U+I: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 18:
Nel primo caso l'operazione - affidata a Lino Saltini e su progetto dalla [[Sit-Siemens]] - portò in breve tempo, nel 1962, alla nascita e distribuzione agli abbonati del nuovo apparecchio [[S62]] (prodotto poi anche da FATME e Face Standard, tutti e tre storici fornitori delle ex concessionarie), utilizzato anche come telefono "a scatti" nelle cabine di molti esercizi commerciali. Nel caso dei telefoni pubblici, l'operazione richiese più tempo. Il compito che la SIP delegò nuovamente alla IPM, infatti, era di concezione innovativa. Dettandone le specifiche tecniche, estetiche e di utilizzo,<ref name=":0" /> SIP chiedeva un telefono che dovesse impiegare lo stesso tipo di gettone già in circolazione ed ormai diffuso, essere finalmente posizionabile sia in luoghi interni (esercizi commerciali, postazioni ad hoc in hotel, stazioni, aeroporti) ed anche in cabine esterne, quindi non più legato agli orari dei locali ed esercizi. Doveva essere a prova di scassinamenti, robusto, in grado di accettare in "deposito" anche più gettoni. Ma, soprattutto, al pari degli apparecchi domestici, l'utente doveva poter effettuare in totale autonomia chiamate sia urbane che interurbane (in teleselezione) senza centralino, come la tecnologia dell'epoca già permetteva. Un apparato di nuova concezione, che, al pari di altri prodotti, rispecchiasse la tipologia di società indipendente e veloce che stava arrivando con gli anni settanta, utilizzabile in libertà ad ogni ora del giorno e della notte, velocemente, e senza vincoli di destinazione.
 
La IPM progettò quindi il telefono denominato ''U+I unificato'' (acronimo per "sistema unificato per chiamate interurbane ed urbane"). Lo U+I sarà prodotto principalmente dalla stessa IPM (Industria Politecnica Meridionale) di Napoli e - come da accordi all'epoca in vigore - anche dalla [[Urmet|URMET]] di Torino, azienda di riferimento della SIP; pochi esemplari furono inizialmente prodotti anche dalla fiorentina [[Sime Telefonia]]. Entrò in servizio dalla fine degli anni sessanta - sia per i tempi e costi di progettazione e produzione, che in modo da permettere il recupero dei costi d'investimento dei precedenti apparecchi, in fondo installati solo da pochi anni. Nella sua lunghissima carriera, i mutamenti - seppure minori - vi furono, sia a livello estetico che a livello di elettromeccanica/elettronica, operando alcune modifiche anche alle schede. Negli anni ottanta l'assemblaggio fu delegato anche alla SIT-Siemens, nel frattempo divenuta [[Italtel]]. Le parti furono prodotte da queste aziende e da innumerevoli fornitori terzi (fra le quali la stessa Sime, rimpiazzata poi dalla C.I.V.E. s.p.a., dedicatain solorelazione alle piastre interne ed ai componenti da aggiornare, ed al ripristino degli apparecchi), e cambiarono nel corso degli anni ed in base alle modifiche effettuate a circuiti e meccanica. Se infatti il progetto iniziale era IPM, in base agli accordi dell'epoca, mantenuto anche per il successivo telefono [[Rotor]], le migliorie e gli adeguamenti alle evoluzioni delle reti e delle centrali, potevano essere anche appaltate o proposte dalla URMET o dalle altre aziende.<ref name=":0" /> .
 
== Caratteristiche ==