L'isola del tonal: differenze tra le versioni

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===La spiegazione degli stregoni===
Dopo aver assistito ad altre testimonianze del ''[[nagual]]'', l'ultima delle quali in compagnia di Palito e Nestor, Castaneda ebbe accumulato sufficiente potere personale per riuscire ad apprendere la «spiegazione degli stregoni», ossia il modo in cui costoro fanno luce sui misteri del [[mondo]], che la comune ragione umana tenta invece di decifrare con le proprie idee preconcette.
 
Per introdurlo a questa spiegazione don Juan aveva dovuto ripetutamente colpire la consueta immagine della realtà che il suo discepolo si era fatta, svelando di essere ricorso a una serie di [[inganno|inganni]] per distrarre la sua attenzione e indurlo a interrompere il «dialogo interno» della sua [[mente]]. Tutti i compiti assurdi che gli aveva imposto fino allora erano stati dei falsi obiettivi per insegnargli l'«agire per agire», non finalizzato ad una ricompensa. Anche le piante [[psicotrope]] usate da Castaneda anni prima erano servite solo come diversivo, e così gli ammonimenti sul rischio di morire durante le prove da lui superate, affinché usasse la [[morte]] come consigliera per una condotta impeccabile.
[[File:Diagramma Castaneda degli 8 centri umani.png|thumb|upright=1.7|Gli otto centri che compongono la totalità dell'essere umano e il modo in cui sono collegati, secondo la spiegazione degli stregoni.]]
Saturando il ''[[tonal]]'' di Castaneda con i suoi [[trucco (magia)|trucchi]], don Juan lo aveva dirottato così verso l'unico obiettivo che conta, il vivere da [[guerriero|guerrieri]], per poter approdare infine alla totalità di se stessi. A questa si giunge aprendo la bolla di percezione in cui ognuno è immerso: al momento della nascita, infatti, la [[descrizione (linguistica)|descrizione]] del mondo forma una bolla che racchiude progressivamente l'essere umano dentro di sè. Compito dell'insegnante è riordinare tutto l'insieme delle percezioni del suo apprendista sul lato destro della bolla, quello della ''[[ragione]]'', perché il benefattore possa poi aprirla dalla parte opposta, e l'immagine del mondo diventi dominio della ''[[volontà]]''.
 
Mutare e ripulire la propria isola del ''tonal'' da elementi come l'autocommiserazione, la collera ecc., è perciò fondamentale, per riuscire a calarsi nel ''nagual'' senza perdere completamente il controllo. Il ''nagual'' è l'ignoto del quale nulla si può dire, ma si può esserne solo esserne testimoni.
 
Venne quindi il momento per Castaneda di aprire le ali della percezione e sperimentare l'apertura della propria bolla: don Juan e don Genaro lo condussero insieme a Pablito sull'orlo di un dirupo, nel quale venne fatto precipitare, rimbalzando più volte dal ''nagual'' al ''tonal'': entrando nel primo si sentiva frantumarsi e dissolversi, fluttuando tra le impressioni più diversificate, nel secondo ritrovava un'unità e una coerenza percettiva, avvertendo come la sua stessa [[identità (filosofia)|identità]] non fosse altro che un grappolo di [[sensazioni]] tenute insieme dalla «colla» della vita.