Enzo Paci: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nato a [[Monterado]] ([[provincia di Ancona]]), intraprese gli studi elementari e medi a [[Firenze]] e [[Cuneo]].<ref name=":1civita">{{Cita libro|autore= Alfredo Civita|titolo= Bibliografia degli scritti di Enzo Paci|anno= 1983|editore= La Nuova Italia|città= Firenze|p=|pp=|ISBN=}}.</ref> Nel [[1930]] si iscrisse al corso di [[filosofia]] dell'[[Università degli Studi di Pavia]],<ref name=":1civita" /> seguendo soprattutto le lezioni di [[Adolfo Levi]]. Nel frattempo collaborò con [[Luciano Anceschi|Anceschi]] alla [[rivista]] ''Orpheus''. Si trasferì dopo due anni all'[[Università degli Studi di Milano]] dove divenne allievo di [[Antonio Banfi]], con il quale si laureò nel novembre del [[1934]] discutendo una tesi dal titolo ''Il significato del "[[Parmenide (dialogo)|Parmenide]]" nella filosofia di Platone''.<ref name=":1civita" /><ref name=":0sini" >{{Cita|Sini}}.</ref> Collabora alla rivista ''Il Cantiere''.
 
Nel [[1935]] iniziò il servizio militare nell'esercito, ma nell'ottobre del [[1937]] viene congedato. Richiamato nel [[1943]] come ufficiale allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], venne catturato in [[Grecia]]<ref name=":0sini">{{Cita libro|autore= [[Carlo Sini]]|titolo= Enzo Paci. Il filosofo e la vita|anno= 2015|editore= Feltrinelli|città= Milano|p=|pp=|ISBN=978-88-07-22700-4}}</ref> dopo l'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre 1943]] e inviato presso il [[campo di prigionia]] di [[Sandbostel]]. Trasferito successivamente nella struttura di [[Oflag 83|Wietzendorf]], qui ebbe modo di conoscere [[Paul Ricœur]], con il quale riuscì in quella sede a leggere ''[[Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica]]'' di [[Edmund Husserl]]<ref name=":0sini" /> e a costruire un rapporto di amicizia.
 
Incominciò la sua carriera di docente insegnando [[filosofia teoretica]] all'Università di Pavia ([[1951]]-[[1957]]), mentre, a partire dall'anno accademico 1957-[[1958]], successe a [[Giovanni Emanuele Barié]] all'Università Statale di Milano.<ref name=":1civita" /><ref name=":0sini" />
 
Dopo aver inizialmente collaborato con la rivista ''Filosofia'',<ref>Pecora, Massimiliano, ''La cultura filosofica italiana dal 1945 al 2000 attraverso le riviste'' Firenze : [poi] Milano : La Nuova Italia ; Franco Angeli, 2009. Rivista di storia della filosofia. Fascicolo 2, 2009, p. 356.</ref> nel 1951 fondò la rivista ''[[Aut Aut (rivista)|Aut Aut]]'', che diresse fino al 1976<ref>{{Cita web|url= http://autaut.ilsaggiatore.com/storia/|titolo= Rivista "aut aut" - Storia della rivista}}</ref>; il periodico costituisce una testimonianza dei suoi variegati interessi letterari e culturali. Il nome della rivista richiama uno dei testi più famosi del filosofo [[Danimarca|danese]] [[Søren Kierkegaard]], precursore dell'esistenzialismo nel suo proposito di accogliere l'irriducibile paradossalità dell'esistenza e l'ostacolo che questa impone al sapere.<ref name=":0sini" />.
 
Tra i suoi allievi più famosi ricordiamo [[Giovanni Piana]], [[Carlo Sini]], [[Salvatore Veca]], [[Pier Aldo Rovatti]], [[Mario Vegetti]], [[Guido Davide Neri]].
 
==Pensiero==
[[Carlo Sini]] individua l'inizio dell'intera speculazione filosofica di Paci già a partire dalla sua tesi di laurea: in alcune frasi della breve ''Prefazione'' vediamo il filosofo marchigiano, ancora ventitreenne, esprimere una specifica interpretazione della filosofia dell'esistenza, dimostrando già un grado elevato di comprensione del proprio tempo e delle proprie inclinazioni.<ref name=":0sini" />
 
===L'esistenzialismo===
Paci giunge perciò all'esistenzialismo attraverso lo studio di [[Platone]].<ref name=":0sini" />. Base dell'esistenzialismo di Paci è la relazione, intesa come condizione di esistenza di tutti gli avvenimenti che costituiscono il mondo. Evento è anche l'''io'', che si conosce come esistenza finita ed empirica in rapporto ad altre esistenze. Dalla pura condizione esistenziale del fatto, attraverso la conoscenza, Paci definisce la condizione dell'uomo come personalità morale.
 
L'io conoscente è la chiara forma della legge [[etica|morale]] che fa sì che ogni io, in quanto conosciuto e molteplice e in quanto esistenza, possa diventare [[Soggetto (filosofia)|soggetto]] singolo come soggetto di ''scelta etica''. Poiché in virtù del principio di irreversibilità – che, insieme al [[principio di indeterminazione]] (impossibilità che il conoscente si conosca a un tempo come conosciuto e come conoscente), è uno dei punti di riferimento del sistema di Paci – la [[forma (filosofia)|forma]] non è mai definitiva, e al contempo ogni questione risolta pone sempre nuovi problemi, ne deriva che il realizzarsi dell'esistente "uomo" nella forma significa un continuo [[progresso (filosofia)|progresso]] che va dal passato, il quale non si può ripetere e non è annullato dal presente, verso il futuro. Il non realizzarsi in questa forma, non seguendo il progresso e arrestandosi a una forma di ordine più basso, costituisce l'immoralità, il [[male]].
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Termine fondamentale della filosofia di [[Husserl]], filosofo che Paci ebbe come punto di riferimento per tutta la vita,<ref>Vigorelli, Amedeo, ''La fenomenologia husserliana nell'opera di Enzo Paci'', Milano : Franco Angeli, 2001.</ref> l<nowiki>'</nowiki>''epoché'' si traduce in una ricerca di senso continua e inesausta che presuppone un abbandono di tutte le categorie di pensiero che siamo abituati ad utilizzare. In questo senso è emblematico l'episodio che Paci stesso racconta riguardo al suo approccio all'''epoché''. Studente di filosofia, si recò nell'ufficio di [[Antonio Banfi]] (il suo "maestro" per eccellenza) per chiedere spiegazioni sul concetto di ''epoché''. Banfi gli chiese di descrivere un vaso che si trovava lì vicino a loro. Tuttavia, qualunque definizione Paci provasse a dare (colore, forma geometrica, uso) cadeva in una categoria di giudizio posteriore all'oggetto stesso, o comunque soggettiva (il colore dipende dalla luce, la forma geometrica si rifà a categorie astratte che l'uomo ha inventato, l'uso è indipendente dall'oggetto stesso).
 
L<nowiki>'</nowiki>''epoché'', quindi, si costituisce come ricerca di una visione "originaria". Compito difficilissimo ([[Husserl]] lo definiva impossibile ed inevitabile), l'esercizio dell<nowiki>'</nowiki>''epoché'' non si deve tradurre in un'impossibilità di giudizio, ma nella consapevolezza che qualunque giudizio è parziale, soggettivo. Se applicata alla vita, all'esistenza, l<nowiki>'</nowiki>''epoché'' si traduce in una continua ricerca dell'originario, della verità, di una verità ulteriore che si annida nel mondo, negli altri, negli oggetti, nei luoghi, in tutto ciò che forgia la nostra esistenza. Una verità che l'uomo può cercare, e che si annida nel percorso stesso di ricerca e riflessione, e soprattutto nella capacità di creare relazioni autentiche. In ''Tempo e verità nella fenomenologia di Husserl'', Paci individua nell<nowiki>'</nowiki>''epoché'' quasi un carattere [[religione|religioso]], criticando la ridotta disamina del concetto da parte di [[Martin Heidegger]] ed [[Emmanuel Lévinas]], che lo considerarono come se si trattasse di un metodo puramente gnoseologico.<ref>{{Cita libro|autore=Enzo Paci|titolo=Tempo e verità nella fenomenologia di Husserl'|anno=1961|editore=Laterza|città=Bari|p=|pp=|ISBN=}}.</ref>
 
===Relazione e riflessione===
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La filosofia di Paci si traduce dunque in una continua, consapevole e dolorosa ricerca di un senso che possa capovolgere la situazione tragica dell'esistenza mediante il lavoro, l'impegno. In questo Paci si distanzia da [[Jean-Paul Sartre]] e dalle conclusioni del filosofo [[Francia|francese]], che Paci ammirava e considerava uno stimolo continuo per la sua riflessione. Il negativo, infine, sempre presente nell'investigazione filosofica di Paci (ancor di più nell'ultima parte della sua vita), rimane punto essenziale della ricerca umana, laica e faticosa di un senso, di una verità ulteriore.
 
==Opere<ref name=":1civita" />==
*{{Cita libro|autore= Enzo Paci|titolo= Il significato del "[[Parmenide]]" nella filosofia di Platone|editore= Principato|città= Milano|anno= 1938}}
*{{Cita libro|autore= Enzo Paci|titolo= Principii di una filosofia dell'essere|editore= Guanda|città= Modena|anno= 1939}}
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==Bibliografia==
* {{citaCita libro|nome= Alfredo|cognome= Civita|titolo= Bibliografia degli scritti di Enzo Paci|1983|editore= La nuovaNuova Italia|città= Firenze|anno= 1983|ISBN = 8822100530|cid= Civita}}
*{{Cita libro|nome= Andrea|cognome= Di Miele, Andrea,|titolo= ''La cifra nel tappeto : note su Paci interprete di Vico'' Roma :|editore= Edizioni di storia e letteratura,|città= Roma|anno= 2007.|collana= Bollettino del Centro di studi vichiani. Anno XXXVII - 2007.}}
*{{Cita news|url= https://ilmanifesto.it/enzo-paci-il-caldo-romanzo-di-una-prassi-teorica/|nome= Paolo|cognome= Ercolani,|titolo= ''Enzo Paci, il caldo romanzo di una prassi teorica'',|pubblicazione= [[Il manifesto]],|data= 17 marzo 2015|accesso= 5 luglio 2020}}
*{{Cita pubblicazione|nome= Costantino|cognome= Esposito,|url= «[http://www.treccani.it/enciclopedia/esistenzialismo-e-fenomenologia_(Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Filosofia)/|titolo= Esistenzialismo e fenomenologia. La crisi dell'idealismo e l'arrivo dell'esistenzialismo in Italia|rivista= in ''Il contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia'', Roma,|editore= Istituto dell'Enciclopedia Italiana,|città= Roma|anno= 2012.|accesso= 5 luglio 2020}}
*{{Cita libro|nome= Enzo|cognome= Paci|titolo= Tempo e verità nella fenomenologia di Edmund Husserl|editore= Laterza|città= Bari|anno= 1961|cid= Paci}}
* {{cita libro|Amedeo|Vigorelli|L'esistenzialismo positivo di Enzo Paci|1987|Franco Angeli|Milano|collana = Collana di filosofia}}
* {{Cita libro|autorenome= Carlo|cognome= Sini|wkautore= Carlo Sini|titolo=Enzo Paci. Il filosofo e la vita|anno=2015|editore= Feltrinelli|città= Milano|p=|ppanno= 2015|ISBN= 978-88-07-22700-4|cid= Sini}}
*{{Cita pubblicazione|nome= Carlo|cognome= Sini,|url= «[http://www.treccani.it/enciclopedia/enzo-paci_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo= PACIPaci, Enzo|rivista= in ''Enciclopedia Italiana - IV Appendice'', Roma,|editore= Istituto dell'Enciclopedia Italiana,|città= Roma|anno= 1979.|accesso= 5 luglio 2020}}
* {{citaCita libro|nome= Amedeo|cognome= Vigorelli|titolo= L'esistenzialismo positivo di Enzo Paci|1987|editore= Franco Angeli|città= Milano|collanaanno= 1987|collana= Collana di filosofia}}
 
==Voci correlate==