziata dei Catalani''. La chiesa, visto il progressivo sollevamento della città dovuto ai terremoti ede alle ricostruzioni, si trova oggi ada oltre tre metri sotto il livello stradale. La pianta della chiesa è a basilica di tipo bizantino divisa in tre navate con un'alta cupola. L'esterno è incorniciato da due ordini di colonne con eleganti capitelli ede archi intarsiati a due colori. Sui lati della navata due camminamenti conducono sopra il transetto passando attraverso eleganti bifore. All'interno sono visibili le influenze arabo-bizantine. Si trova in via Cesare Battisti, di fronte a piazza Lepanto.<ref>{{cita web|url=http://www.torrese.it/Chiesa%20dei%20Catalani.htm|titolo=Chiesa dei Catalani|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171004030231/http://www.torrese.it/Chiesa%20dei%20Catalani.htm|dataarchivio=4 ottobre 2017|urlmorto=no}}</ref>
* [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Messina)|Chiesa concattedrale del Santissimo Salvatore]], sede dell'Archimandritato, in via San Giovanni Bosco.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=129&Itemid=366|titolo=Chiesa del SS Salvatore Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823074217/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=129&Itemid=366|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* [[Basilica di Sant'Antonio di Padova (Messina)|Basilica Santuario di Sant'Antonio di Padova]], custodisce le spoglie di [[Sant'Annibale Maria Di Francia]]. Si trova in via Cesare Battisti, all'incrocio con via Santa Cecilia.<ref>{{Cita web |url=http://www.ilovemessina.it/il-santuario-di-sant-antonio-di-messina/ |titolo=Basilica di Sant'Antonio di Padova Messina |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823073745/http://www.ilovemessina.it/il-santuario-di-sant-antonio-di-messina/ |dataarchivio=23 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>
Line 318 ⟶ 317:
* [[Chiesa delle Anime del Purgatorio (Messina)|Chiesa delle Anime del Purgatorio]], opera di [[Raffaello Margarita]] del [[1750]], che venne distrutta dal [[terremoto del 1908]].
* [[Chiesa di Santa Teresa (Messina)|Chiesa di Santa Teresa]], opera di [[Matteo de Maria]] del [[1810]], che venne distrutta dal [[terremoto del 1908]].
[[File:Chiesa di San Paolo, Messina, prima 1908.jpg|thumb|left|Chiesa di San Paolo, Messina, prima 1908.]]
* [[Chiesa del monastero di San Paolo (Messina)|Chiesa di San Paolo]], distrutta dal [[terremoto del 1908]]. <ref>Guide di Messina: Chiesa del monastero di San Paolo di Giuseppe Martinez, da Guida manuale di Messina, 1874 [http://www.experiences.it/archivio_primopiano/minisito_guide_messina/pagina_guide_messina_60.htm] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190926163747/http://www.experiences.it/archivio_primopiano/minisito_guide_messina/pagina_guide_messina_60.htm |date=26 settembre 2019 }}.</ref>
 
Line 375 ⟶ 374:
 
* [[Galleria Vittorio Emanuele III]]
:uno dei pochi esempi di architettura con uso del ferro del Sud Italia, l'unica con [[Napoli]], [[Galleria Umberto I]]. Realizzata nel [[1929]] da [[Camillo Puglisi Allegra]] per completare piazza Antonello. Il portico che dà sulla piazza è caratterizzato da un grande arco che segna l'accesso alla Galleria, riccamente decorata al suo interno con bellissimi stucchi ede un pavimento a mosaico bianco e nero. Due rampe di scale da una parte ede un portico dall'altra, conducono ada uscite secondarie.
 
* [[Teatro Vittorio Emanuele II]]
:la sua costruzione venne ordinata il 2 ottobre del 1838 da [[Ferdinando II di Borbone]] ed ebbe inizio solo il 23 aprile 1842. Fu progettato dall'architetto [[Pietro Valente]] ede inaugurato il 12 gennaio del 1852, venne intitolato a Sant'Elisabetta, in onore della madre del sovrano. Il 13 settembre del 1860 con l'[[Unità d'Italia]] assunse l'attuale nome. La facciata del teatro presenta un portico che consentiva il passaggio delle carrozze che accompagnavano gli spettatori. Sul loggiato d'ingresso un gruppo scultoreo del 1847 realizzato da [[Saro Zagari]], raffigurante ''Il tempo che scopre la verità''. L'esterno in pietra siracusana è in stile neoclassico, ed e ricco di decorazioni, sculture e bassorilievi dello Zagari che rappresentano scene della vita di [[Ercole]] e ritratti di sedici drammaturghi e musicisti famosi. La sera del 27 dicembre 1908 fu rappresentata l'[[Aida]] di [[Giuseppe Verdi]], e poche ore dopo il terremoto distruggeva la città risparmiando il perimetro dell'edificio e le parti decorative. Nel 1982 cominciò un restauro finito nel dicembre del 1985, l'inaugurazione avvenne il 25 aprile del medesimo anno con un concerto diretto dal maestro [[Giuseppe Sinopoli]]. La decorazione interna del soffitto porta il nome di [[Renato Guttuso]], ''il Mito di Colapesce''. Si trova in via Garibaldi.
 
* [[Palazzo Piacentini (Messina)|Palazzo Piacentini]]
Line 384 ⟶ 383:
 
* [[Palazzo Monte di pietà (Messina)|Palazzo Monte di pietà]]
:edificato nel [[1581]] dall'architetto [[Natale Masuccio]] in seguito ada una bolla papale di [[Leone X]] che incentivava la costruzione di opere pie, nel 1741, su progetti e disegni dell'architetto [[Antonio Basile]] e del pittore [[Placido Campolo]] fu edificata la scalinata che conduceva alla chiesa di Santa Maria della Pietà, un tempo ornata da preziosi quadri e oggi quasi del tutto distrutta, mentre parte della cripta è al momento inaccessibile e in stato di totale abbandono. A metà della gradinata fu inserita una fontana marmorea con la statua dell'Abbondanza, opera di [[Ignazio Buceti]]. L'edificio, dal prospetto settecentesco, si affaccia su via XXIV Maggio. Dal pregevole portale d'ingresso si arriva in un atrio con volta a botte. A destra è situata la porta che conduceva ai piani superiori, di fronte, una fontana monumentale del 1732, raffigurante un putto che cavalca un delfino. L'edificio è stato ristrutturato nel 1979 ed è di proprietà dell'Arciconfraternita degli Azzurri, viene spesso utilizzato per ospitare manifestazioni culturali.
 
* [[Palazzetto Coppedè (Messina)|Palazzetto Coppedè]], opera dell'architetto fiorentino [[Gino Coppedè]], in via Garibaldi dall´angolo arrotondato all'incrocio con la via Cardines.
Line 394 ⟶ 393:
* Palazzo della Cassa di Risparmio, opera dell'architetto siciliano Cesare Bazzani, nel 1926, tra via Garibaldi e piazza Fulci.<ref>{{cita web|url=http://www.zonzofox.com/it/messina/cosa-vedere/esplora/attrazioni/palazzo-della-cassa-di-risparmio-messina|titolo=Palazzo della Cassa di Risparmio Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823071338/http://www.zonzofox.com/it/messina/cosa-vedere/esplora/attrazioni/palazzo-della-cassa-di-risparmio-messina|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* Palazzo dell'Università
:distrutto e raso al suolo dal sisma del 1908, fu ricostruito nel [[1920]] ede occupa una superficie di circa {{M|20000|u=m²}}. Il complesso edilizio universitario è stato progettato dall'architetto [[Giuseppe Botto]]. Dopo l'ultima guerra, in relazione al piano di espansione degli atenei, l'amministrazione universitaria dispose la sopraelevazione di alcuni padiglioni e la costruzione, su progetto dell'Ing. prof. Francesco Basile, di un moderno edificio con fronte su via dei Verdi. I prospetti delle tre palazzine che danno su piazza [[Salvatore Pugliatti]] rivelano caratteri neoclassici con decorazioni floreali. Accanto ai padiglioni che - sotto il livello stradale - si affacciano sulla via Giacomo Venezian è murato il bel portale dell'antico collegio dei Gesuiti, primo ateneo messinese e primo degli organismi religiosi siciliani dei seguaci di Sant'[[Ignazio di Loyola]].<ref>{{Cita web |url=https://viaggiart.com/it/messina/luoghi/architettura/palazzo-dell-universita_17483.html |titolo=Palazzo dell'Università Messina |accesso=22 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823073936/https://viaggiart.com/it/messina/luoghi/architettura/palazzo-dell-universita_17483.html |dataarchivio=23 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>
 
*[[Palazzo delle Poste e Telegrafi (Messina)|Palazzo delle Poste e Telegrafi]]
 
:progettato da [[Vittorio Mariani]] nel [[1915]], di chiara matrice [[Liberty]] presenta al suo interno ricche decorazioni floreali, simboli della città, anche contemporanei come i ''ferry boat'', ede un fregio in stucco raffigurante angeli postini e telefonisti, sorge a piazza Antonello. È oggi una delle sedi decentrate dell'Università.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=181&Itemid=429|titolo=Palazzo delle Poste Messina|accesso=22 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823073851/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=181&Itemid=429|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
* Palazzo del Governo
Line 410 ⟶ 409:
:
* [[Palazzo della cultura (Messina)|Palazzo della cultura]] o ''Palacultura'', inaugurato nel giugno [[2009]], in viale Boccetta. Ospita tra l'altro la Galleria di Arte contemporanea inaugurata la sera del 25 febbraio 2012 in occasione della Notte della Cultura edizione 2012.
:All'interno vi è un ampio auditorium in cui spesso si esibiscono tra i migliori interpreti di musica classica, vi si organizzano infatti i cicli di concerti sia della Filarmonica chesia della Ass. Laudamo.
* [[Stazione di Messina Centrale]] & [[Stazione di Messina Marittima]]
: costruite nel [[1939]] dall'architetto [[Angiolo Mazzoni]], dopo che per ordine di [[Benito Mussolini]] fu demolita la precedente, demolizione a cui partecipò lo stesso duce picconando la vecchia stazione. Fu inaugurata il 28 ottobre 1939. In [[Razionalismo italiano|stile razionalista]], costruita utilizzando il travertino, la pietra lavica, la pietra di Siracusa e la pietra rossa di Taormina. Le stazioni sono divise in due corpi, la stazione "Marittima" e "Centrale", la centrale ha un grande loggiato che immette in una olle, ha un grande sottopassaggio che porta agli 8 binari più altri 2 commerciali. Dopo la stazione centrale si trovano gli uffici delle [[Ferrovie dello Stato]] dopo gli uffici si trova la grande stazione Marittima, questa ha un forma ad arco, al piano terra si trovano il bar la biglietteria e la tabaccheria e da scale mobili e scale in muratura si può salire sul salone panoramico sul porto e sulla parete opposta si trova un grande mosaico opera di [[Michele Cascella]], restaurato, e rappresenta il discorso di Mussolini a Palermo. Dal salone si aprono i varchi pedonali per le 5 invasature. Da alcune rampe si può salire sopra la nave con le automobili. Un'altra struttura caratterizzante è la torre dell'acqua con la scala ada elica intorno alla struttura. La stazione ha anche il compiti di interscambio con: il tram di Messina, Autobus e stazione Pullman fra la [[Sicilia]] ede il continente. All'esterno della stazione vi è piazza Repubblica ove sorge una fontana del [[1905]], posizionata lì dopo la venuta di Mussolini in città.
 
Molti palazzi sono stati distrutti dai terremoti del 1783, del 1908 e dai bombardamenti del 1943:
Line 435 ⟶ 434:
* [[Palazzo Grano (Messina)|Palazzo Grano]], edificio rinascimentale, opera di [[Andrea Calamech]] del [[1563]], distrutto dal terremoto del 1908. Il prototipo dei palazzi barocchi quali piaceranno a Catania.
 
Davanti al Porto di Messina, dal 1589, è stata realizzata una grande palazzata, visibile all'arrivo in città dal mare. È stata distrutta dal terremoto del 1783, ricostruita e distrutta dal terremoto del 1908, ricostruita ede oggi presente solo in parte:
 
* [[Palazzo Senatoriale (Messina)|Palazzo Senatoriale]], edificio rinascimentale, opera di [[Giacomo Del Duca]] del [[1589]], distrutto dal terremoto del 1783.
Line 443 ⟶ 442:
Della Palazzata di Samonà sono oggi presenti:
 
* [[Palazzo dell'INA (Messina)|Palazzo dell'INA]] (Istituto Nazionale Assicurazioni) edificato su progetto dell'ingegnere [[Guido Viola]] nel [[1935]] tra il Palazzo della Dogana ede il Banco di Sicilia con la monumentale porta.
* [[Palazzo dell'INAIL (Messina)|Palazzo dell'INAIL]], opera di [[Giuseppe Samonà]] del [[1938]] in stile razionalista.
* [[ex Palazzo Littorio (Messina)|ex Palazzo Littorio]], opera di [[Giuseppe Samonà]] [[1940]] anch´esso in stile razionalista.
Line 449 ⟶ 448:
: opera di Giuseppe Lo Cascio dopo il terremoto del 1908, in stile liberty, con magnifiche decorazioni, pensiline in ghisa, cancelli in stile floreale. Sito sul luogo ove, fino al 1783, sorgeva il grande Palazzo Reale, sede prima dei re e dopo dei viceré di Sicilia, alla pari del palazzo reale di [[Palermo]].<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=201&Itemid=1574|titolo=Palazzo della Dogana Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823203007/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=201&Itemid=1574|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* Palazzo del Banco di Sicilia
:costruito nel 1929 con norme antisismiche su progetto di [[Camillo Autore]], si ricollega ada una marcata struttura rinascimentale così come appare evidente nelle paraste che delimitano il portale d'ingresso affiancato da colonne tuscaniche e sovrastato da un balcone. All'interno dell'edificio, suggestiva è la "sala degli sportelli", ove si ammira lo stile floreale.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=199&Itemid=550|titolo=Palazzo del Banco di Sicilia|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823160658/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=199&Itemid=550|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Altri monumenti ===
Line 463 ⟶ 462:
* [[Lazzaretto di Messina]]
* Monumento ai caduti
:Si trova in piazza [[Unione europea]] ([[Municipio (edificio)|Municipio]]), eretto nel [[1936]], dallo stile sobrio ed essenziale ma severo. Sul podio, davanti ada una stele, l'imponente gruppo bronzeo raffigurante un aviere, un marinaio ede un fante.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=143&Itemid=405|titolo=Monumento ai caduti Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823203220/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=143&Itemid=405|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* Monumento alla batteria siciliana Masotto
:Ricorda la batteria Masotto, caduta ad [[Adua]] nella campagna eritrea; il gruppo in bronzo, raffigurante tre soldati in atteggiamenti epici, fu modellato da [[Salvatore Buemi]] nel [[1897]].<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2685:il-monumento-alla-batteria-masotto&catid=46:vincenzo-caruso&Itemid=2513|titolo=Monumento alla batteria Masotto|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823163832/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2685:il-monumento-alla-batteria-masotto&catid=46:vincenzo-caruso&Itemid=2513|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>
Line 474 ⟶ 473:
* [[Statua di don Giovanni d'Austria|Monumento a Don Giovanni d'Austria]], eretto in occasione della [[battaglia di Lepanto]] e realizzato da [[Andrea Calamech]].
* Statua di [[Ferdinando II di Borbone]]
:monumento bronzeo commissionato dal Decurionato messinese al celebre scultore [[Pietro Tenerani]], allievo di [[Bertel Thorvaldsen]]. Fu scolpita a [[Monaco di Baviera]] nel [[1839]]. Il nuovo re era stato accolto favorevolmente dalla popolazione che nutriva grandi speranze sul suo operato. L'artista realizzò alcuni bozzetti dell'opera (la statua era alta oltre tre metri) che poi sarebbe stata collocata, con cerimonia solenne, in Piazza del Duomo il 30 maggio 1845. La statua venne fusa per farne dei mortai durante l'[[Assedio di Messina del 1848]], in cui il re diede ordine all'esercito di bombardare la città, ede infatti, proprio per questo fu soprannominato dai messinesi il Re Bomba. Il Decurionato messinese deliberò il 20 novembre 1852 di rifare le statue dei re Borboni, su ordine dello stesso [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], che andarono distrutte. Il Tenerani fornì una copia simile alla precedente, il re era raffigurato nell'abito cerimoniale di Gran Maestro dell'Ordine di [[San Gennaro]]. La statua venne nuovamente rifatta a Monaco, nel [[1856]], e trasferita a Messina nel novembre 1857. Dopo il terremoto del 1908 la statua fu sistemata nel Museo Nazionale. Nel 1973 fu riconsegnata al Comune di Messina che l'ha posta in Villa [[Garibaldi]], situata sull'omonima via.<ref name="comune.messina.it">{{cita web|url=http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/statue/ferdinando-ii.aspx|titolo=Statua di Ferdinando II di Borbone|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170703055917/http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/statue/ferdinando-ii.aspx|dataarchivio=3 luglio 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
* Statua di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]]
:la Statua di Carlo III del 1757, opera in bronzo del messinese [[Giuseppe Buceti]] era stata costruita su modello di [[Jean Jacques Caffièri]] su basamento del [[Vanvitelli]]. La statua fu scolpita a Roma dal messinese [[Saro Zagari]] allievo del Tenerani; fu l'ultima ada essere completata e venne sistemata agli inizi del [[1860]] nel quartiere San Leone. Quello stesso anno, con l'entrata in città dei Garibaldini, furono nuovamente distrutte le Statue di [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco I]] e [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]]. Fortunatamente le altre due statue, quella di Ferdinando II e quella di Carlo III furono poste in salvo per ordine del generale Medici e sistemate nell'allora Museo Civico Peloritano e successivamente nella filanda Mellinghof trasformata in Museo Nazionale. Nel 1973 la Statua di Carlo III di Borbone è stata restituita alla città e collocata sul suo basamento originale in Piazza Cavallotti, sulla Via Primo Settembre, di fronte alla Camera di commercio. Il piedistallo è di forma cilindrica e presenta una decorazione, molto gradevole, a festoni in stile neoclassico.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/statue/carlo-iii.aspx|titolo=Statua di Carlo III di Borbone|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170703093125/http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/statue/carlo-iii.aspx|dataarchivio=3 luglio 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
* Statua della [[Elena del Montenegro|Regina Elena]]
: in Via Cesare Battisti, Largo Seggiola, si erge il monumento alla Regina Elena del Montenegro, inaugurato il 26 giugno [[1960]] a ricordo della sua impegnativa opera assistenziale svolta nel gennaio del [[1909]] a favore della città terremotata. Fu scolpita a [[Firenze]] da [[Antonio Berti]] e realizzata con i fondi raccolti dal giornale ''La Settimana Incom illustrata'', si eleva su un piedistallo marmoreo dove ai quattro lati del basamento, bassorilievi in bronzo attestano l'opera umile e il prodigarsi generoso della regina con i messinesi, duramente colpiti dal terremoto. La sovrana è raffigurata in un provvisorio ospedale allestito sulla nave regia, mentre sorregge la testa di un ferito con accanto una suora, una crocerossina ede un ufficiale medico; nell'atto di accarezzare alcuni bambini feriti che si avvicinano a lei; mentre tiene in braccio un bambino appena estratto dalle macerie ede in mezzo a numerose vittime (anche se, quest'ultima raffigurazione, è frutto di fantasia poiché, per espresso divieto del re [[Vittorio Emanuele III]], suo consorte, la regina non sbarcò dalla nave essendo la città soggetta ancora a crolli e scosse di assestamento).<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=150&Itemid=418|titolo=Statua della Regina Elena del Montenegro|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823163511/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=150&Itemid=418|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
* Statua al [[Annibale Maria Di Francia|Santo Annibale Maria di Francia]]
Line 539 ⟶ 538:
:Eseguite su disegni del romano [[Pietro Calcagni]], poste ai quattro angoli tra via Austria (oggi via I Settembre) e via Cardines, nuove arterie volute dal Senato di Messina nel [[1572]] per congiungere il Duomo al Palazzo Reale, furono eseguite in epoche diverse. La prima, nel [[1666]], da [[Innocenzo Mangani]], la seconda, nel [[1714]], da [[Ignazio Buceti]], le ultime due da ignoti artisti nel [[1742]]. La decorazione è ispirata al mare; gli stemmi imperiali spagnoli e di Messina sormontano ciascuna fontana. Distrutte dal [[terremoto del 1908]], solo due sono state ricomposte nel sito originario; le due mancanti sono custodite al Museo Regionale.
* Fontana Bios
:alla Passeggiata a Mare, realizzata dal pittore e scultore messinese Ranieri Wanderlingh. Inaugurata nel 2005 è stata donata alla città dal quotidiano Gazzetta del Sud. Raro esempio di arte moderna a Messina, l'opera si ispira alle forme originarie ede archetipiche della natura vivente. Simboleggia il maschile ede il femminile ede il ciclo della vita e dell'energia vitale rappresentato dall'acqua. Il sottotitolo dell'opera è :"la vita che sempre ricomincia". La collocazione sul lungomare è stata voluta dall'autore al fine di segnare l'importante confine fra spazio urbano e spazio naturale che caratterizza la città di Messina.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=171&Itemid=442|titolo=Fontana Bios Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823163242/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=171&Itemid=442|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* Fontana dei 4 cavallucci
:in largo San Giacomo, alle spalle di Piazza Duomo. Secondo lo storico [[Caio Domenico Gallo]] fu eretta nel 1742 in occasione della festa della Madonna della Lettera, scolpita dal catanese Giovan Battista Marino.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=163&Itemid=436|titolo=Fontana dei 4 cavallucci|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823164418/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=163&Itemid=436|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
Line 582 ⟶ 581:
* Batteria Polveriera o Masotto (dal nome del comandante), a Curcuraci. Dalla fine della II guerra mondiale fino al 1986 è stata utilizzata dalla Marina Militare come deposito; da allora è in stato di abbandono.
* Forte Serra la Croce, fra Curcuraci e Faro superiore, in buone condizioni.
* Forte Puntal Ferraro sui Colli Sarrizzo, gestito dall'Azienda Foreste Demaniali, in buone condizioni; vi è un centro veterinario importante oltre ada ospitare una piccola colonia di daini
* Forte Menaja Crispi a Campo Italia; è stato in parte distrutto dai bombardamenti del 1943 e la parte restante è in stato di abbandono.
* Forte San Jachiddu, che prende nome da un eremita basiliano vissuto in epoca bizantina; situato a 330 metri di altitudine tra le vallate dell'Annunziata, di San Licandro e di Giostra-San Michele e utilizzato oggi come centro di un Parco Ecologico.
* Forte Ogliastri, a Tremonti, in buone condizioni; da qualche anno vi si organizzano importanti eventi d'estate oltre ada ospitare il centro VTS per il controllo del traffico marittimo dello Stretto di Messina
* Forte Petrazza, tra Camaro e Bordonaro, in buone condizioni.
* Forte Schiaffino o Monte Giulitta, a Santa Lucia sopra Contesse, costruito nel 1889-1890 per difendere la zona da Gazzi a Mili Marina, è privo di gestione.
Line 593 ⟶ 592:
 
==== Altre strutture ====
* Castellaccio: fortificazione in stato di abbandono di Gravitelli. È il più antico dei forti messinesi ede ha subito nel tempo vari rimaneggiamenti.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_morfeoshow&task=view&gallery=447&Itemid=1681|titolo=Forte Castellaccio Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823161828/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_morfeoshow&task=view&gallery=447&Itemid=1681|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>
*[[Castello Matagrifone]] o "Roccaguelfonia": di esso resta solo una torre ottagonale, sulla cui sommità è stata installata una delle campane più grandi d'Europa. Esistono ancora alcuni baluardi, nonché le strutture sottostanti e circostanti, insieme adcon uno degli ingressi del XVI secolo<ref>{{cita web|url=http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/fortificazioni/il-castello-di-matagrifone.aspx|titolo=Castello Mategrifone|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170703045844/http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/fortificazioni/il-castello-di-matagrifone.aspx|dataarchivio=3 luglio 2017|urlmorto=no}}</ref>;
* ''Resti della cinta muraria'':
** Torre della Lanterna<ref>{{cita web|url=http://www.universome.unime.it/cultura/messina-da-scoprire/luce-sul-mare-la-torre-della-lanterna-san-ranieri.html|titolo=Torre della Lanterna|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823164809/http://www.universome.unime.it/cultura/messina-da-scoprire/luce-sul-mare-la-torre-della-lanterna-san-ranieri.html|dataarchivio=23 agosto 2017}}</ref>;
Line 602 ⟶ 601:
** [[Torre Marmora]];
** Stazione semaforica Spuria ([[Anni 1930|anni trenta]]).<ref>{{cita web|url=http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/documentazione%20tecnica%20messina/RELAZIONI/a%20-%20Relazione%20generale.pdf|titolo=Stazione semaforica Spuria|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823161549/http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/documentazione%20tecnica%20messina/RELAZIONI/a%20-%20Relazione%20generale.pdf|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''Sistema costiero - contraereo "f.a.m." (fronte a mare)'': edificato a partire dal 1936 e costituito da una rete di batterie costiere, osservatori, direzioni del tiro ede altro, utili alla difesa costiera, antisommergibile e contraerea del territorio della città.<ref name="cariddiweb.wordpress.com">{{Cita web |url=https://cariddiweb.wordpress.com/category/le-fortificazioni/ |titolo=Sistema costiero - contraereo "f.a.m." |accesso=23 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823170207/https://cariddiweb.wordpress.com/category/le-fortificazioni/ |dataarchivio=23 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>
* ''Sistema terrestre "f.a.t." (fronte a terra)'': edificato tra il [[1942]] ede il [[1943]], costituito da una serie di fortificazioni (bunker, piazzole, eccetera) che cingono il perimetro della città, difendendolo da tentativi di penetrazione nemica.<ref name="cariddiweb.wordpress.com"/>
 
=== Aree naturali ===
[[File:Messinadalmare2.jpg|thumb|Messina vista dal mare]]
[[File:Messina-view.jpg|thumb|Il centro della città visto dal mare]]
* ''Villa "[[Giuseppe Mazzini]]", ''nome originario "la Flora", fu progettata dall'ingegnere svizzero Enrico Fehr. Si trova al centro della città tra la Prefettura, la chiesa di S. Giovanni di Malta, la sede del Comando interregionale dei Carabinieri, il viale Boccetta e la via Garibaldi un tempo Strada Ferdinanda. Ricca di vegetazione mediterranea ed esotica, è uno dei luoghi preferiti dai messinesi per il tempo libero, all'interno vi è l'Acquario di Messina, ede una voliera che ospita uccelli esotici.
* ''Passeggiata a mare'', lungo spazio attrezzato sul waterfront del centro cittadino dal viale Boccetta sino al viale Giostra, compresa la sede della Fiera Internazionale, bellissima la vista sul porto e sulla colonna votiva della Madonna della Lettera.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=186&Itemid=400|titolo=Villa Giuseppe Mazzini|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823163148/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=186&Itemid=400|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''Villa "[[Dante Alighieri|Dante]]"'', di fronte al Cimitero monumentale ede al centro del viale San Martino, la principale arteria commerciale della città. È il vero grande "polmone verde" di Messina, realizzato negli anni settanta e della estensione di alcuni ettari. Include anche una grande arena all'aperto per spettacoli(auditorium), una piscina, un centro ricreativo per anziani, campi da calcetto e numerosi spazi ludici per i bambini.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=187&Itemid=399|titolo=Villa Dante Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823165141/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=187&Itemid=399|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''Villa "[[Albert Sabin]]"'', sul viale della Libertà di fronte al Museo Regionale ede al capolinea Nord della tramvia, grande spazio verde attrezzato affacciato sullo Stretto.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=188&Itemid=398|titolo=Villa Sabin Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823165047/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=188&Itemid=398|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''Colli San Rizzo (o Colli Sarrizzo)'', immenso polmone verde naturale della città con numerose aree attrezzate.<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=188&Itemid=398|titolo=Colli Sarrizzo Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823165047/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=188&Itemid=398|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''[[Orto Botanico "Pietro Castelli"]]'', dell'Università di Messina, in piazza XX Settembre, comprendente piante provenienti da varie parti del mondo; vi si svolgono attività di educazione naturalistica.
Line 618 ⟶ 617:
* Villetta " Quasimodo", nei pressi della Stazione ferroviaria<ref>{{cita web|url=http://www.nuovosoldo.it/2010/09/14/messina-si-e-appena-svolta-nella-villetta-quasimodo-arte-in-villa-evento-culturale-seguito-da-numerosi-spettatori/|titolo=Villetta Quasimodo|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823163827/http://www.nuovosoldo.it/2010/09/14/messina-si-e-appena-svolta-nella-villetta-quasimodo-arte-in-villa-evento-culturale-seguito-da-numerosi-spettatori/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''Villa "[[Ettore Castronovo]]"'', in piazza Castronovo, luogo di partenza della celebre "Vara" di Mezzagosto.<ref>{{cita web|url=http://www.tempostretto.it/news/messina-alto-piazza-castronovo-dalle-origini-oggi-bastano-pochi-interventi.html|titolo=Piazza Castronovo Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823165627/http://www.tempostretto.it/news/messina-alto-piazza-castronovo-dalle-origini-oggi-bastano-pochi-interventi.html|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* ''Villa "[[Giuseppe Garibaldi]]"'', situata di fronte alla più grande villa Mazzini lungo la via Garibaldi, alberata a pini. In loco si trova la statua di Ferdinando II di Borbone, da anni tenuta in abbandono ede ivi posizionata solo qualche decennio fa.<ref name="comune.messina.it"/>
* ''Piazza "[[Santa Caterina Valverde]]"'', minuscola villetta sita lungo Via Garibaldi, davanti alla Chiesa di Santa Caterina. Ivi è posta un monumento in stile moderno dedicato ad Antonello da Messina.<ref>{{cita web|url=http://www.colapisci.it/antonello/quadri/monumentopiazzasantacaterina.htm|titolo=Piazza Santa Caterina Valverde|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823164803/http://www.colapisci.it/antonello/quadri/monumentopiazzasantacaterina.htm|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
Line 657 ⟶ 656:
Qui egli, predicando la dottrina cristiana, avrebbe infiammato subito i cuori di molti messinesi e, tra essi, dei Senatori cittadini del tempo, i quali, saputo dall'Apostolo delle Genti dell'esistenza, a [[Gerusalemme]], della Madre del Signore, decisero subito di recarvisi per chiedere la sua benedizione sulla Città.<ref name="Religione"/>
 
La [[Maria, madre di Gesù|Madonna]] scrisse di suo pugno e consegnò agli ambasciatori messinesi una Lettera, in cui Ella benediceva la Città ede i suoi abitanti e si costituiva sua perpetua Protettrice. L'8 settembre del [[42]] d.C. la nave recò gli ambasciatori nella città dello Stretto con la Lettera di Maria, che la stessa Celeste mittente aveva arrotolato e legato con alcuni dei suoi capelli. Tale missiva risulterebbe essere conservata presso i Musei Vaticani a Roma. Secondo una leggenda, Maria avrebbe scelto di essere la patrona dei messinesi e non il contrario. Questa tradizione ha contribuito molto a radicare nella città il culto mariano.<ref name="Religione"/>
 
{{Citazione|Benediciamo voi e la vostra Città|Dalla [[Madonna della Lettera|Lettera di Maria ai messinesi]]<ref name="Religione"/>|''Vos et ipsam Civitatem benedicimus''|lingua=la}}
Line 666 ⟶ 665:
 
=== Tradizioni e folclore ===
Il [[Venerdì Santo]] si snoda per le principali vie della città la ''[[Riti della Settimana Santa di Messina|processione delle Barette]]'' (Varette), risalente al [[1610]]<ref>{{cita web|url=http://messina.confraternitasscrocifisso.it/processionedellebarette/la-storia-della-processione-delle-barette|titolo=Processione delle Barette}}</ref> e composta da undici gruppi statuari raffiguranti episodi della [[Passione di Cristo]]. Tale processione si è svolta a più riprese da più di 150 anni e deve il nome di Barette al fatto che nelle prime edizioni vi era solo il simulacro della Madonna Addolorata e un fercolo con il Cristo morto e cinque barette rappresentanti i misteri. Tra le ultime interruzioni quella durata qualche anno per il terremoto del 1908 ede il periodo della seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni si sono via via aggiunti altri simulacri fino ada essere i ventuno odierni. Tra i più rappresentativi l'Ultima Cena, che risulta la più pesante delle barette, e certamente la Madonna Addolorata. La processione segue sempre lo stesso percorso segnato oramai da circa un secolo tranne alcune rarissime modifiche per eventi eccezionali come l'anno che si rese omaggio alla Santa Eustochia. Le barette rimangono custodite nell'Oratorio della Pace che ha un portale risalente al periodo preterremoto.
 
Il giorno della festa del [[Corpus Domini]], dalla [[Duomo di Messina|Cattedrale]] si snoda una lunga processione preceduta da fedeli incappucciati detti "Babaluci" e da tutte le associazioni, congregazioni ede arciconfraternite religiose della città. Assieme all'[[ostensorio]] con il SS. Sacramento, portato sotto un ricco baldacchino in seta dall'[[Arcivescovo]], viene portato a spalla il "[[Vascelluzzo]]" (piccolo vascello), fercolo in argento cesellato adornato di piccoli drappi rossi e spighe di grano. L'opera è un ex voto fatto dai messinesi in segno di ringraziamento verso la [[Madonna della Lettera]] che, in occasione di varie carestie, miracolosamente fece giungere nel porto della città alcuni vascelli carichi di grano. Il Vascelluzzo viene conservato presso la Chiesa dei Marinai ed è esposto dietro un vetro di sicurezza oltre a due pesanti grate di ferro sovraesposte. La mattina del Corpus Domini viene portato a spalla da 16 persone, con un'andatura tale da far sembrare che il Vascelluzzo navighi nel mare, ed entra nel Duomo allo scoccare del mezzogiorno. Una volta arrivato all'altare maggiore viene posta al centro del vascelluzzo la reliquia della Ciocca di capelli della Madonna. Alla sera dopo la S. Messa il Vascelluzzo privo della reliquia viene riportato in processione alla Chiesa dei Marinai dove viene accolto con lo sparo dei fuochi d'artificio.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.messina.it/turismo/storia-e-tradizioni/miti-e-tradizioni/il-vascelluzzo.aspx|titolo=Storia della processione del Vascelluzzo|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824005531/http://www.comune.messina.it/turismo/storia-e-tradizioni/miti-e-tradizioni/il-vascelluzzo.aspx|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
; La processione di Ferragosto
Line 675 ⟶ 674:
[[File:MataGrifone.jpg|thumb|I giganti Mata e Grifone]]
 
La festa più importante è, però, quella che si svolge a ferragosto di ogni anno: viene portata in processione da migliaia di fedeli, vestiti di bianco e blu ede a piedi scalzi, un'antica macchina votiva: la ''Vara'', raffigurante le fasi dell'[[Assunzione della Vergine Maria]] al cielo. La processione richiama, ogni anno, numerosi visitatori.
 
La Vara, alta circa 13 metri e mezzo, poggia su grandi scivoli metallici e presenta numerose figurazioni in materiali diversi di angeli, le due grandi sfere rotanti del Sole e della Luna e, in cima, la statua del Cristo che, con una mano, sorregge Maria, in atto di portarla all'Empireo; i fedeli la trascinano tirando le lunghe gomene ({{M|230|u=m}} ciascuna, spessore {{M|5|u=cm}}) che vi sono attaccate alla base lungo il selciato precedentemente bagnato del corso Garibaldi, da piazza Castronovo a via I Settembre e poi da via I Settembre, arteria storica della città, fino a Piazza Duomo, dove la processione si conclude a sera. Dalle 23.00 un grande spettacolo pirotecnico, visibile da tutto lo Stretto, chiude l'intera giornata di festa.
 
La Vara è una macchina trionfale, costruita per la prima volta nel [[1535]], in onore dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], in quell'anno in visita a Messina. Una importante testimonianza cinematografica della processione della Vara la si ha nel film ''[[Made in Italy (film 1965)|Made in Italy]]'', un [[film italiano]] ada episodi del [[1965]] diretto da [[Nanni Loy]]. In detto film la Vara appare in tutto il tuo splendore nell'episodio dedicato al lavoro. Da minuto 27:40 a minuto 29:20 alcuni scorci di Messina e la processione della macchina dell'Assunta vengono raccontati con immagini che scorrono rapidamente.
 
Tornando a scrivere sulle origini della costruzione della [[Vara di Messina|macchina dell'Assunta]] si racconta che nel giugno del 1575 scoppiò a Messina una epidemia di peste che durò circa trent'anni anni procurando la morte di oltre {{formatnum:40000}} persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ede in breve tempo si propagò anche a Reggio Calabria e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche se in modo minore). I cittadini di [[Palmi]], accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ede inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio.
Superata la calamità, la città di Messina in segno di riconoscenza verso la cittadina calabrese, con delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ada una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo.
L'11 gennaio 1582, accompagnata durante la traversata da una moltitudine di barche palmesi "vestite a festa", la barca di Giuseppe Tigano portò da Messina alla Marina di Palmi un reliquiario contenente il [[Sacro Capello]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.messina.it/turismo/storia-e-tradizioni/miti-e-tradizioni/la-vara.aspx|titolo=La Vara di Messna|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://archive.is/20160722235624/http://www.acrmessina.club/news/173792464390/comunicato-stampa-n-33-del-20-07-2016|dataarchivio=22 luglio 2016|urlmorto=no}}</ref>
 
{{Vedi anche|Giganti (folclore)}}
Nei giorni precedenti il 15 agosto, le vie della città sono percorse dalla processione festante dei due ''Giganti'' e del ''Cammello'', assieme a numerosi gruppi folkloristici. In particolare, le due colossali statue a cavallo raffigurano i leggendari fondatori della città, la messinese Mata ede il moro Grifone (detti ''"u giganti e a gigantissa"'').
 
Le statue derivano dai giganti processionali dell'antica tradizione catalana, ancora oggi presenti in molte zone della Catalogna e usati in occasione di varie festività, come Tarragona per la festa di Santa Tecla, o durante la fiesta Mayor de Reus che si svolge il giorno di San Pietro Reus. Il contatto con la dominazione catalana fece pervenire la tradizione dei giganti processionali che si è diffusa anche in Sicilia ede oggi è legata al culto della Vergine Maria, come nel caso dei giganti Mata e Grifone della festa della Assunta a Messina e dei giganti Kronos e Mytia della festa della Madonna della luce di Mistretta, mentre il ''Cammello'' ricorda l'ingresso trionfale a Messina, all'inizio della conquista della Sicilia sottratta agli [[Arabi]], del normanno Conte [[Ruggero I d'Altavilla]], che secondo la tradizione avvenne proprio a dorso di [[cammello]].
<ref>{{cita web|url=http://www.messinaweb.eu/features-2/k2/categories/item/3296-il-cammello.html|titolo=Il Cammello|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823210334/http://www.messinaweb.eu/features-2/k2/categories/item/3296-il-cammello.html|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.reportageonline.it/la-romantica-storia-damore-dei-giganti-mata-e-grifone/|titolo=I Giganti|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823204609/http://www.reportageonline.it/la-romantica-storia-damore-dei-giganti-mata-e-grifone/|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
Line 694 ⟶ 693:
Messina è sede di:
* [[Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela]]
:copre la parte del territorio provinciale da [[Giardini Naxos]] ada [[Oliveri]] oltre alle Isole Eolie
* [[Università degli Studi di Messina]]
:fondata nel [[1548]], incardinata su undici Facoltà
Line 716 ⟶ 715:
* Comando 6ª Squadriglia della [[Guardia Costiera]].<ref>{{Cita web |url=http://www.guardiacostiera.gov.it/organizzazione/Pages/reparto-supporto-navale-messina.aspx |titolo=Comando 6ª Squadriglia della Guardia Costiera |accesso=23 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170728201140/http://www.guardiacostiera.gov.it/organizzazione/Pages/reparto-supporto-navale-messina.aspx |dataarchivio=28 luglio 2017 |urlmorto=no }}</ref>
* Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) dell'[[Arma dei Carabinieri]], nella frazione di Tremestieri
:competente ada eseguire le indagini tecniche di prassi nell'ambito dell'Italia meridionale e della Sicilia (in fase di trasferimento nei locali dell'ex intendenza di finanza di fronte alla sede del Comando Interregionale Caserma Culquater)
* Gruppo aeronavale della [[Guardia di Finanza]], in via Tommaso Cannizzaro 34.<ref>{{cita web|url=http://www.gdf.gov.it/reparti-del-corpo/territorio/sicilia/messina/gruppo-aeronavale-messina|titolo=Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170823203849/http://www.gdf.gov.it/reparti-del-corpo/territorio/sicilia/messina/gruppo-aeronavale-messina|dataarchivio=23 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
* Centro militare di medicina legale (CMML) in viale Europa
Line 740 ⟶ 739:
=== Istruzione ===
==== Biblioteche<ref>{{cita web|url=http://www.comune.messina.it/la-citta/biblioteche/|titolo=Biblioteche di Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824010613/http://www.comune.messina.it/la-citta/biblioteche/|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref> ====
* ''Archivio Storico Comunale'', fondato nel [[1936]]. L'Archivio conserva oltre {{formatnum:14000}} volumi riguardanti la città, con copie risalenti al Cinquecento ede al Seicento; una interessante emeroteca con oltre {{formatnum:1600}} testate ede alcuni giornali risalenti al [[1815]]; un'importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline d'epoca. Ha sede al palacultura.
* ''Biblioteca comunale "Tommaso Cannizzaro"'', fondata nel [[1917]]. Custodisce circa {{formatnum:50000}} volumi. Sia l'archivio storico, sia la biblioteca comunale si trovavano provvisoriamente nei cantinati di una scuola media cittadina, sono state trasferite nel [[Palazzo della cultura (Messina)|Palazzo della cultura]] di viale Boccetta.
* ''Biblioteca del Gabinetto di Lettura'', all'incrocio tra viale San Martino e via Sacchi, custodisce oltre {{formatnum:45000}} volumi.
Line 751 ⟶ 750:
* ''Biblioteca "Giorgianni-Macrì"'' del Liceo Classico "Francesco Maurolico", aperta al pubblico dal [[2002]]. Custodisce circa {{formatnum:16000}} volumi. Aperta tutte le mattine dal lunedì al sabato e nei pomeriggi di lunedì, martedì e giovedì fino alle 18, si trova in corso Cavour 63.
* ''Biblioteca dell'Istituto di studi storici "[[Gaetano Salvemini]]"'', aperta nelle mattine di lunedì, mercoledì e venerdì, si trova in via Lepanto 7.
* ''Biblioteche dell'[[Università degli studi di Messina|Università degli Studi]]''<ref>[http://www.unime.it/biblioteche/bibliofacolta.html |- Università degli Studi di Messina -|<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060721012403/http://www.unime.it/biblioteche/bibliofacolta.html |data=21 luglio 2006 }}</ref>. Tutte le facoltà universitarie di Messina hanno nel tempo realizzato delle biblioteche, molto rilevanti sia dal punto di vista numerico chesia qualitativo. Tra di esse, riunite in un sistema bibliotecario d'Ateneo<ref>{{Cita web |url=http://antonello.unime.it/ |titolo=SBA Messina<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=9 maggio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191029173359/http://antonello.unime.it/ |dataarchivio=29 ottobre 2019 |urlmorto=no }}</ref>, spicca per ampiezza la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, con sede negli ampi locali del polo universitario dell'Annunziata, che custodisce quasi {{formatnum:1000000}} di libri e che è, per ampiezza, la seconda nel Meridione d'Italia dopo quella di Napoli. Aperta tutte le mattine dal lunedì al venerdì e nei pomeriggi di lunedì e mercoledì.
* ''Biblioteca Provinciale dei Frati Cappuccini di Messina'', istituita nel 1963, rappresenta la continuazione di quella che, agli albori del XVII secolo, fu una delle biblioteche più ricche dell'ordine. Il patrimonio ha una consistenza di {{formatnum:71500}} volumi. Il fondo antico comprende incunaboli, edizioni appartenenti ai secc. XVI-XIX, manoscritti e pergamene. La collezione moderna raccoglie testi concernenti teologia, patrologia, storia della Chiesa, diritto canonico, agiografia, storia, filosofia, letteratura italiana e straniera, arte, scienze del libro, storia e cultura locale. Una sezione speciale è dedicata al francescanesimo e alla storia e alla spiritualità dell'ordine dei Frati Minori Cappuccini. La Biblioteca dispone di una sala di consultazione a scaffale aperto e un'emeroteca dotata di 820 periodici di cui 180 correnti. La Biblioteca è adiacente al Santuario "Madonna di Pompei" sito in viale Regina Margherita 25. Si accede da via delle Mura, una stradina che costeggia il lato sinistro della facciata della Chiesa.
* ''Biblioteca della [[Provincia di Messina|Provincia Regionale]]'', sita al piano terra del Palazzo Provinciale (Palazzo dei Leoni), sul Corso Cavour. Si caratterizza per la ricchezza e completezza delle raccolte relative alle Gazzette Ufficiali Nazionali (dall'Unità d'Italia ada oggi), Regionali, Europee (serie L e C) nonché per alcuni volumi relativi alle primissime sedute del Consiglio Provinciale. È ricca di oltre {{formatnum:4000}} volumi (tra monografie, saggi, pubblicazioni, dizionari, enciclopedie, romanzi). La Biblioteca inoltre conserva e continua a raccogliere diverse pubblicazioni e riviste, prevalentemente di carattere giuridico-amministrativo, ma anche letterarie, storiche e tecnico scientifiche, tra cui numerose sul territorio provinciale. È aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12, e il martedì dalle 16 alle 17.
* ''Biblioteca "Padre Egidio Lo Giudice"'', sita presso il Santuario dedicato alla Madonna del Carmine, inaugurata nel luglio del 2013, e gestita dai giovani della Parrocchia, possiede oltre {{formatnum:3000}} volumi, divisi in 22 sezioni, fra le quali alcune di natura religiosa, come Teologia, Scrittura, Spiritualità, Patristica, Storia della Chiesa, Carmelo, Mariologia, ma anche altre di diversa natura come Letteratura, Storia, Arte, Filosofia e Messina.
 
Line 779 ⟶ 778:
Il [[Museo Regionale di Messina]] (ribattezzato MuMe), già "Museo Nazionale", passato alla Regione Siciliana in applicazione dell'autonomia isolana, fu concepito dopo il [[1908]] nei locali di un'antica filanda di seta, nella spianata di San Salvatore dei Greci (all'incrocio tra viale della Libertà e viale Annunziata) per accogliere quanto di artistico era stato possibile recuperare dalle macerie della città.
 
Le sezioni museali sono organizzate in modo da offrire, attraverso le testimonianze artistiche, un quadro cronologico della ricca storia culturale di Messina attraverso i secoli. Ospita, tra le opere più importanti, quelle dei numerosissimi artisti messinesi, [[Girolamo Alibrandi]] e poi Il Polittico di San Gregorio ede un'altra tavoletta bifronte di [[Antonello da Messina]] e due tele di [[Michelangelo Merisi da Caravaggio]], la ''[[Resurrezione di Lazzaro (Caravaggio)|Resurrezione di Lazzaro]]'' e l<nowiki>'</nowiki>''[[Adorazione dei pastori (Caravaggio)|Adorazione dei Pastori]]'', opere di [[Alonso Rodriguez]], [[Mattia Preti]], [[Guercino]], [[Onofrio Gabriello]], [[Mario Minniti]], [[Antonino Barbalonga Alberti]], [[Colijn de Coter]], [[Giovan Battista Quagliata]], [[Matthias Stomer]], [[Domenico Marolì]].
 
Il Museo ospita inoltre una ricca ''mostra permanente degli argenti messinesi'', a testimonianza delle straordinarie capacità artistiche degli argentieri messinesi. Dal 2010 è in corso il trasferimento nei moderni locali del nuovo Museo, adiacenti ai vecchi.
Line 786 ⟶ 785:
Il Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani, inaugurato nel 1996 nella frazione "Gesso" della zona Nord della città. È aperto ogni domenica, oppure durante la settimana su prenotazione.
Unico nel suo genere in Sicilia, basa l'allestimento museale sul criterio della multidisciplinarità: video, ipertesti, ascolto digitale, animazione con suonatori e cantori della tradizione, supporti letterari, fotografici, iconici, didascalici e didattici.
Custodisce tutti gli strumenti musicali della tradizione peloritana, tra cui le zampogne (''ciarameddi'' in dialetto), i flauti in canna (''friscaletti''), tamburi e tamburelli, scacciapensieri, conchiglie ede una ricca documentazione fotografica.
 
==== Archivio Quasimodo<ref>{{cita web|url=http://www.cittametropolitana.me.it/il-territorio/la-galleria-quasimodo/|titolo=Archivio Quasimodo|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824010902/http://www.cittametropolitana.me.it/il-territorio/la-galleria-quasimodo/|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref> ====
;Archivio - mostra permanente su [[Salvatore Quasimodo]] "La vita non è un sogno"
 
Raccoglie in una mostra permanente manoscritti, documenti, fotografie, pubblicazioni, onorificenze provenienti dall'Archivio Quasimodo, acquisito dalla Provincia regionale di Messina. La mostra, finalizzata ada esaltare gli aspetti fondamentali della vita e delle opere di Salvatore Quasimodo (che visse gran parte della sua vita nella città dello Stretto), si articola in nove sezioni dove sono esposte alcune opere significative del poeta ma anche del traduttore, del critico d'arte, del critico teatrale e perfino del librettista di opere musicali. A corredo dell'importante patrimonio artistico vi sono numerose fotografie, autografi ede illustrazioni. Si trova all'interno dei locali della Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea di via XXIV Maggio.
 
;Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea<ref>{{Cita web |url=http://www.regione.sicilia.it/bbccaa/dirbenicult/info/artecontemporaneame/3%20La%20Galleria%20Provinciale%20di%20Arte%20Moderna%20e%20Contemporanea.pdf |titolo=Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea |accesso=23 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824010314/http://www.regione.sicilia.it/bbccaa/dirbenicult/info/artecontemporaneame/3%20La%20Galleria%20Provinciale%20di%20Arte%20Moderna%20e%20Contemporanea.pdf |dataarchivio=24 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>
Riga 801:
{{Vedi anche|Duomo di Messina}}
Il [[Duomo di Messina#Tesoro del duomo|Tesoro del Duomo di Messina]], custodito ed esposto nel corpo aggiunto sulla fiancata Sud del tempio, è una ricchissima raccolta di preziosi oggetti di culto appartenuti alla Cattedrale sin dal Medioevo, in massima parte argenteria opera della rinomata scuola orafa messinese.
Il pezzo più prezioso del Tesoro è la cosiddetta "Manta d'oro", preziosissimo rivestimento del quadro della Madonna della Lettera nelle grandi feste, tutta d'oro finemente cesellato con motivi floreali e geometrici; è opera dell'orafo fiorentino [[Innocenzo Mangani]], che la eseguì nel [[1668]]. Il Tesoro custodisce inoltre una ricchissima collezione di paramenti e oggetti sacri; anche qui spiccano i lavori di orafi ede argentieri messinesi.
 
;Museo "Sant'Annibale Maria Di Francia"<ref>{{Cita web |url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=105&Itemid=343 |titolo=Museo "Sant'Annibale Maria Di Francia |accesso=23 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824013554/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=105&Itemid=343 |dataarchivio=24 agosto 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
Riga 807:
 
;Acquario comunale<ref>{{cita web|url=http://www.acquariomessina.it/|titolo=Acquario comunale|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824011145/http://www.acquariomessina.it/|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
Sito sul lato settentrionale della centrale "villa Mazzini", fu costruito verso la fine degli anni cinquanta dall'Istituto talassografico del CNR di Messina. L'acquario, successivamente passato alla proprietà comunale, oggi ospita in 22 vasche mediterranee ede 8 acquari che riproducono ambienti acquatici del mondo circa 100 specie ittiche. Vi è annesso un museo della fauna marina. Nasce da un'idea, del [[1868]], del naturalista tedesco [[Anton Dohrn]] per osservare e studiare la fauna dello Stretto. L'acquario di Messina, unica struttura di tal genere in Sicilia, fa parte, insieme a [[Milano]], [[Napoli]], [[Livorno]] e [[Trieste]], del ristretto gruppo di Acquari storici d'Italia. Al suo interno vi sono presenti specie endemiche dello [[Stretto di Messina]], uniche al mondo.
 
;Museo zoologico "Cambria"<ref>{{cita web|url=https://viaggiart.com/it/messina/luoghi/museo/museo-zoologico-cambria_15045.html|titolo=Museo zoologico Cambria|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824012715/https://viaggiart.com/it/messina/luoghi/museo/museo-zoologico-cambria_15045.html|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
Line 819 ⟶ 820:
 
;Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=108&Itemid=346|titolo=Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824013354/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=108&Itemid=346|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
Il Museo storico della fortificazione permanente dello [[Stretto di Messina]], fondato nel 2003 con il patrocinio del Comune di Messina e dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], è ospitato nei locali del Forte Cavalli uno dei tanti costruiti su entrambe le sponde dello Stretto intorno al [[1890]] per difendere il braccio di mare da una paventata invasione francese. Il percorso espositivo, partendo dagli studi balistici del generale [[Giovanni Cavalli]], inventore della rigatura dei cannoni, racconta la storia della difesa dello Stretto dal periodo post-unitario alla seconda Guerra Mondiale mediante tavole iconografiche ede oggetti appartenenti alla struttura. Il forte custodisce anche il più grande cannone italiano della [[Seconda guerra mondiale]] (16 tonnellate per 10 metri di lunghezza), donato dal Ministero della Difesa e dichiarato Monumento ai Caduti di tutte le Guerre.
 
;Mostra dei Pupi<ref>{{cita web|url=http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/SIT_PORTALE/SIT_LOCALITA/SIT_083/SIT_TURISMOCULTURALEPOPOLAREEDELLETRADIZIONI/SIT_Latradizionedeipupisicilianinelmessinese|titolo=Mostra dei Pupi|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824011420/http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/SIT_PORTALE/SIT_LOCALITA/SIT_083/SIT_TURISMOCULTURALEPOPOLAREEDELLETRADIZIONI/SIT_Latradizionedeipupisicilianinelmessinese|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
Line 871 ⟶ 872:
[[File:Pidoni.jpg|thumb|Pidoni]]
 
Le specialità della [[cucina messinese]] sono i piatti a base di pesce e frutti di mare: [[pesce spada]], [[pesce stocco]], [[Mytilus galloprovincialis|cozze]], costardelle, neonata e [[tonno]]. A base di carne, le braciole (taglio unico e diverso dal resto d'Italia) e il [[falsomagro]]. Dolci tipici messinesi sono: la [[pignolata glassata]], il bianco e nero, i cannoli di ricotta con la variante al cioccolato, la cassata siciliana. Tipici anche la [[focaccia messinese]] (scarola riccia, acciughe dissalate pepe nero e formaggio tuma), il pane ''alla disgraziata''<ref>[http://www.lasiciliainrete.it/prodottitipici/prodotti_tradizionali/prodotti_tradizionali.htm Prodotti Agroalimentari tradizionali Italiani e di Sicilia<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111121020344/http://www.lasiciliainrete.it/prodottitipici/prodotti_tradizionali/prodotti_tradizionali.htm |data=21 novembre 2011 }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.prodottitipici.com/prodotto/5970/pagnotta-alla-disgraziata.htm |titolo=Pagnotta alla disgraziata - prodottitipici.com<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=5 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120922230933/http://www.prodottitipici.com/prodotto/5970/Pagnotta-Alla-Disgraziata.htm |dataarchivio=22 settembre 2012 |urlmorto=no }}</ref> i rustici ([[arancini]], i [[Pidone|pidoni]], [[mozzarella in carrozza|mozzarelle in carrozza]] e [[paté di sfoglia|sfoglie]]) e la [[granita]], dai gusti vari (fragola, limone, mandorla, gelsi, cioccolato, pistacchio e, molto apprezzata, la granita al caffè con panna) accompagnata dalla famosa [[brioscia]], molto diversa dalle brioches settentrionali sia nella forma chesia nel sapore. I piatti della tradizione legati alle varie ricorrenze liturgiche sono: i pidoni (una specie di calzoni ripieni di scarola bianca riccia, [[b: Libro di cucina/Ricette/Acciughe sotto sale|acciughe sotto sale]] e scamorza venivano preparati il giorno dell'annunciazione il 25 marzo, ma anche in molte altre occasioni per esempio il giorno di san Giuseppe, il lunedì di Pasqua, il giorno dell'immacolata, la vigilia di natale, il giorno di santo Stefano). U ciusceddu (piatto a base di carne bovina tritata, ossi di vitello, ricotta fresca, uova, pangrattato formaggio maiorchino, pomodori, cipolla sedano e prezzemolo), era d'uso prepararlo il giorno di Pasqua e la [[pasta 'ncaciata]] (gli ingredienti per la preparazione sono: carne bovina, un pollo novello, fegatini, carne magra bovina tritata, uova, salame sant'Angelo di Brolo, scamorza, formaggio pecorino stagionato, pangrattato, melanzane, salsa di pomodoro, cipolla, pasta del tipo corta liscia, prezzemolo, basilico, strutto, sale e pepe nero macinato). Questo piatto tipico era consuetudine preparalo il 15 agosto festa dell'Assunta una festa molto sentita nella città di Messina dove viene portata in processione la [[Vara di Messina|Vara]], una maestosa macchina votiva di forma piramidale, alta circa 14 metri e dal peso di circa 8 tonnellate.
 
==== Fiera Internazionale<ref name="messinaierieoggi.it">{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2559:la-fiera-campionaria-internazionale&catid=71:cera-una-volta&Itemid=2694|titolo=Fiera Internazionale di Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824013545/http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2559:la-fiera-campionaria-internazionale&catid=71:cera-una-volta&Itemid=2694|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref> ====
Line 895 ⟶ 896:
== Economia ==
=== Agricoltura e allevamento ===
Particolarmente rilevante in passato, quando annoverava pregiatissime produzioni derivate come la [[seta]] ede i derivati agrumari, ancor oggi l'agricoltura riveste un ruolo importante nell'economia messinese.
 
Le attività agricole e d'allevamento sono ancor oggi praticate nelle campagne dei villaggi del Comune di Messina. Tra le produzioni agricole, spiccano:
Line 906 ⟶ 907:
 
* [[Ricotta]]<ref>{{Cita web |url=http://aziende.agraria.org/formaggi/messina/caseificio-domenico-calogero.html |titolo=Caseificio Calogero, Ricotta |accesso=24 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824145643/http://aziende.agraria.org/formaggi/messina/caseificio-domenico-calogero.html |dataarchivio=24 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>
* [[Mozzarella]] ede altri latticini.<ref>{{Cita web |url=http://aziende.agraria.org/formaggi/messina/caseificio-domenico-calogero.html |titolo=Caseificio Calogero, Mozzarella ed altri latticini |accesso=24 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824145643/http://aziende.agraria.org/formaggi/messina/caseificio-domenico-calogero.html |dataarchivio=24 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>
 
=== Artigianato e industria ===
Line 925 ⟶ 926:
Con le dovute distinzioni tra turisti e non turisti, le statistiche danno il settore turistico in netta crescita rispetto agli anni passati, soprattutto per quanto riguarda le presenze di turisti stranieri, attratti dalle bellezze artistiche (centro storico e monumenti, [[Museo Regionale di Messina|Museo Regionale]] con le famose opere di [[Antonello da Messina|Antonello]] e [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]]) e da quelle naturalistiche ([[Capo Peloro]], laghi di [[Ganzirri]], [[monti Peloritani]]).<ref>{{Cita web |url=http://www.strettoweb.com/2017/07/turismo-a-messina-ecco-tutte-le-iniziative-promosse-dal-comune/575579/ |titolo=Messina, le iniziative turistiche del comune |accesso=24 agosto 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824134049/http://www.strettoweb.com/2017/07/turismo-a-messina-ecco-tutte-le-iniziative-promosse-dal-comune/575579/ |dataarchivio=24 agosto 2017 |urlmorto=no }}</ref>.
 
Particolarmente vivo il settore balneare, che registra un notevole interesse da parte di cittadini e turisti, in particolare per le coste della zona Nord, intorno a Capo Peloro (il punto più vicino alla costa calabrese, in cui sorge il famoso faro), che si affacciano sul [[Mar Ionio]] (e dunque sullo [[Stretto di Messina|Stretto]]) e sul [[Mar Tirreno]]. Anche qui è necessaria una netta distinzione tra turisti ede i cittadini che risiedono fuori per motivi di lavoro e che ritornano in città per le vacanze estive, aumentando certamente i consumi, ma non potendo essere definiti turisti nel senso tecnico della parola.<ref>{{cita web|url=http://www.fibaconfesercenti.it/fiba-messina-al-via-la-stagione-balneare.html|titolo=Messina al via la stagione balneare|accesso=24 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824134153/http://www.fibaconfesercenti.it/fiba-messina-al-via-la-stagione-balneare.html|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade e autostrade<ref>{{cita web|url=http://www.autostradesiciliane.it/|titolo=Autostrade a Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170821131159/http://www.autostradesiciliane.it/|dataarchivio=21 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref> ===
[[File:Mappa autostrada A18 Italia.svg|thumb|lL'Autostrada A18]]
 
La [[tangenziale]] autostradale di Messina è parte della [[Autostrada A20 (Italia)|A20]] Messina-Palermo che attraversa il territorio urbano da sud alla zona centro-nord. Ci sono 7 svincoli: Messina sud Tremestieri, Messina San Filippo, Messina Gazzi, Messina Centro, Messina Boccetta, Messina Giostra-Annunziata, Messina nord Villafranca. La città è servita anche dalla [[Autostrada A18 (Italia)|A18]] Messina-Catania.
Line 945 ⟶ 946:
[[File:Messina porto 3.jpg|thumb|Veduta del porto di Messina con la caratteristica falce e di parte della città]]
Messina, sede di Autorità portuale, possiede il più grande [[porto di Messina|porto]] naturale attrezzato della [[Sicilia]].
Messina è collegata al continente con servizi di traghetti e aliscafi sia per [[Villa San Giovanni]] (24 ore al giorno, 7 giorni la settimana) chesia per [[Reggio Calabria]]. I collegamenti con Villa San Giovanni permettono il trasporto dei convogli ferroviari.<ref name="assoporti.it" />
A Messina fanno capo servizi Ro-Ro denominati commercialmente "autostrada del mare".
 
Line 989 ⟶ 990:
* Nella [[pallavolo]] vi sono diverse squadre che militano in varie categorie regionali, campionati di serie C maschile come il Mondo Volley Messina (nato nel 2015) e femminile come il Messana Tremonti, il Messina Volley e il Team Volley Messina (ex Pallavolo Messina).
 
* Nella [[pallanuoto]] il CUS Unime milita nel campionato nazionale di serie A2 maschile dopo la promozione conquistata l'anno precedente (2017-2018) con ben 22 Vittorievittorie su 22 partite giocate. Gioca le partite interne nella piscina della cittadella sportiva universitaria sita sul viale Annunziata.
 
* Nel [[rugby]] il [[Clan Messina Rugby]] ha disputato diversi campionati di B, sfiorando più volte la A2. Oggi esercita solo attività giovanili, mentre l'[[Amatori Messina Rugby]] fino all'anno 2016-2017 disputava il campionato di serie B. Nell'anno 2017-2018 invece la squadra ha sospeso tutte le attività e ha lasciato il posto al CLC Messina Rugby. Attualmente le squadre che sono in competizione sono: il CLC Messina rugby in serie B (con attività giovanile u12 - u14 - u16 - u18) e la Rugby Lions Messina (con attività giovanile u12 - u14 - 16).<ref>{{cita web|url=http://www.amatorimessinarugby.it/2014/|titolo=Amatori Rugby Messina|accesso=23 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170824092603/http://www.amatorimessinarugby.it/2014/|dataarchivio=24 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref> Il campo di gioco è situato a Sperone, nella zona nord della città.