Paolo Pietroni: differenze tra le versioni

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*Nel caso di [[Amica (periodico)|Amica]], Pietroni ha trasformato una tradizionale testata femminile per casalinghe in un settimanale aggressivo, moderno e spregiudicato, con una grande attenzione prima al [[femminismo]] come fatto sociale, poi al fenomeno, emergente, della ricerca di obiettivi personali e di carriera da parte delle donne italiane.
*Il mensile [[Max (periodico)|Max]] è nato invece come galleria di personaggi trasgressivi e determinati che, nella proiezione del lettore, dovevano rappresentare l'individuo tipico di una certa cultura degli [[anni ottanta]] (di qui lo [[slogan]] ''Io esiste'' con cui «Max» è stato lanciato e pubblicizzato per anni).
*Il supplemento [[Sette (rivista)|Sette]] sotto la direzione di Pietroni ha rilanciato il giornalismo d'immagine, fondato sulla fotografia d'autore e sulla convinzione che un periodico illustrato nell'era televisiva potesse conquistare un suo pubblico solo proponendosi alla lettura «come un insieme di fotografie che, diversamente dalle parole, proiettano il lettore nella dimensione dell'Essere e non del Divenire»<ref>Parole pronunciate più volte dallo stesso Pietroni nel corso delle lezioni di ''photo editing'' tenute all'interno della Rizzoli del biennio 2005/2006.</ref> Il precursore italiano del giornalismo di immagine è stato Leo Longanesi che ha fondato e diretto a Roma nel 1945 «Sette. Settimanale di varietà».
 
In generale, Pietroni ha sempre creduto nel suo metodo "teatrale": costruire un giornale come se fosse un personaggio. Amica: la donna anticonformista e trasgressiva. Max: l'eroe determinato a compiere la sua missione oltrepassando ogni limite. Sette: il fotografo che racconta il mondo attraverso il suo punto di vista. Ha sempre puntato molto sulla rilevanza della veste grafica e tipografica dei periodici, utilizzando anche le innovazioni tecniche via via consentite dall'introduzione dei software informatici.