Gian Paolo Polini: differenze tra le versioni

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===L'Archeologo===
Visse in un periodo storico molto favorevole alle scoperte archeologiche
nelle Marche il collezionismo archeologico si era diffuso alla fine del ’700<ref>Sull’origine, l’evoluzione, il significato del collezionismo e sulle varie raccolte in europa e in italia, vd. Bracco 1979; Gasparri 1987; Favaretto 1990; Abbate 1993; Nardi 1994, pp. 27-29; Gasparri 1994, pp. 192-225; Pomian 2007.</ref> in seguito alle intense campagne di scavo promosse su suolo piceno dallo stato Pontificio, a cui fanno seguito ricerche più o meno regolari di facoltosi privati, che spesso si fanno intermediari di grandi collezionisti italiani e stranieri.
 
Nel corso del XIX sec. il collezionismo conosce localmente molti fautori fra i notabili, la ricca borghesia e i grandi proprietari terrieri<ref>Il patrimonio disperso della collezione De Minicis: dalla raccolta dei Conti Vitali di Fermo alla Casa-Museo Ivan Bruschi di Arezzo. Emanuela Stortoni</ref>; esso diviene simbolo di agiatezza e distinzione sociale. Le raccolte marchigiane di archeologia, posseggono uno spessore culturale legato alla storia locale, e si arricchiscono con i rapporti epistolari, con i maggiori studiosi di antichità dell’epoca fra cui [[Bartolomeo Borghesi]], [[Celestino Cavedoni]] e [[Theodor Mommsen]].