Disastro aereo dell'Istituto Salvemini: differenze tra le versioni

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Alle 10:23, il sottotenente contattò la [[torre di controllo]] di Bologna, dichiarando l'emergenza e richiedendo di atterrare sulla pista 30, ovvero in direzione nord-ovest.<ref name="Stampa-Rizzo-03">
Alle 10:31, in avvicinamento a Bologna, Viviani comunicò via radio che il motore si era piantato, che il velivolo era in fiamme e che i comandi di volo erano laschi – ovvero non rispondevano – dopodiché si lanciò col [[seggiolino eiettabile]], posandosi col paracadute sulle colline di [[Ceretolo]], una frazione di Casalecchio, riportando la frattura di tre vertebre.<ref name="UPI-01"/>
{{Cita news
| autore=Renato Rizzo
| titolo=Sotto inchiesta il pilota della strage
| url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0923_01_1990_0287_0007_12661114/
| urlmorto=no
| accesso=29 novembre 2020
| pubblicazione=[[La Stampa]]
| pagina=7
| data=8 dicembre 1990
}}
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Alle 10:31, in avvicinamento a Bologna, Viviani comunicò via radio che il motore si era piantato, che il velivolo era in fiamme e che i comandi di volo erano laschi – ovvero non rispondevano – dopodiché si lanciò col [[seggiolino eiettabile]], posandosi col paracadute sulle colline di [[Ceretolo]], una frazione di Casalecchio, riportando la frattura di tre vertebre.<ref name="UPI-01"/>
 
Un testimone oculare presso l'aeroporto di Bologna assisté agli ultimi secondi di volo dell'Aermacchi e osservò le fiamme fuoriuscire dall'ugello di scarico del motore, riuscendo a cogliere con la sua macchina fotografica l'eiezione del pilota.<ref name="Stampa-Rizzo-02"/> La scena fu casualmente ripresa anche da un [[operatore di ripresa|operatore]] della TV locale [[Rete 7 (Emilia-Romagna)|Rete 7]], che stavanel effettuandocorso delledi alcune riprese a Bologna, casualmente notò l'aviogetto in difficoltà e lo inquadrò con la telecamera.<ref name="FQ-01">
{{Cita news
| autore=David Marceddu
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== L'aeroplano ==
[[File:Aermacchi_MB326E_MM54389_68_(6571223379).jpg|thumb|Un [[Aermacchi MB-326]] simile a quello coinvolto nell'incidente]]
Il velivolo coinvolto era un [[Aereo da addestramento|addestratore]] biposto monomotore a reazione [[Aermacchi MB-326]] (matricola MM54386/65), in forza al [[3º Stormo]] di Verona-Villafranca. Dall'entrata in servizio nel 1960, l'Aeronautica Militare aveva ricevuto in totale 136 esemplari del modello, ma all'epoca del disastro ne rimanevano in linea solo 58, relegati perlopiù a ruoli di supporto, traino bersagli e collegamento, essendo il ruolo di addestramento passato al più moderno [[MB-339]].<ref name="Stampa-Bisio-01">
{{Cita news
| autore=Gianni Bisio
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== L'inchiesta e il processo ==
Dell'inchiesta se ne occupò la [[Procura della Repubblica]] di Bologna. Fu istruito un processo per il pilota sottotenente Bruno Viviani, il [[colonnello]] Eugenio Brega, comandante del 3º Stormo, e per il [[tenente colonnello]] Roberto Corsini, ufficiale della torre di controllo dell'aeroporto di Verona-Villafranca, accusati di omicidio colposo plurimo e disastro aviatorio.
L'inchiesta successiva all'incidente non riuscì a stabilire immediatamente la causa dell'accaduto: vennero avanzate le ipotesi di un guasto meccanico o di un malore al pilota. Al termine delle verifiche la causa risultò essere un guasto, già rilevato prima del passaggio su [[Ferrara]].
 
FuLa istruitotesi undell'accusa processofu perche ilViviani, pilotanon tenenteappena Brunoconstata Viviani,l'avaria ildel [[colonnello]]motore Eugenionei Bregapressi comandantedi delFerrara, [[3ºavrebbe Stormo]]dovuto edirigere perl'aereo a est, verso il [[tenentemare colonnelloAdriatico]] Robertoper poi Corsinieiettarsi, ufficialeinvece delladi [[torrecercare di controllo]]atterrare dell'aeroportovicino dia una zona densamente popolata Verona-Villafrancacome Bologna.<ref name="Rep-Cascella-01"/> I tre militari vennero difesi dall'[[Avvocatura dello Stato]], fatto che suscitò polemiche da parte dell'''Associazione studenti ed ex-studenti del Salvemini'' perché, sebbene le vittime si trovassero all'interno di una scuola anch'essa di proprietà dello Stato, il [[Ministero della pubblica istruzione]] non richiesepoté ottenere il medesimo patrocinio.<ref name="Stampa-Deaglio-01"/>
Dopo l'incidente furono sollevate obiezioni riguardo il fatto che, in seguito al guasto, il pilota avrebbe dovuto tentare un atterraggio di fortuna a Ferrara o puntare verso il [[mare Adriatico|mare]]. La strage suscitò anche un dibattito sull'opportunità di impedire ai velivoli militari il sorvolo dei centri abitati, dibattito che però finì in un nulla di fatto.
 
InNel giudiziofebbraio di primo grado1995, i tre imputati furono condannati in primo grado a due anni e sei mesi di reclusione per disastro aviatorio colposo e lesioni, e al [[Ministero della difesa]] furono imputati i danni per responsabilità civile.<ref name="Stampa-Romagnoli-01">
Fu istruito un processo per il pilota tenente Bruno Viviani, il [[colonnello]] Eugenio Brega comandante del [[3º Stormo]] e per il [[tenente colonnello]] Roberto Corsini, ufficiale della [[torre di controllo]] dell'aeroporto di Verona-Villafranca. I tre militari vennero difesi dall'[[Avvocatura dello Stato]], fatto che suscitò polemiche da parte dell'''Associazione studenti ed ex-studenti del Salvemini'' perché, sebbene le vittime si trovassero all'interno di una scuola anch'essa di proprietà dello Stato, il [[Ministero della pubblica istruzione]] non richiese il medesimo patrocinio.
{{Cita news
 
| autore=Gabriele Romagnoli
In giudizio di primo grado i tre imputati furono condannati a due anni e sei mesi di reclusione per disastro aviatorio colposo e lesioni e al [[Ministero della difesa]] furono imputati i danni per responsabilità civile.
| titolo=Aereo killer, tre colpevoli
| url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0697_01_1995_0059_0011_10299800/
| pubblicazione=[[La Stampa]]
| pagina=11
| data=1 marzo 1995
| accesso=4 October 2020
}}
</ref>
 
[[File:Memoriale Vittime 6 dicembre 1990 - Montovolo.jpg|miniatura|upright|Monumento alla memoria delle vittime sul [[Montovolo]]]]
La sentenza di secondo grado della [[Corte d'assise (Italia)|corte d'assise d'appello]] di Bologna del 22 gennaio 1997 ribaltò la sentenza e assolse i militari, perché «il fatto non costituisce reato»<ref name="Rep-Cascella-01"/>.
 
Il 26 gennaio [[1998]] la 4ª Sezione della [[Corte di cassazione]] di [[Roma]] rigettò gli ultimi ricorsi dei familiari delle vittime e confermò l'assoluzione per tutte le parti coinvolte<ref>{{Cita news|autore=Stefania Vicentini|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1998/01/27/page_013.pdf|titolo=Strage di Casalecchio, nessun colpevole - La Cassazione: «È stata solo fatalità»|pubblicazione=[[l'Unità]]|data=27 gennaio 1998|p=12|accesso=15 dicembre 2018|formato=pdf}}</ref>. La strage venne attribuita a un tragico incidente.
 
== Nei media ==