Aḥmad ibn Yūsuf al-Akḥal: differenze tra le versioni

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L'[[Emirato di Sicilia]] era nato fondandosi su un'economia di guerra e di rapina che poteva svilupparsi solo con continue spedizioni e scorrerie ai danni delle regioni vicine. Col passare dei decenni lo slancio verso la guerra santa, dei guerrieri appartenenti all'aristocrazia nordafricana giunta in Sicilia circa due secoli prima, si spense definitivamente e detti guerrieri si trasformarono in raffinati e gaudenti cortigiani, letterati e studiosi che rappresentavano pur sempre una minoritaria aristocrazia islamica (di origine nordafricana) contrapposta alla totalità della popolazione siciliana mal convertita all'Islam o ancora cristiana, Ahmad II scelse di appoggiare i primi contro i più numerosi secondi e nel [[1031]] raddoppiò in un sol colpo la tassazione sui ceti popolari siculo-arabi.
 
Tutto ciò portò ad uno stato di forte tensione tensione politica che sfociò nel [[1034]] adin una vera e propria guerra civile che spaccò la stessa famiglia reale, il fratello Abu Hafs in appoggio dei ceti popolari siciliani si rivoltò contro Ahmad II che, per restare al potere, fu costretto a chiedere aiuto all'[[Impero Romano d'Oriente]] che nominatolo "Maestro" gli promise l'invio del potente esercito di [[Giorgio Maniace]]. Gli islamici di Sicilia videro questa sudditanza del loro Emiro ad un Re cristiano come una immane vergogna e gli voltarono le spalle fino ad isolarlo.
 
Nel [[1037]], gli [[Ziridi]], dall'attuale [[Tunisia]], si mossero in armi contro l'[[Emirato di Sicilia]], Ahmad II inizialmente, grazie all'aiuto dei Bizantini, riuscì a tenere testa all'invasione, ma ritiratisi questi oltre lo [[Stretto di Messina]] lasciarono solo Ahmad II che, rimasto indifeso, venne ucciso.<ref>Massimo Costa. ''Storia istituzionale e politica della Sicilia. Un compendio''. Amazon. Palermo. 2019. Pagg. da 83 a 85 - ISBN 9781091175242</ref>
 
== Note ==