Storia di Napoli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 213:
Con la discesa in Italia di [[Lotario III del Sacro Romano Impero|Lotario III]], ebbe inizio una lunga guerra tra l'Impero e i Normanni che vide [[Ruggero I di Sicilia|re Ruggero I d'Altavilla]] perdere progressivamente i territori dell'Italia peninsulare. Ripartito Lotario nell'ottobre del 1137, Ruggero riconquistò [[Salerno]], [[Avellino]], [[Benevento]] e [[Capua]]. Anche [[Napoli]], dopo un anno di assedio, fu costretta a capitolare nel 1137, proprio in seguito alla ripartenza di Lotario.
 
Si andava nel frattempo costituendo quel [[Regno di Sicilia]] che unificava [[Sicilia]] e Italia meridionale sin dal [[1130]], anno in cui il nuovo Stato unitario era stato istituito dall'[[antipapa Anacleto II]] e successivamente legittimato, nel [[1139]], da [[papa Innocenzo II]]. Tale nuovo regno fu governato dai Normanni sino al [[1195]], con capitale non a Napoli ma, per volere di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II d'Altavilla]], a [[Palermo]].; Tuttaviaciononostante la città, con i suoi 30.000 abitanti, conservòandò configurandosi come una importante piazza commerciale<ref>{{cita web|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/napoli_%28Federiciana%29/|titolo= Treccani, ''Napoli Federiciana''}}</ref>, al punto di entrare in connessione con la sede[[Lega arcivescovileanseatica]].
 
Ruggero II giunse a Napoli nel [[1140]], accolto con tutti gli onori (così come narrato, con dovizia di particolari, da un cronista medievale<ref>[[Falcone Beneventano]], ''Chronicum Beneventanum'' [http://www.cesn.it/Cronisti/falcone_benevento.htm Cronisti Normanni: Erchemperto, Guglielmo di Puglia, Goffredo Malaterra, Alessandro di Telese, Falcone di Benevento.].</ref>) e, dopo la nomina di un responsabile giuridico ed amministrativo (il ''compalazzo'', da ''comes palatii''), accentrò in pratica tutti i poteri nelle proprie mani, mettendo definitivamente fine al periodo di autonomia della città. Mentre la nobiltà mantenne per certi versi i propri privilegi, il clero conobbe un periodo di decadenza, anche come conseguenza delle tensioni che sorgevano tra i re normanni e l'autorità papale.<br />Nel [[1154]], salì sul trono di Sicilia [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo I]]: tutto il periodo del suo regno fu caratterizzato da una serie di lotte interne e di difficili rapporti con gli Stati esteri; inoltre, a Napoli si accese una contesa tra le classi dei ''milites'' e quella dei ''nobiliores'', e alcune rivolte portarono anche il popolo a scendere in piazza contro l'istituto monarchico. Guglielmo represse le rivolte nel sangue, fu molto severo nell'amministrazione della giustizia e aumentò l'imposizione di tasse avvalendosi, per portare a compimento il suo programma, del ministro barese [[Maione di Bari|Maione]], poi assassinato in una congiura ordita dal suocero [[Matteo Bonello]].<br />Con l'avvento sul trono di [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]], migliorò il dialogo della monarchia normanna con il popolo e Napoli visse un periodo di relativa tranquillità; fu nominato un governo consolare alla cui composizione contribuirono non solo esponenti delle classi nobiliari ma anche dei ''mediani'' e del popolo. Maggiore autonomia, specie in ambito commerciale, fu conferita alla città da [[Tancredi di Sicilia|Tancredi di Lecce]], nuovo sovrano che regnò dal [[1189]] al [[1194]] e riprisinò l'antica ''promissio'' riguardante l'esenzione dai dazi.