Gino Boccasile: differenze tra le versioni

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Gli organizzatori della prima edizione della [[Fiera del Levante]] di Bari nel 1930 gli commissionarono una serie di trenta cartoline per commemorare l'avvenimento.
 
Per richiesta dello stesso Mauzan, che si era intanto trasferito e che rimarrà in [[sud America]] per molti anni, decide di partire per l'[[Argentina]], ma il soggiorno a [[Buenos Aires]] durerà poco meno di due mesi. Gino Boccasile, ''Gi Bi'' come si firmava e come lo chiamavano gli amici, aveva conosciuto Alma Corsi, la sua futura moglie, che gli avrebbe dato due figli: Bruna (1934) e Giorgio (1935-1983, che diverrà illustratore). Subito dopo il rientro a Milano, riparte per [[Parigi]] facendosi conoscere anche come pittore, con l'esposizione di due quadri al [[Salon des Indépendants]] di Parigi nel 1932.
 
Rientrato in Italia, costituisce a Milano con l'amico [[Francesco Aloi]] un'agenzia di pubblicità, la Acta in [[Galleria del Corso (Milano)|Galleria del Corso]]. Collabora alla realizzazione grafica di numerose riviste tra cui ''La Donna'', ''L'illustrazione'', ''La Signorina Sette'', con i periodici ''La Donna'' (1932), ''Dea e La Lettura'' (1934), ''Bertoldo'' (1936), ''Il Milione'' (1938) e ''L'Illustrazione del medico'' (1939).
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Muore a [[Milano]] il 10 maggio [[1952]], per un attacco di [[pleurite]], mentre sta illustrando Il [[Decamerone]] del Boccaccio (tempera su cartoncino) nel quale lascerà incompiute 101 tavole a colori. Il [[Decamerone]] è la sua ultima opera. Verrà completata con tavole di [[Rino Albertarelli]], Guido Bertoletti, Giorgio De Gaspari e [[Walter Molino]] e sarà pubblicata dalle Edizioni d'Arte "A la chance du bibliophile" di Milano nel [[1955]].
 
È stato sepolto presso il [[Cimitero Maggiore (Milano)|Cimitero Maggiore di Milano]], ove i suoi resti sono stati in seguito collocati in una celletta.
 
Circa 350 dei suoi cartelloni pubblicitari fanno parte della [[Raccolta Salce]], conservata presso il [[Museo civico Luigi Bailo]] di [[Treviso]].