Gran Via delle Orobie: differenze tra le versioni

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Tappa 6
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{{Disclaimer|pericolo}}
{{Percorso ciclabile-escursionistico|nome=Gran Via delle Orobie|stato3=|logo=|immagine=Val_tartano2.jpg|didascalia=I [[laghi di Porcile]] e il [[monte Cadelle]]|tipo percorso=escursionistico|numero=|stato=ITA|fine=Aprica|stato2=|divamm1={{IT-LOM}}|divamm2={{IT-SO}}<br>{{IT-BG}}|divamm3=|catena montuosa=[[Alpi Orobie]]|montagna=|inizio=Delebio|inizio link=|simbolo=|altri nomi=Sentiero Andrea Paniga<br>Sentiero Bruno Credaro|chiusura=|intersezioni=|lunghezza=130|altitudine massima=passo Biorco<br>2648|altitudine minima=Delebio<br>220|dislivello=12000|superficie=|apertura=|tempo=|difficoltà=|fine link=|tracciato=Cartello_parco_orobie_valtellinesi.jpg|didascalia tracciato=Il tracciato della GVO (in rosso)|mappa=|didascalia mappa=|note=|sito=|parte di=|Altitudine media=1800}}
La '''Gran Via delle Orobie''' (spesso abbreviata in '''GVO''') è un'[[alta via]] che si sviluppa sulle [[Alpi Orobie]], che collega [[Delebio]] ad [[Aprica]] con un percorso [[Escursionismo|escursionistico]] lungo circa 130 km, tracciati per la quasi totalità sul versante della catena della [[provincia di Sondrio]], con brevi tratti in territorio [[Provincia di Bergamo|bergamasco]].<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.valtellina.it/it/approfondimenti/trekking/la-gran-via-delle-orobie|titolo=Energia e Natura - Trekking e passeggiate - La Gran Via delle Orobie|autore=Valtellina- www.valtellina.it|sito=Valtellina|lingua=it|accesso=2021-02-04}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.paesidivaltellina.it/andreapaniga/presentazione.htm|titolo=Gran Via delle Orobie - Sentiero Andrea Paniga - Presentazione|sito=www.paesidivaltellina.it|accesso=2021-02-04}}</ref> La via attraversa tutte le valli del [[parco delle Orobie Valtellinesi]] da ovest a est, in un ambiente generalmente selvaggio e poco frequentato, servito in gran parte solo da [[Bivacco|bivacchi]] e rifugi non custoditi.<ref>{{Cita web|url=https://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/gran-via-delle-orobie-un-trekking-ancora-molto-selvaggio_1196145_11/|titolo=Gran Via delle Orobie, un trekking ancora molto “selvaggio”|sito=www.laprovinciadilecco.it|lingua=it|accesso=2021-02-04}}</ref> La GVO è la concatenazione di due itinerari più brevi: la parte occidentale coincide con il ''Sentiero Andrea Paniga,''<ref>{{Cita web|url=http://www.waltellina.com/valtellina_valchiavenna/escursionismo_trekking/sentiero_andrea_paniga/|sito=www.waltellina.com|accesso=2021-02-04}}</ref> mentre quella orientale con il ''Sentiero Bruno Credaro.''<ref>{{Cita web|url=http://www.paesidivaltellina.it/brunocredaro/index.html|titolo=Gran Via delle Orobie 6 - Sentiero Bruno Credaro|sito=www.paesidivaltellina.it|accesso=2021-02-04}}</ref>
 
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=== Tappa VI: Arale - rifugio Caprari ===
'''Tempistica circa 8.30 ore, dislivello +1750 m, [[Difficoltà (escursionismo)|difficoltà]] E.''' La sesta tappa è una delle più impegnative della GVO: ha inizio dalla [[val Tartano]] e attraversa [[val Madre]] e [[val Cervia]] per terminare in [[val Livrio]], superando un grande dislivello e richiedendo quindi un importante sforzo fisico. È la prima tappa del ''Sentiero Bruno Credaro'', e la prima di una lunga serie che si appoggia a ricoveri non custoditi. Da ''Arale'' (1500 m) si percorre a ritroso l'itinerario della tappa precedente fino ai [[Laghi di Porcile]]. Si passa quindi dal ''lago Piccolo'' (2005 m) e dal ''lago Grande'' (2030 m), e si risale la soprastante ''valle dei Lupi'', fino ad arrivare alla ''bocchetta dei Lupi'' (2316 m), posta appena a nord del [[monte Cadelle]]. Dalla bocchetta si scende in val Madre e si giunge in breve al ''laghetto Vallocci'' (2220 m), e proseguendo si traversa in quota rimanendo poco più a sud del [[rifugio Dordona]] (1930 m, gestito), si attraversa la strada sterrata che porta al [[passo Dordona]] e si arriva alla ''baita della Croce'' (1944 m). Da qui si prosegue verso est a saliscendi sorpassando la ''casera di Valbona'' (1904 m) e, dopo aver preso una deviazione a destra, si risale gradualmente il vallone che porta all'intaglio del ''passo di Valbona'' (2324 m), valico tra val Madre e val Cervia. Dal passo si scende con sentiero ben marcato fino alla ''baita Superiore di val Cervia'' (1905 m, detta anche ''baita Publino''), e, dopo un breve tratto pianeggiante al cospetto del [[Corno Stella (Orobie)|Corno Stella]], si risale in una vallata tra tratti erbosi e macereti arrivando al ''passo del Tonale'' (2352 m), chedal consentequale disi entrareha inuna bella visuale sulla valle del Livrio con il [[Lago di Publino|lago del Publino]], meta della tappa. Dal valico si procede quindi in discesa addentrandosi nella valle verso est perdendo rapidamente 200 metri di dislivello, poi si volge verso sud restando in quota per raggiungere la ''casera Publino'' (2098 m), dalla quale si prosegue per saliscendi arrivando al [[Lagolago didel Publino|lago Publino]] (2135 m) e all'adiacente [[rifugio Caprari]] (2116 m), chiuso (per l'apertura è necessario richiedere le chiavi al [[Club Alpino Italiano|CAI]] di Sondrio) ma dotato di un locale bivacco sempre aperto, con 2 posti letto.<ref>{{Cita web|url=http://www.paesidivaltellina.it/brunocredaro/index.html|titolo=Gran Via delle Orobie 6 - Sentiero Bruno Credaro|sito=www.paesidivaltellina.it|accesso=2021-02-09}}</ref>
 
=== Tappa VII: rifugio Caprari - rifugio Mambretti ===
'''Tempistica circa 9 ore, dislivello +1590 m, [[Difficoltà (escursionismo)|difficoltà]] E.''' La settima frazione, anch'essa particolarmente impegnativa, parte dalla [[val Livrio]] e attraversa tutte le quattro valli in cui si ramifica la [[val Venina]] (nell'ordine [[val Venina]], [[val d'Ambria]], [[val Vedello]] e [[val Caronno]]), arrivando in uno splendido ambiente dominato da alcune tra le cime più importanti della catena. Dal [[rifugio Caprari]] (2116 m) ci si porta verso nord alla ''baita dello Scoltador'' (2048 m), dove si devia a destra risalendo una traccia intermittente tra tratti erbosi e ghiaioni, che conduce al ''passo dello Scoltador'' (2454 m). Attraversando il valico si lascia la valle del Livrio e si entra in [[val Venina]], scendendo in modo piuttosto ripido con vista sul [[Lago di Venina|lago Venina]]. Superato a tornantini un tratto solcato da salti rocciosi, il sentiero diviene più piano e raggiunge i resti di un forno fusore (2165 m), testimonianza dell'antica attività mineraria nella zona. Da qui si risale verso nord-est il versante orientale della valle, aggirando qualche roccia ed arrivando al ''passo Brandà'' (2360 m), dal quale si ha una bella vista sulla [[val d'Ambria]] e sulle pareti strapiombanti di [[monte Aga]], [[pizzo del Diavolo di Tenda]], [[pizzo dell'Omo]] e [[pizzo del Salto]]. Si scende quindi tra tratti erbosi e roccette e, seguendo i segnavia, si arriva alle ''baite di Cigola'', una delle quali è il ''bivacco Gianmario Lucini'' (1870 m, fornito di letti, cucina e bagno, sempre aperto). Ora il tracciato descrive un ampio arco pianeggiante per passare al versante opposto della valle, dove si inizia a risalire e, dopo aver superato qualche torrente, si piega a destra per risalire un vallone erboso che culmina nel ''passo del Forcellino'' (2245 m), collegamento con la [[val Vedello]]. Si deve ora discendere tutta la valle per sentiero ben segnalato, che compie una lunga traversata in discesa costante sul versante occidentale, tenendo alle spalle l'imponente versante nord del pizzo del Salto e, alla vista dei resti delle miniere di [[uranio]] a fondovalle, si giunge all'<nowiki/>''Alpe Zocco'' (1814 m). Qui si piega a destra scendendo qualche tornante, e si intercetta una mulattiera che si segue per un tratto in discesa, e che poi si lascia a destra inoltrandosi in un sentiero dentro una pineta che, dopo aver sorpassato il [[Vedello (torrente)|torrente Vedello]], conduce alla sponda sud del [[Lago di Scais|lago Scais]] (1494 m) e poi alle ''Case di Scais'' (1510 m). Qui si è alla confluenza di [[val Vedello]] e [[val Caronno]], e bisogna ora risalire quest'ultima per il sentiero normalmente usato per raggiungere il [[Rifugio Luigi Mambretti|rifugio Mambretti]], ben segnalato. Si sale quindi verso est all'Alpe Caronno (1610 m) e, con pendenza decisa, si risale il versante orientale della valle, giungendo infine al [[rifugio Luigi Mambretti]] (2004 m), posto su un dosso erboso che gode di un panorama grandioso sui versanti nord di [[pizzo Porola]], [[punta Scais]], [[pizzo Redorta]] e [[pizzo Brunone]], con diversi [[Ghiacciaio|vedrette]] e [[Formazione nevosa perenne|nevai]] che giacciono alla loro base. Il rifugio è chiuso e incustodito (per l'apertura è necessario richiedere le chiavi al [[Club Alpino Italiano|CAI]] di Sondrio), ma dotato di locale bivacco sempre aperto con 2 posti letto.<ref>{{Cita web|url=http://www.paesidivaltellina.it/brunocredaro/index2.html|titolo=Gran Via delle Orobie 7 - Sentiero Bruno Credaro|sito=www.paesidivaltellina.it|accesso=2021-02-09}}</ref>
'''Tempistica circa 9 ore, dislivello +1590 m, [[Difficoltà (escursionismo)|difficoltà]] E.''' La settima frazione, anch'essa particolarmente impegnativa, porta dalla [[val Livrio]] fino alla [[val Caronno]], nel cuore delle Orobie centrali, attraversando [[val Venina]], [[val Vedello]] e [[val d'Ambria]], in uno splendido ambiente dominato da alcune tra le cime più importanti della catena.<ref>{{Cita web|url=http://www.paesidivaltellina.it/brunocredaro/index2.html|titolo=Gran Via delle Orobie 7 - Sentiero Bruno Credaro|sito=www.paesidivaltellina.it|accesso=2021-02-09}}</ref>
 
=== Tappa VIII: rifugio Mambretti - rifugio Pesciöla ===