Serdar Ferhad Pascià: differenze tra le versioni

Divenne un [[agha]] dei [[giannizzeri]] nel 25 febbraio 1582 ma lasciò la sua posizione per l'effetto di [[Koca Sinan Pascià]]. Nel 1582 fu nominato quarto visir dal Grand Visier [[Kanijeli Siyavuş Pascià|Siyavuş Pascià]] e si unì alle forze ottomane durante la [[Guerra ottomano-safavide (1578-1590)|guerra ottomano-safavide]] dove divenne presto secondo comandante (''serdar''). Fece di [[Tabriz|Tebriz]] la sua base militare e catturò [[Gäncä|Ganja]]. Ha partecipato a negoziati pacifici con [[ʿAbbās I il Grande|Shah Abbas I]] e ha trasformato Istanbul con l'ambasciata Sefavide.<ref>{{Cita web|url=https://islamansiklopedisi.org.tr/ferhad-pasa|titolo=FERHAD PAŞA|lingua=tr}}</ref> Il [[Trattato di Costantinopoli (1590)|trattato di Ferhad Pascià]] del 1590 che pone fine alla guerra ottomano-safavide (1578-1590) (chiamato anche ''trattato di Costantinopoli'') gli è stato intitolato.

Durante il suo secondo mandato in carica, iniziò una campagna militare contro [[Michele il Coraggioso]], il sovrano di [[Valacchia]] che si ribellò all'Impero. Ordinò di costruire un ponte tra [[Ruse]] e [[Giurgiu]] per attraversare il fiume [[Danubio]]. Durante i preparativi, dovette affrontare una rivolta militare in evoluzione alle porte di Divan-ı Hümayun. Più di 1000 ''kuloğulları'' hanno richiesto ''ulufe'' dal Gran Visier per la loro campagna durante guerre ottomano-safavide, ma ha respinto tale affermazione. Pertanto si infiltrarono all'interno dei ''bölüks'' nell'esercito e li si organizzarono contro il gran visir, dicendo ad alta voce "''Non accetteremo alcun ulufe fino a quando Ferhad Pascià non sarà decapitato per averci insultato''". Ferhad Pascià incolpò Koca Sinan Pascià e [[Scipione Cicala|Cığalazade Yusuf Sinan Pascià]] per quella provocazione e ordinò una severa punizione per entrambi. Ma fu convinto per una punizione attenuata ed esiliò Koca Sinan Pascià a [[Distretto di Malkara|Malkara]] e Cığalazade a [[Distretto di Şebinkarahisar|Karahisar-ı Şarki]].<ref>{{Cita libro|cognome=Hasan Beyzade Ahmet, -1636 or 1637.|cognome2=Atatürk Kültür, Dil, ve Tarih Yüksek Kurumu (Turkey)|titolo=Hasan Bey-zâde târîhi|url=https://www.worldcat.org/oclc/57346667|accesso=2021-01-20|data=2004|editore=Türk Tarih Kurumu Basımevi|lingua=tr|OCLC=57346667|ISBN=975-16-0999-2}}</ref>

== Bibliografia ==