Utente:Ancient Secret/Sandbox6: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Figlio di Anna Mauro e di Francesco, costruttore edile a cui si devono diverse strade in Calabria, era il secondogenito di cinque figli. Da giovane fu costretto a interrompere gli studi, in seguito alla morte del padre, avvenuta in Brasile, dove si era trasferito in seguito a un periodo di crisi. Per alcuni anni lavorò presso la ditta Falcone come manovale e muratore. Nel 1890 si iscrisse all'università di Palermo, alla facoltà di Scienze naturali. Dopo quattro anni conseguì la sua prima laurea e dopo altri due anni dopo la seconda, in Chimica. La sua carriera universitaria ebbe inizio nel 1896, quando divenne assistente del professor Antonino Borzì. Tre anni più tardi, pubblicò il suo primo studio,''Sulla funzione fisiologica della Solanina'', in Contribuzioni alla biologia vegetale, Palermo 1899. <ref>http:[https://books.google.it/books?id=e-wO0-gLMBYC&pg=PA194&lpg=PA194&dq=giacomo+albo+botanico+italiano&source=bl&ots=2h7e7Le00x&sig=ACfU3U00bvxaKxOMq2nMHd4ucsLBHN1jwg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiJiIrx5o7tAhUJ3qQKHePVAC84ChDoATAGegQICRAC#v=onepage&q=giacomo%20albo%20botanico%20italiano&f=false]</ref>. Nel 1901, conseguì la libera docenza in Botanica, dedicandosi a studi di fisiologia vegetale.
L'anno dopo si trasferì a [[Modica]], per insegnare scienze al liceo locale. Lì conobbe la sua futura moglie, Giovanna Ottaviano Tantillo, figlia del noto avvocato Gaetano. Dal loro matrimonio, che ebbe luogo un anno più tardi, nacquero tre figli, Alberto, Anna Clara e Gaetano. Senza mai perdere i contatti con l'ambito accademico, e senza interrompere la collaborazione con Università, Istituti di ricerca e riviste di settore, che pubblicarono diversi suoi articoli scientifici, per l'anno scolastico 1904-1905, fu a Foggia in qualità di docente di Scienze naturali nell’Istituto Tecnico. Nel 1905 fu trasferito alla Scuola Normale maschile di Messina Nel 1919, a seguito di un soggiorno estivo in alto Molise, dove ebbe modo di studiare la vegetazione locale, pubblicò un libello dal titolo ''Una escursione in montagna. Pescopennataro Capracotta''<ref>http:[https://www.letteraturacapracottese.com/escursione-montagna]</ref>.
 
 
 
 
== Bibliografia ==
Contribuzioni alla biologia vegetale, 3 voll., Clausen-Reber-Priulla, Torino-Palermo 1894-1905.
 
 
 
Giacomo Albo (Grimaldi –Cosenza, 1872 –Modica, 1969) fu scienziato positivista e studioso di fisiologia vegetale, uomo di grande statura morale, dirigente socialista, «perseguitato politico senza vistose aureole di martirio» dal fascismo e dagli idealisti seguaci di Giovanni Gentile. A Modica nel 1902 insegnò scienze nel Real Liceo e, dopo essersi stabilito definitivamente nella città della Contea, Scienze naturali e Chimica analitica all’Istituto tecnico “Archimede”. Fu tra i fondatori della Scuola magistrale (1912-1914) e presidente dell’Ente Liceo Convitto (1920-1921). Fondendo positivismo e socialismo turatiano, si convinse che l’obiettivo della scienza fosse quello di incrementare la produttività agricola, attraverso una politica di riforme affidata a tecnici, agronomi e botanici. Allontanato sotto il fascismo dalla scuola, dalla politica e dalla “sua” Modica, Albo si dedicò alla ricerca scientifica. Nel 1938, collocato in pensione, ritornò definitivamente a Modica dove produsse importanti studi di botanica e di genetica, tra cui alcuni sul grano ramoso ibleo e sulla flora della Sicilia sudorientale.
 
 
Di idee positiviste e socialiste fin dal soggiorno ad Arpino, avviò una serie di contatti con esponenti del Partito Socialista Italiano, a incominciare da Ferri e Turati. Entrò in rapporti amichevoli anche con Treves, Modigliani, Labriola e Matteotti e ciò, all’avvento del fascismo, lo espose anche a rischi personali. Nel 1921 era membro del direttivo della sezione socialista, presidente del Consiglio di amministrazione della Cassa Agraria Cooperativa e Presidente dell’Ente Liceo Convitto, e divenne obiettivo di persecuzione delle autorità e del fascismo ragusano. Le Guardie Regie invasero la sua casa intimandogli, con la minaccia di morte, di consegnare una bandiera rossa che non aveva, mentre i fascisti ­gli “ordinarono” di lasciare la città e di non occuparsi più di politica. Egli restò fermo nella sua idea e per questo, quando il fascismo arrivò al potere fu destituito dall’insegnamento. Nel 1923, così, si allontanò da Modica e ritornò in Calabria, a Rossano Calabro, dove insegnò al Ginnasio superiore comunale.
Il 1924 fu una data di svolta nella sua vita. Candidato socialista in provincia di Siracusa, ricevette una lettera di Benito Mussolini, che lo “invitava” a rinunciarvi e cambiare «idea e partito, così come aveva fatto fui, perché restare socialisti significava restare vecchi in un’Italia giovane sulla via del cambiamento».
 
== Note ==
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