Dogma: differenze tra le versioni

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I dogmi, intesi in tal senso come verità assolute indiscutibili o inconfutabili, sono perciò rigettati da altri sistemi filosofici quali il [[razionalismo]] e lo [[scetticismo filosofico|scetticismo]], perché la loro assunzione viene ritenuta in contrasto col modo di procedere del [[metodo scientifico]]. Questo atteggiamento può avere come ulteriore conseguenza il rifiuto della [[metafisica]]; significativa a tal proposito è una famosa affermazione del filosofo scozzese [[David Hume]]: "Se ci capita per le mani qualche volume, per esempio, di teologia o metafisica scolastica, domandiamoci: contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esperienza? No. E allora gettiamolo nel fuoco, perché non contiene che sofisticherie e inganni".
 
Essendo visto come "contrario alla scienza", a partire dall'epoca [[Illuminismo|illuminista]] il termine "dogma" è stato (ed è tuttora) spesso usato con una forte accezione negativa, quasi come sinonimo di "pregiudizio"; ma non mancano i casi in cui ad esso viene associato un significato positivo. Secondo la definizione di [[Pierre Hadot]] (presente nell'opera ''La cittadella interiore'') il dogma è «un principio universale che fonda e giustifica una certa condotta pratica, e che si può formulare in una o più proposizioni»: con questa affermazione egli intende dire che alcuni sistemi filosofici, come le [[stoicismo|dottrine stoiche]], siano fondati su dogmi logicamente sensati riguardanti la [[natura]] delleultima cosedella realtà.<ref>Pierre Hadot, ''La cittadella interiore. Introduzione ai «Pensieri» di Marco Aurelio'', cap. III, § 1, pag. 41, Vita e Pensiero, 1996.</ref>
Un altro esempio positivo, contrario ad un utilizzo esclusivamente negativo del termine "dogma", lo si può trovare in [[Victor Hugo]] quando scriveva a proposito del [[Liberté, Égalité, Fraternité|motto della Rivoluzione francese]]: «Libertà, uguaglianza e fraternità sono dogmi di pace e di armonia. Perché conferire ad essi un'accezione spaventosa?».
 
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=== Idealismo e dogmatismo ===
{{vedi anche|dogmatismo|idealismo}}
La distinzione tra [[idealismo]] e [[dogmatismo]] è stata elaborata in particolare dal filosofo tedesco romantico [[Johann Gottlieb Fichte]]. Il termine "dogmatismo" lo si deve già, come si è visto, al filosofo tedesco [[Immanuel Kant]] e alla sua ''Critica della ragion pura'', nella quale esso veniva assimilato ad un sistema filosofico che abbia al centro la cosa in sé (o [[noumeno]]), e dove il soggetto risulti in secondo piano nella conoscenza. L'[[idealismo]] invece, che Fichte considera una prosecuzione del [[criticismo]] kantiano, pone il soggetto in posizione predominante. A questi due sistemi egli associa un diverso atteggiamento morale: passività e materialismo per il dogmatismo, libertà per l'idealismo. Essendo Fichte idealista, non può che prediligere quest'ultimo sistema. Non c'è alcun motivo per cui si debba preferire il dogmatismo all'idealismo: è solo una questione di inclinazioni personali. Tuttavia egli ritiene che solo l'idealismo garantisca all'uomo la piena realizzazione del suo essere attraverso la libertà, oltre ad essere l'unico sistema a garantire una conoscenza teoretica vera.<ref>«Il primo procedimento si chiama idealismo, il secondo dogmatismo. Da tutto ciò risulta abbastanza evidente che questi due sono gli unici sistemi filosofici possibili. [...] Di questi due sistemi l'uno non può confutare direttamente l'altro, perché il contrasto che li divide riguarda il principio di per sé indeducibile... Si negano totalmente a vicenda. Non hanno in comune alcun punto in cui potersi intendere l'un l'altro e accordarsi insieme» (Fichte, dalla Prima Introduzione alla ''Dottrina della scienza'', 1794).</ref>
 
Al giorno d'oggi alcuni autori utilizzano ancora la definizione data da Fichte: con il termine [[dogmatismo]] viene indicata quella particolare corrente filosofica (opposta al [[criticismo]] e appunto all'idealismo) che facendo derivare il [[pensiero]] dall'[[essere]] presuppone la supremazia dell'[[oggetto (filosofia)|oggetto]] rispetto al [[soggetto (filosofia)|soggetto]], della [[natura]] sullo [[spirito (filosofia)|spirito]]. Il maggiore esponente del dogmatismo così inteso è considerato [[Baruch Spinoza|Spinoza]].<ref>«[https://books.google.it/books?id=YufrDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=%22Spinoza%20%C3%A8%20considerato%20giustamente%20il%20filosofo%20dogmatico%20per%20eccellenza%22&f=false Spinoza è considerato giustamente il filosofo dogmatico per eccellenza]» (Marco Iannucci, ''Libertà, politica e religione in Spinoza'', prima parte, cap. II, § 3, Mimesis, 2019).</ref> Nel Novecento vi aderì [[Albert Einstein|Einstein]].<ref>«Einstein [...] assunse il realismo dogmatico come base per la scienza della natura» ([[Werner Heisenberg]], ''Psychics and Philosophy'' [1958], trad. it. di G. Gnoli, ''[https://books.google.it/books?id=ZyhhDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=%22assunse%20il%20realismo%20dogmatico%20come%20base%20per%20la%20scienza%20della%20natura%22&f=false Fisica e Filosofia]'', pag. 101, Il Saggiatore, Milano 1994).</ref>
 
== Note ==