Gran Via delle Orobie: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
MatthewGhera (discussione | contributi)
MatthewGhera (discussione | contributi)
Riga 32:
 
=== Tappa VII: rifugio Caprari - rifugio Mambretti ===
'''Tempistica circa 9 ore, dislivello +1590 m, [[Difficoltà (escursionismo)|difficoltà]] E.''' La settima frazione, anch'essa particolarmente impegnativa, parte dalla [[val Livrio]] e attraversa tutte le quattro valli in cui si ramifica la [[val Venina]] (nell'ordine [[val Venina]], [[val d'Ambria]], [[val Vedello]] e [[val Caronno]]), arrivando in uno splendido ambiente dominato da alcune tra le cime più importanti della catena. Dal [[rifugio Caprari]] (2116 m) ci si porta verso nord alla ''baita dello Scoltador'' (2048 m), dove si devia a destra risalendo una traccia intermittente tra tratti erbosi e ghiaioni, che conduce al ''passo dello Scoltador'' (2454 m). Attraversando il valico si lascia la valle del Livrio e si entra in [[val Venina]], scendendo in modo piuttosto ripido con vista sul [[Lago di Venina|lago Venina]]. Superato a tornantini un tratto solcato da salti rocciosi, il sentiero diviene più piano e raggiunge i resti di un forno fusore (2165 m), testimonianza dell'antica attività mineraria nella zona. Da qui si risale verso nord-est il versante orientale della valle, aggirando qualche roccia ed arrivando al ''passo Brandà'' (2360 m), dal quale si ha una bella vista sulla [[val d'Ambria]] e sulle pareti strapiombanti di [[monte Aga]], [[pizzo del Diavolo di Tenda]], [[pizzo dell'Omo]] e [[pizzo del Salto]]. Si scende quindi tra tratti erbosi e roccette e, seguendo i segnavia, si arriva alle ''baite di Cigola'', una delle quali è il ''bivacco Gianmario Lucini'' (1870 m, fornito di letti, cucina e bagno, sempre aperto). Ora il tracciato descrive un ampio arco pianeggiante per passare al versante opposto della valle, dove si inizia a risalire e, dopo aver superato qualche torrente, si piega a destra per risalire un vallone erboso che culmina nel ''passo del Forcellino'' (2245 m), collegamento con la [[val Vedello]]. Si deve ora discendere tutta la valle seguendo un sentiero ben segnalato che compie una lunga traversata in discesa costante sul versante occidentale, tenendosi alle spalle l'imponente versante nord del pizzo del Salto e, alla vista dei resti delle miniere di [[uranio]] a fondovalle, si giunge all'<nowiki/>''Alpe Zocco'' (1814 m). Qui si piega a destra scendendo qualche tornante, e si intercetta una mulattiera che si segue per un tratto in discesa, e che poi si lasciaabbandona inoltrandosi a destra inoltrandosi in ununa sentieropineta dentrocon unaun pinetasentiero che, dopo aver sorpassato il [[Vedello (torrente)|torrente Vedello]], conduce alla sponda sud del [[Lago di Scais|lago Scais]] (1494 m) e poi alle ''Case di Scais'' (1510 m). Qui si è alla confluenza di [[val Vedello]] e [[val Caronno]], e bisogna ora risalire quest'ultima per il sentiero normalmente usato per raggiungere il [[Rifugio Luigi Mambretti|rifugio Mambretti]], ben segnalato. Si sale quindi verso est all'Alpe Caronno (1610 m) e, con pendenza decisa, si risale il versante orientale della valle, giungendo infine al [[rifugio Luigi Mambretti]] (2004 m), posto su un dosso erboso che gode di un panorama grandioso sui versanti nord di [[pizzo Porola]], [[punta Scais]], [[pizzo Redorta]] e [[pizzo Brunone]], con diversi [[Ghiacciaio|vedrette]] e [[Formazione nevosa perenne|nevai]] che giacciono alla loro base. Il rifugio è chiuso e incustodito (è possibile ritirare le chiavi al [[Club Alpino Italiano|CAI]] di Sondrio), ma è presente un locale bivacco sempre aperto con 2 posti letto.<ref>{{Cita web|url=http://www.paesidivaltellina.it/brunocredaro/index2.html|titolo=Gran Via delle Orobie 7 - Sentiero Bruno Credaro|sito=www.paesidivaltellina.it|accesso=2021-02-09}}</ref>
 
=== Tappa VIII: rifugio Mambretti - rifugio Pesciöla ===