Credenza: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'oggetto di arredamento|Credenza (arredamento)}}
[[File:Phoenix detail from Aberdeen Bestiary.jpg|thumb|La leggenda della Fenice che sorge dalle ceneri è una credenza nella risurrezione così impressa nella civiltà occidentale che ha trasmesso i piani simbolici e letterari.]]
Una '''credenza''' è «l'[[atteggiamento]] di chi riconosce per vera una [[proposizione]]»,<ref>[[Nicola Abbagnano]], ''Dizionario di Filosofia'', UTET, 1998, p.&nbsp;243.</ref> ammettendone la validità sul piano della [[verità]] oggettiva, nel senso che credere in un enunciato ''p'' equivale ad affermare che ''p'' è vero, o quantomeno che ci sono buone ragioni per affermare che ''p'' è vero.<ref>F. Braga Illa, ''A proposito di rappresentazioni. Alla ricerca del senso perduto'', Edizioni Pendragon, 2006, p. 95.</ref>: Secondosecondo quest'accezione, ne risulta una differenza di significato rispetto alla nozione di [[certezza]] e a quella di [[dubbio]]:
{{citazione| La ''credenza'', in senso filosofico generale, è l'atteggiamento soggettivo di [[assenso]] verso una nozione o una proposizione, delle quali non implica né esclude necessariamente la validità oggettiva.: Sisi distingue dal dubbio, che sospende l'assenso, e dalla certezza, in cui l'assenso si fonda sull'evidenza oggettiva dell'assunto.|"Enciclopedia della filosofia", De Agostini, 2000, p.&nbsp;187}}
 
L'implicazione da parte di una credenza della sua validità oggettiva è in ogni caso un argomento dibattuto.<ref>F. Braga Illa, ''A proposito di rappresentazioni'', op. cit., pp. 94-101.</ref>