Primavera di Palermo: differenze tra le versioni

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Le idee di [[Bartolomeo Sorge]], e, soprattutto, quelle di [[Ennio Pintacuda]]<ref>{{Cita news|autore=Sandra Bonsanti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/02/martinazzoli-ammonisce-altra-dc.html|titolo=Martinazzoli ammonisce l'altra Dc|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data=2 settembre 1990|pagina=11|accesso=29 maggio 2013}}</ref> furono di ispirazione per [[Leoluca Orlando]], esponente siciliano della sinistra democristiana e sindaco di [[Palermo]] dal 1985 anche grazie al sostegno di uno dei leader della [[corrente morotea]] in Sicilia, [[Sergio Mattarella]], fratello di Piersanti Mattarella di cui Orlando era stato collaboratore alla regione siciliana.<ref>{{cita news |autore=[[Sebastiano Messina]] |url=http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2015/2015/01/29/news/sergio_mattarella_dalla_morte_di_piersanti_al_no_sulla_mamm_una_carriera_con_la_schiena_dritta-106032107/ |titolo=Sergio Mattarella, dalla morte del padre al no sulla Mammì, una carriera con la schiena dritta |pubblicazione= La Repubblica |data= 29 gennaio 2015 |accesso=29 gennaio 2015}}</ref> Orlando, che aveva più volte denunciato pubblicamente l'intreccio tra politica, mafia e affari, il 15 agosto 1987 dette vita alla prima «giunta anomala», il cosiddetto pentacolore, con una maggioranza costituita dalla Dc, dalla [[Sinistra indipendente]], dai [[Federazione dei Verdi|Verdi]], dai [[PSDI|Socialdemocratici]] e dalla lista civica cattolica di «[[Città per l'Uomo]]». Orlando lasciò così all'opposizione il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]], i liberali, i repubblicani, e cercò di emarginare dalla gestione del potere le correnti più conservatrici della DC legate a [[Salvo Lima]] e [[Vito Ciancimino]], una scelta che non mancò di creare ripercussioni su un piano nazionale, e alimentò lo scontro tra Orlando da una parte, Andreotti e Craxi dall'altra.
 
Il 15 aprile 1989 la maggioranza fu allargata anche al [[Partito Comunista Italiano]],<ref>Maggioranza, dopo l'ingresso nella maggioranza del Pci, chiamata ''esacolore''.</ref> che entrò, per la prima volta nella sua storia, nel governo della città. L'ingresso del Pci accese lo scontro tra Orlando e il proprio partito, in particolare con la destra andreottiana<ref>[http://books.google.it/books?id=JlAjL-igXGAC&pg=PA210 Mario Guarino, ''Ladri di stato: storie di malaffare, arricchimenti illeciti e tangenti'', Edizioni Dedalo, Bari 2010, p. 210.]</ref> che lo costrinse il 24 gennaio 1990 a dimettersi da sindaco,<ref name=RepBolzoniRosso>{{Cita news|autore=Attilio Bolzoni, Stefano Rosso|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/24/orlando-dimissioni-con-rabbia.html|titolo=Orlando, dimissioni con rabbia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=24 gennaio 1990|pagina=3|accesso=31 marzo 2014}}</ref> rimanendo dimissionario fino al maggio 1990.<ref name=RepMarroni /> Alle elezioni successive, tenute il 6 e 7 maggio 1990, nonostante [[Giulio Andreotti]] invitò pubblicamente in [[Televisione|tv]] a non votare per Orlando che era capolista<ref name=RepSpini>{{Cita news|autore=Valdo Spini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/22/il-terremoto-del-maggio.html|citazione=Il Presidente del Consiglio Andreotti, annuncia in Tv agli italiani che l'elettore Dc di Palermo non deve votare il capolista, Leoluca Orlando, ma questi riceve, con settantamila preferenze, un successo politico e personale. Impazza nei partiti la corsa alle preferenze.|titolo=Il terremoto del 6 maggio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data=22 maggio 1990|pagina=11|accesso=31 marzo 2014}}</ref>, l'affermazione personale alle urne del sindaco dimissionario fu determinante per il successo del partito. Ma nell'agosto 1990, nonostante Orlando fosse stato rieletto con oltre 6070 mila voti di preferenza, i vertici della Dc elessero in consiglio comunale come nuovo sindaco di Palermo il gavianeo [[Domenico Lo Vasco]],<ref name=RepMarroni>{{Cita news|autore=Stefano Marroni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/08/15/palermo-un-sindaco-di-passaggio.html|titolo=Palermo, un sindaco di passaggio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data=14 dicembre 1990|pagina=11|accesso=9 aprile 2011}}</ref> un [[Corrente dorotea|doroteo]] ritenuto vicino alla corrente di [[Antonio Gava]], che ottenne anche i voti della corrente di sinistra demitiana.
 
== Note ==