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== Storia ==
Testimonianze archeologiche, presenti nei dintorni del paese (contrade ''Cava'', ''Grotta del Drago'', ''Puleri'', ''Casale San Basilio'', ''Scordia Soprana'', ecc.), dimostrano la frequentazione umana dell'area sin dalle [[età del bronzo]] e [[Età del ferro|del ferro]], come anche in epoca [[Antica Grecia|greca]], [[Età Romana|romana]] e [[Impero bizantino|bizantina]]. Sede di una signoria [[Normanni|normanna]], nella metà del [[XII secolo]], il casale di Scordia vide concedere alcune delle sue terre ai Templari. Conteso fra il papa e gli eredi di [[Federico II di Svevia]], il feudo fu assegnato nel [[1255]] a Nicolò di Sanducia, cui succedettero Giacomo e Virgilio di Scordia. Nel [[1308]] in questo piccolo centro rurale è censita dai collettori pontifici la [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Scordia)|chiesa di S. Maria]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Matteo Malgioglio|anno=2008|titolo=Storia della chiesa parrocchiale di S. Maria Maggiore in Scordia|rivista=AmpeloScordia|volume=IX|numero=1|p=69}}</ref>. Nel corso del [[XIV secolo]], forse a motivo delle infelici scelte politico-amministrative del feudatario Rosso Rosso, il casale decadde, fino a scomparire del tutto, riducendosi allo stato di feudo "piano" (cioè disabitato). Inutili si rivelarono i tentativi di ripopolamento, promossi dai signori di turno nel [[1399]], nel [[1457]] e nel [[1508]] (forse anche a causa dell'espansione della vicina [[Militello in Val di Catania|Militello]]). Si deve all'iniziativa di Antonio Branciforte, primo principe di Scordia, la rifondazione del centro in età moderna. Ottenuta nel [[1628]] la ''[[licentia populandi]]'' da [[Filippo III di Spagna|Filippo III]], re di Sicilia, mediante il pagamento di 400 onze, il principe riuscì a promuovere, grazie a una intelligente politica di attrazione, la rinascita del borgo, ponendo le basi della futura crescita demografica e urbanistica. La nobile famiglia dei [[Branciforte]] e Trabia governò Scordia sino all'abolizione della feudalità ([[1812]]). In seguito alla riforma amministrativa del [[Regno delle Due Sicilie]], avviata fra il [[1816]] e il [[1819]], Scordia, fino ad allora frazione di Militello, ottenne l'autonomia comunale. Nel corso del [[XIX secolo]], in paese si formò un nuovo ceto di imprenditori, e una classe di professionisti e intellettuali che contribuì notevolmente allo sviluppo economico e culturale del paese. Fra le famiglie emergenti del periodo si annoverano i De Cristofaro e i Vecchio-Majorana. Figura di grande rilievo, fautore di politiche a servizio del territorio, fu [[Ippolito De Cristofaro]], dal [[1879]] al [[1892]] deputato del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], e successivamente presidente del Consiglio Provinciale di Catania ([[1896]]-[[1905]]). Questi promosse la realizzazione della [[Stazione di Scordia|stazione ferroviaria di Scordia]], importante infrastruttura destinata a svolgere, lungo il [[XX secolo|Novecento]], un ruolo chiave nello sviluppo del commercio degli agrumi. Nella seconda metà dell'ottocento Scordia fu coinvolta nella diffusione dello [[spiritismo]] in SiciliSicilia attraverso l'attività della Società spiritica fondata dalla britannica [[Elena Thovez]], sposata ad un De Cristofaro.
 
Oggi Scordia è uno dei più grossi comuni del [[Calatino|comprensorio]], e fra i principali centri [[agrumicoltura|agrumicoli]] della Sicilia, sia per la qualità del prodotto, sia per la sua commercializzazione. Oltre trenta aziende, nella stagione invernale, sono impegnate nella lavorazione delle [[arance]]. L'economia è inoltre sostanziata da attività di artigianato di vario tipo, comprese industrie manifatturiere.