Mutande: differenze tra le versioni
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Le mutande femminili entrarono nell'uso comune piuttosto tardi. All'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], diventarono, pur fra molte resistenze, parte della biancheria femminile: il modello era formato da lunghe brache tubolari accuratamente nascoste. Era vietato pure nominarle e le si chiamava ''tubi della decenza''. Assieme alle mutande proliferò la [[biancheria intima]], bianca e ornata di pizzo. Essa era tuttavia riservata soprattutto alle signore, e solo all'inizio del Novecento entrò anche nell'uso delle classi popolari. Quando cominciarono ad essere adottate più ampiamente non mancarono le critiche.
Durante l'[[XIX secolo|Ottocento]] solo alle bambine era dato girare con la gonnella corta e le mutande bene in vista; si trattava di un primo tentativo di creare una [[moda infantile]], che mai era esistita prima di allora. Coll'andar del secolo le mutande si accorciarono e arricciarono. Con l'avvento della celebrata [[donna fatale]] la biancheria assunse tonalità più erotiche, e addirittura le mutande si mostrarono, appaiate a calze nere, nello sfrenato ballo del [[can can]]. Negli anni [[1920]] le mutande diventarono corti pagliaccetti, per poi accorciarsi sempre di più fino agli anni [[Sessanta]], quando la [[minigonna]] obbligò ad usare slip di piccola taglia. Sebbene questo indumento sia generalmente considerato necessario sia per gli uomini che per le donne, non tutti portano le mutande. In particolare le donne di spettacolo
Nel linguaggio moderno la mutanda assume anche significati metaforici, ad esempio l'espressione "mutanda in testa" indica il legame tra due componenti di una coppia che comporta l'impossibilità da parte di uno dei componenti di essa, a compiere azioni non gradite dal partner.
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