Carabinieri livornesi: differenze tra le versioni

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Garibaldi, evaso il 14 ottobre da [[Caprera]], giunse a Livorno dove tra il 19 ed il 20 ottobre fu ospite di casa Sgarallino"''Infatti il giorno 19 Giuseppe Garibaldi sbarcava lieto e tranquillo a Vada presso Livorno; saliva in vettura e senza punto celarsi a chicchessia, veniva ad albergo in città in casa degli Sgarallino, conosciuto covo di garibalderia''"<ref> Anonimo (?), 1869. ''I crociati di San Pietro. Scene storiche del 1867. LXIX. Firenze il 22 ottobre. Gesti del Rattazzi, del Crispi e del Cialdini. Garibaldi spedito alla guerra''. La Civiltà Cattolica, ser. VII, 7: 673.</ref>. Il 21 ottobre, con Garibaldi ormai a Firenze, le carabine del municipio passarono, con un sotterfugio, nelle mani del fratello di Carlo Meyer che le spedì a [[Campiglia Marittima|Campiglia]] dove lo stesso Carlo aveva trovato rifugio.
 
==La [[battaglia di Mentana]]==
I volontari livornesi che risposero all'appello garibaldino furono chiamati, in analogia ai volontari genovesi, carabinieri. I "carabinieri livornesi" raggiunsero con vari mezzi [[Terni]], luogo di concentramento delle formazioni garibaldine che parteciparono alla “Campagna[[Campagna dell'agroAgro romano per la liberazione di Roma”Roma]]. Il corpo livornese fu aggregato al 3º Battaglione Bersaglieri al comando del colonnello [[Giuseppe Missori]]<ref name="ref_A">Vedi nota 1.</ref>. Nella cittadina umbra i carabinieri livornesi trovarono i concittadini della "Banda del Naufragio", giunti via terra.
 
Il reparto livornese marciò da Terni verso [[Monterotondo]] dove entrarono il 2 novembre. Il giorno seguente le formazioni garibaldini si scontrarono a [[Battaglia di Mentana|Mentana]] contro le truppe franco-pontificie. Le truppe guidate da Garibaldi, ridotte dalle diserzioni, male equipaggiate e sostanzialmente prive di cavalleria ed artiglieria furono gravemente sconfitte. I carabinieri livornesi, che sostennero il primo urto con le truppe nemiche<ref>Ovidi E., 1870. ''Episodi delle campagne nazionali. I volontari del 1867''. Firenze, Stabilimento Civelli (vedi pag. 123).</ref>, dovettero ritirarsi nel castello di Mentana: Carlo Meyer fu ferito e catturato, assieme ad altri, dai francesi.
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* Foriere: Alemà Alceste;
* Capi squadra: Fornari Achille, Taucci Tabaldo, Valenti Achille, Franceschi Francesco (deceduto a Mentana), Cipriani Cesare, Michelini Ludovico;
* Militi: Adami Antonio, Pini Galeazzo, Ardisson Arturo, Matteucci Leopoldo, Pezzini Valentino, Pepi Salvatore, Boni Egidio (deceduto a Mentana), Filippi Alberto, Bastiani Francesco, Carlotti Alessandro, Caillon Gustavo (deceduto a Mentana), Bartolena Raffaello, Rossini Eugenio (deceduto a Mentana), Cappelli Ernesto, Fantini Antonio, Nobili Carlo, Milul Ernesto, Cipriani Ubaldo (deceduto a Mentana), Del Porto Cesare, Grotta Giovanni (deceduto a Mentana), Rocca Antonio, Ceccanti Cesare, Biagi Ettore, Galeazzi Badoero, Bertini Benedetto, Bastianini Emilio, Bruno Aureliano, Pierozzi Ugo, Paccosi Oreste, Bonfanti Maurizio, Francesco Giuliani (nato a Livorno nel 1842, già volontario con Garibaldi durante l'[[invasione del Trentino (Garibaldi - 1866)|invasione del Trentino]], deceduto a Mentana), Giuliani Alessandro, Benassi Nicola, Fontana Silvestro, Polese Icilio, Nardini Ulisse, Sayegh Pio, Almerighi Augusto, Menicanti Aristide, Bertagni Vincenzo (deceduto nella [[Battaglia dia Mentana]]), Morteo Gianbattista, Paci Silvestro (deceduto a Mentana), Coscera Artidoro, Giuntoli Antonio, De Paoli Riccardo, Bernocchi Enrico, Monni Alessandro, Linari Bellini Alcide (deceduto a Mentana), Malanima Vincenzo, Menici Epifanio, Bigazzi Oreste, Carocci Adolfo, Bettini Cesare, Soschino Roberto, Lori Pilade, Baroni Marco, Costa Pietro (deceduto a Mentana), Francioni Felice, Merlini Augusto, Hutre Alberto, Bogliaco Dante, Bini Giuseppe, Ferroni Luigi, Vannucci Natale (deceduto a Mentana), Tiberini Filippo, Coltelli Natale.
 
==Note==