Festa della Sensa: differenze tra le versioni
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== Cerimoniale ==
[[File:Canaletto (Giovanni Antonio Canal), Italian (active Venice, Rome, and England) - The Bucintoro at the Molo on Ascension Day - Google Art Project.jpg|miniatura|Il doge e la sua corte si dirigono verso il bucintoro nel giorno dell'Ascensione.]]▼
[[File:F0419 Louvre Guardi Départ du Bucentaure INV20009 detail encours.jpg|miniatura|Il [[bucintoro]] in viaggio verso il [[Lido di Venezia]].]]▼
[[File:Pinacoteca Querini Stampalia - La visita del doge a San Nicolò dopo lo Sposalizio del Mare - Gabriele Bella.jpg|miniatura|La visita del doge a San Nicolò dopo lo Sposalizio del Mare.]]
=== La vigilia ===
{{Vedi anche|Bucintoro}}▼
Alla viglia del giorno dell'Ascensione il [[bucintoro]] usciva dai [[Arsenale di Venezia|cantieri dell'Arsenale]] per essere condotto fino in città dove veniva messo in bella mostra sulla [[riva degli Schiavoni]] che veniva decorata per l'occasione<ref>{{Cita|Romanin, 1860|p. 36}}.</ref>. Oltre al bucintoro si preparavano anche tutte le altre imbarcazioni (anche di tipo militare e mercantile) che avessero dovuto prendere parte dalla sfilata e si conducevano nel braccio di mare che separa Venezia dal Lido, si addobbavano gli edifici e alla sera tutte le campane delle chiese di Venezia suonavano in contemporanea per annunciare l'inizio della solennità religiosa celebrata nella basilica di San Marco<ref name=":1">{{Cita|Romanin, 1860|p. 37}}.</ref>.
=== Il viaggio del bucintoro verso il Lido ===
▲{{Vedi anche|Bucintoro}}
▲[[File:Canaletto (Giovanni Antonio Canal), Italian (active Venice, Rome, and England) - The Bucintoro at the Molo on Ascension Day - Google Art Project.jpg|miniatura|Il doge e la sua corte si dirigono verso il bucintoro nel giorno dell'Ascensione.]]
▲[[File:F0419 Louvre Guardi Départ du Bucentaure INV20009 detail encours.jpg|miniatura|Il [[bucintoro]] in viaggio verso il [[Lido di Venezia]].]]
La mattina seguente le campane annunciavano l'uscita del doge e della sua folta corte da [[Palazzo Ducale (Venezia)|palazzo ducale]]. Il doge era preceduto da una [[banda musicale]], dal [[Sopragastaldo]], dal [[Missier grande]] (il capo della polizia), dal porta stocco e dalla [[Sella curule|sedia curule]], simbolo della giustizia, era poi seguito da una corte composta dalla [[Serenissima Signoria]], dal [[cancelliere grande]], dalle maggiori magistrature, dal [[nunzio apostolico]] e dagli altri [[Ambasciatore|ambasciatori esteri]]. Il doge e la sua corte allora si dirigevano verso la riva per poi imbarcarsi sul bucintoro, che in seguito a uno sparo di cannone dirimpetto alla piazza (e da un concerto di cannonate esplose dalle navi militari), prendeva poi il largo nel [[Bacino San Marco|bacino di San Marco]] dirigendosi verso il [[Lido di Venezia|Lido]].
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=== La visita a San Nicolò e il banchetto ===
Una volta tornato a San Marco il doge visitava la fiera della Sensa e poi all'ora di pranzo offriva al palazzo Ducale uno sfarzoso banchetto a cui erano invitati cento [[Arsenalotto|arsenalotti]] disposti su dieci tavoli, membri illustri del [[Patriziato (Venezia)|patriziato]] e gli [[Ambasciatore|ambasciatori]], inoltre alla prima portata era ammesso un pubblico di spettatori in rappresentanza della cittadinanza<ref name=":0" />. Il banchetto si apriva con diversi antipasti, solitamente confetture e torte ripiene carne, frutta e verdura e talvolta contenevano monete d'argento in regalo agli ospiti. La tavola abbondava di vino greco (di qualità migliore rispetto a quello locale) e aveva tra le portate principali la cacciagione, che a volte veniva presentata ancora coperta di pelli e piume, a questa erano annessi anche svariati arrosti e lessi. Il banchetto terminava con dolci a base di mandorle, pistacchi e pinoli, in particolare il [[marzapane]] veniva modellato al fine di creare figure celebrative di vario tipo<ref>{{Cita|Ambrosini, 1996|cap. 2 ''Feste'', par. ''Banchetti''}}.</ref>. Una volta terminato il banchetto agli invitati era concesso prendere le posate, i tovaglioli e gli altri oggetti presenti sulla tavola da conservare in ricordo della festa<ref>{{Cita|Romanin, 1860|p. 35}}.</ref>.
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