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Gli '''Ottimati''' ({{latino|Optimates}}, cioè i migliori) erano i componenti della fazione [[aristocrazia|aristocratica]] conservatrice della tarda [[Repubblica romana]].
== Nascita della fazione ==
== Organizzazione del movimento ==
In effetti la fazione aristocratica non era un vero e proprio partito politico secondo l'accezione moderna del termine (nonostante sia a volte chiamata Partito Aristocratico). Era bensì una confederazione di nobili, ciascuno dei quali era politicamente indipendente (o quasi) dagli altri, grazie ad una diffusa rete di clientele e di alleanze che ciascun nobile gestiva in modo autonomo. L'appartenenza ad un'unica fazione era resa però evidente dall'alleanza di tutti i nobili "optimates" con il [[Senato di Roma|Senato]], dal comune interesse a conservare tutti i privilegi nobiliari, nonché dalla comune avversione nei confronti dei "[[Populares]]" (l'organizzazione politica dei ceti popolari e borghesi) e dei "[[Tribunato della Plebe|Tribuni della Plebe]]". Gli Ottimati, infatti, desideravano limitare il potere delle Assemblee della plebe ed estendere il potere del Senato romano, che era considerato più stabile e più dedicato al benessere di Roma. Si opponevano anche all'ascesa degli ''[[Homo novus|uomini nuovi]]'' ([[plebei]], di solito provinciali, la cui la famiglia non aveva avuto esperienza politica precedente) nella politica romana. L'ironia era che uno dei principali campioni degli ottimati, [[Marco Tullio Cicerone]], era egli stesso un uomo nuovo.
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