Napoli: differenze tra le versioni
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{{vedi anche|Regno delle Due Sicilie|Risorgimento}}
[[File:Fernando II de las Dos Sicilias 2.jpg|thumb|left|upright=0.7|Dipinto di Ferdinando II re delle Due Sicilie, metà del XIX secolo.]]
[[File:Saint Lucas painting the Virgin-Luca Giordano-MBA Lyon A55-IMG 0374.jpg|miniatura|''San Luca e la Vergine'', di [[Luca Giordano|Giordano]], portata al Louvre e poi a Lione con le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]]]
Sotto [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]], la città sancì definitivamente il suo ruolo di grande capitale europea<ref>[http://www.storico.org/seicento_eta_lumi/delizie_napoletane.html Storico.org]</ref>, soprattutto con una serie di grandi iniziative urbanistiche ed architettoniche; inoltre si affermò come grande centro [[illuminismo in Italia|illuminista]].
[[File:Death of Sophonisbe-Mattia Preti-MBA Lyon A60-IMG 0357.jpg|miniatura|''Morte di Sofonisba'', oggetto di [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]] e oggi al Musée des Beaux-Arts di Lione]]
Con la [[rivoluzione francese]] e le [[guerre napoleoniche]], Napoli vide prima la nascita di una [[Repubblica Napoletana (1799)|repubblica giacobina]] affogata nel sangue dalla successiva restaurazione borbonica<ref>{{Cita libro|autore=Maria Antonietta Macciocchi|titolo=L'amante della rivoluzione. La vera storia di Luisa Sanfelice e della Repubblica napoletana del 1799|anno=1997|editore=Arnoldo Mondadori Editore}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Mario Forgione|titolo=I Dieci anni che sconvolsero Napoli|anno=1991|editore=Edi|città=Napoli|isbn=9788804426554}}</ref>. Nel 1806 fu conquistata dalle truppe francesi condotte da [[Napoleone Bonaparte]] che affidò il regno a suo fratello [[Giuseppe Bonaparte|Giuseppe]] e in seguito a [[Gioacchino Murat]], che non riuscì ad unificare prematuramente la penisola ma risvegliò il sentimento nazionale<ref>Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la nascita dell'Italia contemporanea (1770-1922), Bruno Mondadori, 1999, ISBN 88-424-9357-0.</ref> attraverso il [[Proclama di Rimini]]<ref>{{Cita web|url=http://www.immaginidistoria.it/immagine2.php?id=12&id_img=254|titolo=Proclama di Rimini|accesso=28 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090201171722/http://www.immaginidistoria.it/immagine2.php?id=12&id_img=254|dataarchivio=1º febbraio 2009}}</ref> cercando di recuperare il trono perduto.
* ''L'adorazione dei magi'', dello [[Jusepe de Ribera|Spagnoletto]], ora al [[Museo del Louvre|Louvre]]
* ''La Sacra Famiglia'' dello [[Bartolomeo Schedoni|Schedoni]], anticamente ospitato presso la chiesa di Capodimonte, andò al [[Museo del Louvre|Louvre]] dal 1802 dove si trova ancora oggi
* ''La Vergine con il Bambin Gesù'' di [[Cimabue]], anticamente ospitato presso le [[Museo nazionale di Capodimonte|Gallerie di Capodimonte]], fu al [[Museo del Louvre|Louvre]] fino al 1802, erede diretto del Musee Napoleon, e poi al Museo di Lille nel 1872, dove rimane da allora
* ''San Luca e la Vergine, di'' [[Luca Giordano|Giordano]]'','' prima al Louvre poi al Musée de Lyon
* ''Morte di Sofonisba'', del Calabrese, oggi al Musée de Lyon
* ''La Visitazione'', di Sabbatini, oggi a Montpellier
* ''Venere ed Adone'', di Vaccaro, oggi al musée d'Aix-en-Provence
[[File:Bartolomeo Schedoni - The Holy Family - WGA20970.jpg|miniatura|''Sacra Famiglia'', Schedoni, anticamente nella Chiesa di Capodimonte, ora al [[Museo del Louvre|Louvre]] dopo le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]]]
▲Con la [[rivoluzione francese]] e le [[guerre napoleoniche]], Napoli vide prima la nascita di una [[Repubblica Napoletana (1799)|repubblica giacobina]] affogata nel sangue dalla successiva restaurazione borbonica<ref>{{Cita libro|autore=Maria Antonietta Macciocchi|titolo=L'amante della rivoluzione. La vera storia di Luisa Sanfelice e della Repubblica napoletana del 1799|anno=1997|editore=Arnoldo Mondadori Editore}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Mario Forgione|titolo=I Dieci anni che sconvolsero Napoli|anno=1991|editore=Edi|città=Napoli|isbn=9788804426554}}</ref>. Nel 1806 fu conquistata dalle truppe francesi condotte da [[Napoleone Bonaparte]] che affidò il regno a suo fratello [[Giuseppe Bonaparte|Giuseppe]] e in seguito a [[Gioacchino Murat]], che non riuscì ad unificare prematuramente la penisola ma risvegliò il sentimento nazionale<ref>Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la nascita dell'Italia contemporanea (1770-1922), Bruno Mondadori, 1999, ISBN 88-424-9357-0.</ref> attraverso il [[Proclama di Rimini]]<ref>{{Cita web|url=http://www.immaginidistoria.it/immagine2.php?id=12&id_img=254|titolo=Proclama di Rimini|accesso=28 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090201171722/http://www.immaginidistoria.it/immagine2.php?id=12&id_img=254|dataarchivio=1º febbraio 2009}}</ref>. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il [[Congresso di Vienna]] Napoli ritornò nuovamente ai Borbone. Durante l'occupazione francese, diverse opere d'arte presero la via della Francia<ref>{{Cita libro|titolo=Notice de tableaux dont plusieurs ont été recueillis à Parme et à Venise : exposés dans le grand salon du Musée Napoléon, ouvert le 27 thermidor an XIII|edizione=De l'imprimerie des sciences et des arts, Paris}}</ref> a causa delle [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]. Secondo il catalogo del Canova<ref>{{Cita libro|autore=Marie-Louise Blumer|titolo=Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 1814|collana=Bulletin de la Société de l'art français}}</ref> solo una parte di quelle opere ritornò in Italia.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/cultura/2016/12/15/news/scuderie_del_quirinale-154168943/|titolo=Tra Napoleone e Canova. Quelle opere che tornarono dal "Museo Universale"|sito=Repubblica.it|data=15 dicembre 2016|accesso=9 marzo 2019}}</ref>
Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il [[Congresso di Vienna]] Napoli ritornò nuovamente ai Borbone. Il 1820 in Europa fu l'anno delle agitazioni contro l'assolutismo monarchico, e a Napoli queste si manifestarono nella rivolta capitanata dal generale [[Guglielmo Pepe]]. Intimorito da queste nuove difficoltà, [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]] acquisì un comportamento ambiguo, elargendo dapprima la Costituzione, e chiedendo poi l'aiuto austriaco, per poterla ritirare e reprimere l'opposizione<ref>{{cita libro|Gianni|Oliva|Un regno che è stato grande|2012|Mondadori|Milano|pp=161-170}}</ref>. Tale atteggiamento si ripeté nei moti del 1848 quando, dopo l'ennesima insurrezione, [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] concesse una carta costituzionale, per poi sciogliere il Parlamento e reprimere la rivolta nel sangue, ripristinando l'assolutismo<ref>{{cita libro|Gianni|Oliva|Un regno che è stato grande|2012|Mondadori|Milano|pp=212-220}}</ref>. Altresì, in questo periodo la città vide numerosi impulsi in molti settori.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ferdinando-ii-di-borbone-re-delle-due-sicilie_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Treccani.it]</ref>
Nel 1860 il [[Regno delle Due Sicilie]] fu oggetto della [[spedizione dei Mille]] di [[Giuseppe Garibaldi]] e successivamente invaso dal [[Regno di Sardegna]]. [[Francesco II di Borbone]] fu costretto ad abbandonare Napoli ripiegando a Gaeta insieme a parte dell'esercito borbonico per "garantirla dalle rovine e dalla guerra... risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile"<ref>{{cita libro|Giordano Bruno |Guerri|Il sangue del Sud|2011|Mondadori|p=63}}</ref>, e fu tentata una prima difesa con la [[battaglia del Volturno]] e quindi con l'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]]. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
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