Tempo: differenze tra le versioni
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Il dato dell'esperienza umana è che tutto ciò che interessa i nostri sensi sia ciò che appare come [[energia]] o [[materia (fisica)|materia]], ovvero, le loro trasformazioni. La materia, come più intuibile riferimento, ''"è"'', e (contestualmente) ''"diviene"'' (ossia assume altra forma). L'ovvietà di questa asserzione non tragga in inganno: essa sottende una contraddizione, perché l'essere di un oggetto è certificato dalla sua identità (nel tempo), ovvero dal suo permanente esistere; il divenire, invece, presuppone la trasformazione, ovvero la diversità (della forma), per cui impone un "prima" e un "dopo", vale a dire un (intervallo di) "tempo" che scientificamente invece è senza significato. In filosofia occidentale il tempo trae origine dalla trasformazione. <!-- Questa sarebbe la concezione aristotelica, però insomma, mah… tento di integrarla in una più estesa visione contemporanea-->
La percezione umana del "tempo" potrebbe essere la proiezione che la coscienza costruisce in modo che la realtà di cui siamo parte si sarebbe materialmente modificata, in fisica la realtà sottostante non distingue istanti diversi che in pratica coesistono
Se una persona osserva una formica che si muove, la diversità delle posizioni assunte, o se un uomo presta attenzione al susseguirsi dei pensieri di un individuo o ai battiti del suo cuore, fatti fisiologici, e in ultima analisi, fisici, ciò appare ad una mente umana che è trascorso un "intervallo di tempo", tempo che però presuppone una logica circolare poiché la sua spiegazione è anche la sua definizione. Si evidenzia "intervallo", apparente in una cornice temporale, a significare che il tempo è apparentemente una "durata" (unico sinonimo di tempo), e come tale ha un inizio e una fine come assioma ma senza alcuna dimostrazione.
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