Chiesa di Santa Maria del Carmine (Pavia): differenze tra le versioni

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Nel [[presbiterio]] è collocato l'altare marmoreo che ha subito un pesante intervento nel 1832. L'altare è sovrastato da un tempietto circolare con il [[Iconografia della Crocifissione|''Cristo trionfante'']], ai lati del quale si trovano l’Angelo annunziante e la Vergine. Il [[paliotto]], in marmo bianco, contiene la ''Veronica'', affiancata da due medaglioni con ''Cristo nell’[[Getsemani|orto degli ulivi]]'' (a destra) e l’''[[Ecce Homo]]'' (a sinistra). Nella tribuna neogotica si trova il grande organo realizzato nel 1836 dai fratelli Lingiardi e successivamente modificato nel [[1872]]. Sulla parete sinistra è murato un [[tabernacolo]] gotico lapideo, con l’''Annunciazione''.
 
Nella parete absidale, sopra l'altare si apre una vetrata policroma raffigurante al centro la ''Madonna in trono con il Bambino''. Il cartone con la Madonna è stato attribuito a [[Vincenzo Foppa]]. La formella quattrocentesca è l'unica rimasta della vetrata originale che era stata rinvetriata nel 1827. Durante il restauro del 1989, la formella quattrocentesca, posta al centro, con la Madonna in trono e il Bambino è stato inserita in una nuova cornice, un rombo di colore blu elettrico dagli angoli smussati a sua volta inscritto nell'ampio cerchio del rosone con motivi geometrici moderni. La vetrata è assieme ai tre [[Clipeo|clipei]] absidali della [[chiesa di San Lanfranco]] l'unica vetrata superstite a Pavia del periodo storico a cavallo tra quattrocento e primi del cinquecento. Sopra l'altare, l'arco trionfale della chiesa è arricchito da una grande [[iconostasi]] lignea con Gesù crocifisso e, ai suoi lati, la Madonna e San Giovanni Evangelista, opera di [[Giovanni Battista Trucazzano]], realizzata tra il 1638 e il 1645.
 
Nella cappella dell'abside prospiciente la navata minore sinistra un altare eretto nel 1905 su disegno dell'architetto [[Cesare Nava]]: la cappella, in origine interamente buia, fu illuminata mediante un'apertura nella volta. La decorazione murale è del Brusca, le statue e i bassorilievi del Sassi.<ref>{{Cita pubblicazione